Il Sacerdote è custode del gregge pregando
Questo articolo è stato già letto830 volte!
Il Sacerdote, e massime il Pastore, è custode che sta sulle mura della Chiesa. È custode del gregge pregando perché Dio lo custodisca, ed è custode della Chiesa pregando il Signore che la renda gloriosa sopra la terra. È dunque un dovere per lui vigilare nella preghiera, perché è questa la forza principale di ogni sua conquista spirituale.
Con molta facilità qualche povero Sacerdote spiritualmente decaduto s’illude che, infine, il dovere di reggere le anime spetta ai pastori, Parroci o Vescovi, e che l’obbligo della preghiera pubblica spetta ai Canonici o Beneficiati; eppure l’azione e la preghiera che è dovere di ogni cristiano, lo è, molto più, del Sacerdote, e nessuno può esimersi dal gridare santamente e protestare innanzi ai mali della società ed innanzi alla rovina delle anime.
Dio chiama continuamente i cuori al suo amore, e la grazia sua non cessa di gridare in loro perché si convertano. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, si fanno sentire queste voci di misericordioso amore. Il Sacerdote deve farvi eco, ed essere voce di salvezza e di resurrezione per le anime di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Vi sono ancora innumerevoli turbe che debbono giungere alla Chiesa. Ed il Sacerdote missionario deve invitarle a varcarne le porte.
Ci sono ignoranti impreparati a ricevere la luce di Dio; ed il Sacerdote deve predisporli al grande beneficio anche con le opere della carità e della civiltà.
Ci sono anime piene di ostacoli, di vizi e di miserie di ogni genere; ed il Sacerdote deve rinnovarle curandone la formazione. Insomma il Sacerdote deve essere infaticabile e deve avere per motto di combattimento queste divine parole: Per amore di Sion non tacerò, e per amore di Gerusalemme non mi darò posa. Sulle mura della città di Dio non tacerò mai, e nella sua Casa non gli darò requie pregando. È questa in fondo la sintesi della vita dei grandi Apostoli ed anche dei modesti, umili, nascosti e santi Sacerdoti.
In tempo di guerra tutto è movimento di azione. Si grida, si opera, si vigila, si avanza, si rassoda la conquista. Il Sacerdote è un mobilitato dalla grazia, è un milite della Chiesa, è un servo del Re divino. Non può riposare che nel trionfo eterno, non può dormire che quando già è completo il suo trionfo e la sua vittoria. I ladri delle anime ed i lupi rapaci dell’ovile del Signore debbono sapere che ci sono i custodi fedeli e le guardie armate, vigilanti sulle pecorelle.
Un Sacerdote dev’essere sempre vivo, sempre attento, sempre pronto, perché Dio gli ha affidato la custodia dei suoi tesori più belli.
Risvegliaci, o Gesù, risvegliaci poiché siamo troppo assonnati! Infiammaci d’amore per Te, perché è l’amore che ci dà voce potente ed attività prodigiose. Donaci il senso della responsabilità, almeno come lo hanno i capi di una battaglia; e mostraci il Cielo nel suo splendore, perché c’incoraggiamo a conquistarlo ed a farlo conquistare alle anime! Che importa un po’ di comodità nella vita? Tu solo vali, e per Te non è superfluo né vano qualunque sacrificio anche sanguinoso… Te solo, o Gesù!
don Dolindo Ruotolo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.