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Il Vangelo della Domenica – XXI T.O.

23 Agosto 2014 | Filed under: Parola
     

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Chi dite che Io sia

Domenica 24 agosto 2014
XXI  Dom. T. O. – anno A


+ Matteo 16,13-20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».  E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».  Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. 

COMMENTO

“Un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo” (Ef 4, 4) Con questa espressione Paolo richiama gli Efesini ad evitare la dispersione e a ravvivare la comunione di intenti professando tutti quanti un solo Credo per sottostare a “un solo Dio che è Padre di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 6). L’invito è rivolto quindi perché ciascuno si attenga ad una sola fede religiosa, senza deviare dai comuni insegnamenti degli apostoli e senza creare confusione attorno a sé con gli artefatti di nuove dottrine subdole e peregrine.

Credere ciascuno a modo proprio, orientare il pensiero religioso in senso soggettivistico e con eccessiva libertà esegetica sui testi sacri comporta infatti inevitabilmente confusione e sbaraglio nonché il pericolo ancora più grave che ciascuno, costruitosi una fede a proprio uso, agisca anche secondo le proprie erronee convinzioni, proclami se stesso al di sopra della massa e costruisca anche un codice etico o un criterio di comportamento del tutto personale secondo le proprie ragioni di comodo, coinvolgendo in esso sempre più persone.

E’ purtroppo il pericolo dilagante che si verifica nel fenomeno delle Sette e dei Movimenti Religiosi Alternativi, che sono andati sempre più moltiplicandosi anche per mezzo di scismi e divisioni intestine in seguito alla presunzione di poter analizzare la Bibbia soggettivamente e senza il supporto di alcuna autorità. Ma simili fenomeni interessano non di rado anche la Chiesa Cattolica, allorquando serpeggino all’interno delle nostre parrocchie o dei nostri movimenti determinate dottrine devianti e dispersive, atte a creare confusione e disorientamento fra i fedeli.

Proprio in queste ultime settimane nella cittadina in cui risiedo si sta verificando un fenomeno atto ad estendersi a macchia d’olio in modo preoccupante: parecchie famiglie e persone che si recano al Santuario (???) di Gallinaro ne tornano convinte di non doversi recare più a Messa la Domenica! Un sedicente visionario del posto avrebbe infatti inculcato in loro l’idea che Cristo si sarebbe stancato di entrare nelle mani “sporche” dei sacerdoti che consacrano l’Eucarestia, per la qual cosa i preti stessi non dovrebbero celebrare il Sacramento né tantomeno i fedeli accostarvisi…

Si tratta evidentemente di una manovra astuta del Maligno, che mentre si rende riconoscibile nei soli fenomeni straordinari (Esorcismi, possessioni) agisce indisturbato nelle comuni vie di ordinaria dispersione sotto apparenze di bene.
Come dice Paolo occorre invece radicarsi nell’unica verità rivelata da Cristo e affidata ad un’unica Chiesa, che per mezzo del ministero degli apostoli la annuncia ripetutamente a tutto il popolo di Dio. Seppure la Chiesa dialoga con altre religioni, seppure è giusto entrare in comunione e collaborare amichevolmente anche con coloro che non la pensano come noi, non si deve affatto omettere di considerare il fatto che nella Chiesa vi è in ogni caso l’unica verità, “l’unica fede in forza di un solo battesimo” e nessuno può prescindere dall’unico insegnamento in essa trasmesso dal Cristo.

Occorre del resto sottolineare, come in precedenza in qualche modo aveva insegnato Benedetto XVI che l’Ecumenismo (il dialogo con altre religioni) non pregiudica il fatto che la verità intera si trova nella cattolicità, anche se elementi di salvezza possono riscontrarsi altrove. E in ogni caso è necessario consolidarsi in un un’unica Chiesa compatta e fedele a una dottrina comune valida per tutti.
E’ necessaria l’unità, non la dispersione e la Babele delle lingue.

Ed è proprio per questo che Gesù Cristo ha voluto istituire la sua Chiesa sul fondamento degli Apostoli, primo fra tutti Pietro, al quale affidò il compito particolare di guida, pastore dei fratelli, con lo specifica funzione di confermare tutti quanti nella fede. Gesù gli ha ordinato espressamente questo: “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”(Lc 22, 31 – 32) Immediatamente dopo Gesù gli predice il triplice, vergognoso, rinnegamento, ma proprio a Pietro e a nessun altro verrà ribadito il compito di “pascere le pecorelle” del Signore (Gv 21, 15 – 19).

Nonostante i suoi limiti e le sue lacune, proprio lui viene eletto fra tutti a guida suprema della Chiesa con l’appellativo di “Cefa”, Pietra, cioè fondamento sul quale si edificherà da parte di Gesù Cristo l’intero edificio ecclesiale. La vita della prima comunità cristiana si svolge in effetti attorno a Pietro, che è il garante della verità e della comunione fra i fedeli in Cristo.

Il Signore agisce attraverso il suo ministero vicario visibile e pertanto solamente in Pietro e nei suoi insegnamenti vi è la garanzia di trovarsi nella verità e nell’unica fede valida per tutti. Lo stesso Pietro affermerà poi infatti che “nessuna Scrittura ispirata va soggetta a privata spiegazione”, ma che vi è l’assistenza visibile di un Magistero ecclesiastico nel determinare ogni verità di fede e di conseguenza venir meno alla sottomissione al Primo Apostolo equivale a misconoscere Cristo.

Poiché tuttavia Cristo prometteva che sarebbe stato “con noi fino alla fine del mondo” è evidente che Pietro (e gli altri apostoli) dovessero scegliersi dei successori affinché l’unica verità e l’unica ragione della fede fossero protratte nel tempo e di conseguenza anche ai nostri non possiamo esulare dal magistero dell’attuale successore di Pietro: il papa. Questi, quale successore dell’umile pescatore di Galilea esegue il mandato di “confermare i fratelli nella fede” e di servire l’intera comunità nella carità e nella verità e solamente al di sotto del suo magistero possiamo essere certi di non trovarci nell’errore. Una guida visibile è necessaria per un adeguato orientamento dei fedeli all’unità e alla verità. Senza la centralità magisteriale ci si può solo illudere di salvezza e di verità per il solo fatto che ciascuno procede a modo proprio inconsapevolmente brancolando nell’errore.

Il ministero visibile del papa successore di Pietro ci da la garanzia di unità e di consolidamento nella vera fede, evitando ogni sorta di confusione e di smarrimento nel soggettivismo religioso ma soprattutto ci introduce nella fede come fatto di comunione e di gioia perché condivisione con i fratelli: la professione di un unico Credo sotto un solo pastore visibile ci ragguaglia del fatto che nella Chiesa nessuno è solo in quanto tutti siamo un solo Corpo in un unico Vangelo professato.

Padre Gian Franco Scarpitta


     

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