Il Vangelo della Domenica
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Domenica 28 aprile 2013
V Dom. Tempo di Pasqua
+ Giovanni 13,31-33a.34-35
“Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
COMMENTO
“Vi do un comandamento nuovo: Che vi amiate a vicenda”… Chi ascolta questo comandamento, o piuttosto gli obbedisce, è rinnovato non da un amore qualsiasi, ma da quell’amore che il Signore ha precisato, per distinguerlo da quello puramente umano, aggiungendo: “come io ho amato voi”… “Le sue membra sono sollecite l’uno dell’altro; se soffre un membro, soffrono insieme le altre membra, se è onorato un membro, si rallegrano le altre membra” (1 Cor 12, 25-26).
Esse infatti ascoltano e mettono in pratica l’insegnamento del Signore: “Vi do un comandamento nuovo: Che vi amiate a vicenda”; e non come si amano i corruttori, né come si amano gli uomini in quanto uomini, ma “in quanto dèi” (Gv 10,35) e figli tutti dell’Altissimo (Lc 6,35) per essere fratelli dell’unico Figlio suo, amandosi a vicenda di quell’amore con cui li ha amati egli stesso, che li vuol condurre a quel fine che li appagherà e dove ci sono i beni che potranno saziare tutti i loro desideri. Allora, ogni desiderio sarà soddisfatto, quando Dio sarà “tutto in tutti” (1Cor 15, 28)…
Chi ama il prossimo di un amore sincero e santo, chi ama in lui se non Dio? Questo amore, che si distingue da ogni espressione di amore mondano, il Signore lo caratterizza aggiungendo: “come io ho amato voi”. Che cosa, infatti, se non Dio, egli ha amato in noi?
Non perché già lo possedessimo, ma perché lo potessimo possedere; per condurci, come dicevo prima, là dove “Dio sarà tutto in tutti”. E’ in questo senso che giustamente si dice che il medico ama gli ammalati: ama in essi la salute che vuol ridonare, non la malattia che vuole scacciare. “Come io ho amato voi, così voi amatevi a vicenda”. Per questo dunque ci ha amati, perché anche noi ci amiamo a vicenda.
S. Agostino
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Domenica
Preghiamo per i sacerdoti
Signore, abbiamo bisogno di Sacerdoti fatti sul Tuo stampo; non vogliamo sgorbi, non vogliamo “occasionali”, ma Sacerdoti autentici, che ci trasmettano Te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo Sacerdoti “a tempo pieno”, che consacrino ostie, ma soprattutto anime, trasformandole in Te; Sacerdoti che parlino con la vita consacrata, anziché studiare di salvaguardarne la dignità. Sai bene, Signore, che l’uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame e sete di Te che solo Tu puoi appagare.
Allora donaci Sacerdoti stracolmi di Te, come un Curato d’Ars, un padre Pio, Sacerdoti che sappiano irradiarTi, Sacerdoti che ci diano Te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno.
Signore, perdona la mia impertinenza: tieniti i Sacerdoti dotti, tieniti i Sacerdoti specializzati, i Sacerdoti eloquenti, i Sacerdoti che sanno fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore bastano i Sacerdoti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo Sacerdoti che sappiano pregare più che organizzare, Sacerdoti che sappiano parlare con Te, pregare, perché quando un Sacerdote prega il popolo è sicuro.
Oggi, si fanno inchieste e sondaggi su come sarà, su come deve essere, su come la gente vuole il Sacerdote. Non ho mai risposto a queste inchieste; – ma a Te, Signore, posso e voglio dirlo: il Sacerdote io lo voglio impastato di preghiera. Donaci, Signore, Sacerdoti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a Te, Sacerdoti che sappiano adorare, impetrare, espiare; Sacerdoti che non abbiano altro recapito che il Tuo tabernacolo. E rendici degni di avere tali Sacerdoti!
Amen
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