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Il Vangelo nelle visioni della mistica M.Valtorta

27 Dicembre 2014 | Filed under: Rivelazioni private
     

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 Presentazione 2

Dal “Poema dell’Uomo Dio”

di Maria Valtorta

 

La Presentazione al Tempio

Vedo partire da una casetta modestissima una coppia di persone. Da una scaletta estema scende una giovanissima madre con un bambino fra le braccia, avvolto in un panno bianco.

Riconosco questa Mamma nostra. E* sempre Lei, pallida e bionda, snella e tanto gentile in ogni suo atto. E’ vestita dì bianco, col manto in cui si avvolge di un pallido azzurro. Sul capo un velo bianco. Porta con tanta cura il suo Bambino. Ai piedi delia scaletta l’attende Giuseppe presso ad un ciuchino bigio. Giuseppe è vestito tutto di color marrone chiaro, sia nella tunica che nel mantello. Guarda Maria e le sorride. Quando Maria giunge presso il ciuchino, Giuseppe si passa la briglia dell’asinelio sul braccio sinistro e prende per un momento il Bambino, che dorme tranquillo, per permettere a Marta dì accomodarsi meglio sulla sella dei ciuchino. Poi le rende Gesù e si incamminano.

Giuseppe cammina al fianco di Maria, tenendo sempre per la briglia il somarello e facendo attenzione che questo vada dritto e senza inciampi. Maria tiene bene in grembo Gesù e, come per tema che il freddo gli possa nuocere, gli stende addosso un lembo del suo mantello. Parlano pochissimo i due sposi, ma si sorridono sovente.

La strada, che non è un modello stradale, si snoda fra una campagna che la stagione fa nu­da. Qualche altro viaggiatore si scontra coi due o li raggiunge, ma sono rari.

Poi ecco delle case che sì mostrano e delle mura che serrano una città, I due sposi entrano in essa da una porta e comincia il percorso sui selciato (molto sconnesso) cittadino.

Il cammino diviene molto più difficile, sia perché vi è del traffico che fa fermare tutti i mo­menti del ciuchino, sia perché lo stesso sulle pietre e sulle buche che sostituiscono le pietre mancanti ha continue scosse, che disturbano Maria e il Bambino,

La strada non è piana. Sale, sebbene lievemente. E’ stretta fra case alte dalle porticine strette e basse e dalle rade finestre sulla via. In alto il cielo si affaccia con tante fettine di az­zurro fra case e case, anzi fra terrazze e terrazze. In basso sulla via vi è gente e vocìo, e sì in­crociano altre persone a piedi, o su somarelli, o conducenti somarelli carichi, e altre dietro ad una ingombrante carovana di cammelli.

Ad un certo punto passa con molto rumore di zoccoli e di armi una pattuglia di legionari ro­mani, che scompaiono oltre un arco posto a cavalcioni di una via molto stretta e sassosa.

Giuseppe piega a sinistra e prende una via più larga e più bella. Vedo la cinta merlata, che già conosco, in fondo ad essa.

Maria smonta dai ciuchino presso la porta dove è una specie di posteggio per altri somarelli. Dico «posteggio» perchéè una specie di capannone, meglio, di tettoia, dove è paglia sparsa e dei paletti con degli anelli per legare i quadrupedi. Giuseppe dà alcune monete ad un ometto accorso e con esse acquista un poco di fieno, e attinge un secchio d’acqua da un pozzo rudi­mentale che è in un angolo, e li dà al ciuchino. Poi raggiunge Maria ed ambedue entrano nel recinto del Tempio.

Si dirigono prima verso un porticato, dove vi sono quelli che Gesù poi fustigò egregiamen­te: i venditori dt tortore e agnelli e i cambiavalute. Giuseppe acquista due colombini bianchi. Non cambia il denaro. Si capisce che ha già quello che gli occorre.

Giuseppe e Maria si dirigono ad una porta laterale che ha otto gradini, come mi pare abbia­no tutte le porte, quasi che il cubo del Tempio sìa sopraelevato dal resto del suolo. Questa por­ta ha un grande atrio, come i portoni delle nostre case di città, per darle un’Idea, ma più vasto e ornato. In esso vi sono a destra e a sinistra due specie di altari, ossia due costruzioni rettan­golari di cui sul principio non capisco bene lo scopo. Sembrano delle basse conche, perché l’in­terno è più basso dell’orlo esterno, che si sopraeleva di qualche centimetro.

