Il tesoro immenso dello Spirito Santo
Questo articolo è stato già letto2346 volte!
Rinascere, abbandonarsi all’azione di Dio; ricevere lo Spirito Santo, farsi trasformare da Lui in novelle creature, crescere per Lui, prosperare e fruttificare per Lui, ecco la via per giungere alla santità vera, per compiere la missione che ci è stata assegnata da Dio. Siamo miserabili, senza dubbio, siamo incapaci di un semplice pensiero buono, anzi siamo incapaci di dire Gesù con vero spirito soprannaturale, senza la grazia, ma abbiamo il tesoro immenso dello Spirito Santo, lo riceviamo come fecondazione dell’anima, e per Lui possiamo dare buoni frutti di vita eterna.
Tutta è grazia del Signore, anche i movimenti della vita naturale ma la vita soprannaturale è frutto di un’azione continua ed immediata dello Spirito Santo in noi, e perciò è imprescindibile l’orientare tutta la propria vita verso di Lui, per Gesù Cristo nostro Signore, per le immacolate mani di Maria.
Quest’orientamento non può essere una semplice devozione, così come si prende comunemente questa parola, ma una dedizione, un pieno e fiducioso abbandono all’azione dello Spirito Santo, un appello continuo e filiale a Lui in ogni azione, un ricorso alla sua forza in ogni nostra debolezza. È una necessità assoluta per il Cristiano, ed è un’esigenza imprescindibile specialmente per il Sacerdote.
La sterilità della vita di tanti Sacerdoti, e la mancanza di vera santità in essi, è conseguenza della mancanza di orientamento allo Spirito Santo. Perciò abbiamo creduto di non poter elevare il nostro cuore sacerdotale in pensieri di santità nella celebrazione della Messa, senza elevarlo allo Spirito Santo.
Il povero cuore umano potrebbe dire: «Come posso aspirare ad altezze così vertiginose? Come posso rinnegarmi in tutto, se ho una fragile natura? Come concentrarmi? in Dio, se sono distratto da tante miserie e da tante occupazioni terrene?» Queste obiezioni dell’umana fragilità cadono da se stesse quando l’anima si eleva allo Spirito Santo e domanda la fecondazione della sua grazia.
Non occorre dimostrarlo, basta sperimentarlo, e perciò noi, invece di far delle dissertazioni dottrinali, abbiamo preferito condensarle in elevazioni interiori; invece di ragionare sull’azione dello Spirito Santo, abbiamo preferito viverne, e viverne nei caldi riflessi dell’Altare per farla assimilare al cuore.
È doloroso il constatare che sullo Spirito Santo è stato scritto molto poco. Un Sacerdote che invoca continuamente lo Spirito Santo nella propria vita, non può essere un Sacerdote infecondo di virtù e di bene; egli è come palma piantata lungo il corso delle acque, che espande i suoi rami e dona i suoi frutti dolcissimi, è come cedro elevato sulla cima dei monti, che svetta gioioso nel cielo sereno di Dio, è come cipresso incorruttibile del Sion, che non conosce la sterilità dell’inverno.
Vieni, o Spirito Santo, illumina, vivifica, feconda l’anima nostra e rendici santi: veni, Sancte Spiritus!
don Dolindo Ruotolo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.