Il tesoro nascosto
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“Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto”, insegna Gesù nel Vangelo di San Matteo (13,44), e continua spiegando che chi lo scopre, “per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compra quel campo”.
Quindi una scoperta, un ritrovamento inaspettato, e una scoperta che suscita gioia. Tanta gioia che, per poterla conservare, lo scopritore subito vende tutto quanto possiede per poter acquistare quel tesoro. Ma, nel successivo versetto 52 del capitolo evangelico citato, il Signore spiega ulteriormente che “ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Quindi quel tesoro offre non solo cose conosciute o “antiche”, ma anche cose “nuove”, è uno scrigno dal quale perennemente si possono (si devono) estrarre cose preziose evidenti, ed anche cose preziose sconosciute, che man mano emergono.
Entrambe queste parabole sono applicabili a San Giuseppe, ed anzi la loro combinazione si addice perfettamente e in modo del tutto singolare al sommo Patriarca. Infatti la devozione al Custode del Redentore è considerata e sviluppata nei secoli dalla Chiesa, che non solo gli attribuisce il culto più alto dovuto a una creatura dopo quello dovuto alla Madre di Dio, ma gli ha anche conferito, “unico tra i Santi”, ben quattro patrocini: dei morenti, delle famiglie, dei lavoratori, della Chiesa Universale.
Sono centinaia le opere e le Congregazioni che hanno San Giuseppe come Patrono o Compatrono, e anche nell’antichità la tradizione monastica si rifaceva a lui come modello di silenzio e di umiltà.
Ma l’insegnamento dei Dottori della Chiesa, dei Sommi Pontefici, e il “sensus fidei” dei fedeli, continuano a scoprire ed a riscoprire antiche e nuove grandezze in questo tesoro celato dalla propria umiltà.
Santa Teresa d’Avila lo presenta come maestro di preghiera e patrono e protettore in tutte le circostanze della vita. Altri santi e pontefici ne hanno parlato in termini spirituali commoventi.
Papa Giovanni XXIII, nel Discorso di chiusura del primo periodo del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’8 dicembre 1962, disse: “… Giuseppe, patrono del Concilio Ecumenico, il cui nome da oggi splende nel Canone della Messa, ci accompagni nel viaggio, come ha accompagnato la Sacra Famiglia col suo sostegno, voluto da Dio”.
Papa Paolo VI, nel Discorso di apertura del secondo periodo del Concilio, il 29 settembre 1963 riaffermò detto patrocinio di San Giuseppe.
Papa Giovanni Paolo II proclama “una rinnovata attualità” (di San Giuseppe) per la Chiesa del nostro tempo, in relazione al nuovo millennio cristiano; ed esorta a rivolgersi a Lui come a un “padre amantissimo”, che, superando i singoli stati di vita, si propone all’intera umanità come modello, esempio, protettore (cf. R.C. nn.31-32).
E’ tempo di riscoprire questo Santo, tanto insigne e potente quanto umile, che nei secoli sembra essersi sempre più nascosto nel “tesoro” evangelico, per fare posto ad altri “tesori” antichi e nuovi, anche se non altrettanto preziosi. Ma è lui ad un tempo nuovo e antico, in quanto da sempre conosciuto e venerato, sebbene la sua devozione sia andata affievolendosi, fino quasi a essere dimenticata negli ultimi decenni.
Ora deve tornare a brillare di molta luce, il cui splendore perfetto è stato appannato dall’oblio. Sta a noi, richiamarlo all’evidenza e onorarlo, per ottenergli impareggiabili patrocini e grazie. Per il bene della Chiesa, per il bene nostro.
Se il terzo millennio è auspicato in particolare come il millennio della Terza Persona della Trinità Celeste, lo Spirito Santo, può essere di aiuto l’invocare maggiormente anche la terza persona della “trinità terrena” costituita dalla Sacra Famiglia: San Giuseppe. E lo Spirito Santo che ci sta conducendo “alla verità tutta intera” (Gv 16,13), anche per quanto concerne il nostro Giuseppe, non mancherà di indicarcene ancor più l’esemplarità evangelica tutta speciale.
Se il terzo millennio è auspicato in particolare come il millennio della Terza Persona della Trinità Celeste, lo Spirito Santo, può essere di aiuto l’invocare maggiormente anche la terza persona della “trinità terrena” costituita dalla Sacra Famiglia: San Giuseppe. E lo Spirito Santo che ci sta conducendo “alla verità tutta intera” (Gv 16,13), anche per quanto concerne il nostro Giuseppe, non mancherà di indicarcene ancor più l’esemplarità evangelica tutta speciale.
Movimento Giosefino
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