Non so se chiamato da Giuseppe o se venuto di suo, accorre un sacerdote. Maria offre i due poveri colombi ed io, che capisco la toro sorte, volgo altrove lo sguardo. Osservo gli ornati del pesantissimo portale, del soffitto, dell’atrio. Mi pare però di vedere, con la coda dell’occhio, che il sacerdote asperga Maria con dell’acqua. Deve essere acqua, perché non vedo macchie sul suo abito. Poi Maria, che insieme ai colombini aveva dato un mucchietto di monete al sacerdo­te (mi ero dimenticata di dirlo) entra con Giuseppe nel Tempio vero e proprio, accompagnata dal sacerdote.

Io guardo da tutte le parti. E’ un luogo ornatissimo. Sculture a teste d’angeli e palme e or­nati corrono sulle colonne, le pareti e il soffitto. La luce penetra da curiose finestre lunghe, strette, naturalmente senza vetri, e tagliate diagonalmente alla parete. Suppongo che sia per impedire agii acquazzoni di entrare.

Maria si inoltra sino ad un certo punto. Poi si arresta. A qualche metro da Lei vi sono degli altri gradini e su questi sta un’altra specie di altare, oltre il quale vi è un altra costruzione.

Mi accorgo che credevo essere nel Tempio e invece ero in ciò che contorna il Tempio vero e proprio, ossia il Santo, oltre il quale pare che nessuno, fuorché i sacerdoti, possano entrare. Quello che io credevo Tempio non è perciò che un chiuso vestibolo, che da tre parti cinge il Tempio, dove è chiuso il Tabernacolo. Non so se mi sono spiegata per bene. Ma non sono ar­chitetto o ingegnere.

Maria offre il Bambino – che si è svegliato e gira i suoi occhietti innocenti intorno con lo sguardo stupito degli infanti di pochi giorni – al sacerdote. Questo lo prende sulle braccia e lo solleva a braccia tese, volto verso il Tempio, stando contro a quella specie dì altare che sta su quei gradini. li rito è compiuto. Il Bambino viene restituito alla Mamma e il sacerdote se ne va. Vi è della gente che guarda curiosa. Fra questa si fa largo un vecchietto curvo e arrancan­te, che sì appoggia ad un bastone. Deve essere molto vecchio, direi certo oltre gli ottant’anni. Egli si accosta a Maria e le chiede di dargli per un attimo il Piccino. Maria lo accontenta sorri­dendo.

Simeone, che io ho sempre creduto appartenesse alia casta sacerdotale e invece è un sem­plice fedele, almeno a giudicare dalla veste, lo prende, lo bacia. Gesù gli sorride con la smorfietta incerta dei poppanti. Sembra che lo osservi curioso, perché il vecchietto piange e ride in­sieme, e le lacrime fanno tutto un ricamo di luccichii insinuandosi fra le rughe e imperlando la barba lunga e bianca, verso la quale Gesù tende le manine. E’ Gesù, ma è sempre un bambi-nello, e ciò che gii si muove davanti attira la sua attenzione e gli dà velleità di afferrare quella cosa per capire meglio cosa è. Mana e Giuseppe sorridono, e anche i presenti, che lodano la bellezza dei Piccino.

Sento te parole de! santo vecchio e vedo lo sguardo stupito di Giuseppe, quello commosso di Maria, e anche quelli della piccola folla, in parte stupita e commossa e in parte, alle parole del vecchio, presa da ilantà. Fra questi vi sono dei barbuti e tronfi sinedristi, che scuotono it capo, guardando Simeone con compatimento ironico. Lo devono pensare andato fuor di cervello per l’età.

ll sorriso di Maria si spegne in un più vivo pallore quando Simeone le annuncia il dolore. Per quanto Ella sappia, questa parola le trafigge lo spìrito. Si avvicina di più a Giuseppe, Maria, per confortarsi, si stringe con passione ti suo Bambino al seno e beve, come anima assetata, le parole di Anna, la quale, donna come è, ha pietà del suo soffrire e le promette che l’Eterno le addolcirà di una forza, soprannaturale l’ora del dolore.

«Donna, a Chi ha dato il Salvatore al suo popolo non mancherà il potere di dare il suo ange­lo a confortare il tuo pianto. Non è mai mancato l’aiuto del Signore alle grandi donne d’Israele, e tu sei ben più di Giudìtta e di Giaeie. Il nostro Dio tì darà cuore di oro purissimo per resistere al mare di dolore, per cui sarai la più grande Donna della creazione, la Madre. E tu, Bambino, ricordati di me nell’ora della tua missione».

e qui mi cessa la visione.


     

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