Imparare a fare silenzio
Questo articolo è stato già letto1595 volte!
Tacere, ingoiare, soffrire… e sorridere!”: quando ho sentito questo slogan della Comunità per la prima volta mi sono detta: «È impossibile, non ci riuscirò mai». Ma questa frase mi ha girato per parecchio tempo nella testa e allora ho iniziato a pregarci su e ho capito che si può fare silenzio innanzitutto nella preghiera.
Ho potuto cosìrendermi conto di quante volte in casa mia ho perso l’occasione di fare silenzio intervenendo con i figli quando doveva intervenire il padre o addirittura controbattendo quello che lui diceva. In questo modo in molte occasioni mi sono appropriata di un compito che non era il mio ed ho impedito che i nostri figli vedessero il loro padre com’è davvero, e che lui potesse educarli per quello che competeva a lui.
È vero ciò che dice Madre Elvira: soprattutto noi donne dobbiamo saper tacere e io ho dovuto mettermi alla scuola della Vergine Maria per imparare da Lei. Vedo che questo cammino è ancora lungo per me, ma da quando siamo in cammino con la Comunità abbiamo iniziato a pregare insieme, soprattutto con la preghiera del Rosa rio. Scopriamo giorno per giorno che è proprio nella preghiera che avviene il dialogo più bello e importante fra noi, perché in questo tempo possiamo essere veri.
Guardando fissi a Gesù e Maria vediamo eh! siamo realmente e diventiamo capaci di affrontare le nostre difficoltà e sofferenze quotidiane senza scaricarcele addosso, ma pregando l’uno per l’altro. Abbiamo anche imparato a perdonarci: i battibecchi ci sono e a volte vìncono sul nostro desiderio di tacere, ma abbiamo l’arma del perdono. Perdonandoci possiamo sperimentare quella gioia piùprofonda che va oltre la voglia di farsi giustizia da sé.
Abbiamo scoperto che “Tacere, ingoiare, soffrire… e sorrìdere” è un dono meraviglioso che lo Spirito Santo fa alla nostra vita e alla nostra famiglia, che il silenzio ci rende piùsimili a Gesù che si èlasciato umiliare come “pecora muta” da chi lo crocifiggeva per amore nostro. Non sempre siamo capaci di prenderci le umiliazioni senza rivendicare noi stessi, ma certamente il cammino comunitario che stiamo facendo ci spinge sempre di più a guardare a Gesù e ad imparare da Lui che è “mite e umile di cuore”.
Cosìscopriamo l’Amore grande di Dio nella nostra vita, nella nostra casa, nel nostro matrimonio, per noi e per i nostri figli e soprattutto nel silenzio lo possiamo vivere e sperimentare quotidianamente.
Mamma Carmela e papà Carlo
Risurrezione
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.