Il Sabato Santo
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Dal “Poema dell’Uomo Dio”
di Maria Valtorta
… Ricordatelo, Pietro. Te lo ripeto: ” II valore di un’anima è tale, che a costo di morirne per lo sforzo di Subirla vicino, bisogna tenerla così, fra le braccia, come io tengo la tua testa canuta, se si capisce che tenendola così la si può salvare “. Così. Come una madre che dopo il castigo paterno prende sul cuore il capo del figlio colpevole, e più colle parole del suo cuore straziato che batte, che batte d’amore e dolore, che con le percosse paterne, ravvede ed ottiene.
Pietro del mio Figlio, povero Pietro che sei stato, come tutti, in mano di Satana in quest’ora di tenebre e non te ne sei accorto, e credi di avere fatto tutto da te, vieni, vieni qui, sul cuore della Madre dei figli del mio Figlio. Qui non può Satana farti più male. Qui si calmano le tempeste e, in attesa del sole : Gesù mio che risusciterà per dirti : ” Pace, Pietro mio “, sorge la stella del mattino. Pura, bella, e facente puro e bello tutto ciò che essa bacia, come avviene sulle chiare acque del nostro mare nelle fresche mattine di primavera.
Per questo ti ho tanto desiderato. Ai piedi della Croce io ero martirizzata per Lui e per voi e – come non lo hai sentito? – e chiamavo i vostri spiriti così forte che io credo che essi vennero realmente a me. E, chiusi nel mio cuore, anzi : deposti sul mio cuore, come i pani della proposizione, io li ho tenuti sotto il lavacro del suo Sangue e del suo pianto. Io potevo perché Egli, in Giovanni, mi ha fatta Madre di tutta la sua prole … Quanto ti ho desiderato!…
In quella mattina, in quel pomeriggio, e notte e nuovo giorno… Perché tanto hai fatto attendere una madre, povero Pietro ferito e calpestato dal Demonio? Non sai che è compito delle madri ravviare, guarire, perdonare, condurre? Io ti conduco a Lui. Lo vorresti vedere? Vorresti vedere il suo sorriso per persuaderti che ti ama ancora? Sì? Oh! allora staccati dal mio povero seno di donna, e posa la fronte sulla sua fronte coronata, la tua bocca sulla sua bocca ferita, e bacialo il tuo Signore. »
« È morto… Non potrò mai più. »
«Pietro. Rispondi a me. Quale credi sia l’ultimo miracolo del tuo Signore? »
« Una donna, fedele, amorosa, forte, lo ha raggiunto sul Calvario, e gli ha asciugato il Volto. Ed Egli, per dire quanto può l’amore, ha fissato il suo Volto sul lino. Eccolo, Pietro. Questo ha ottenuto una donna, in ora di tenebre infernali e di corruccio divino “. Solo perché amò. Ricordatelo, questo, Pietro. Per le ore in cui ti sembrerà che il Demonio sia più forte di Dio. Dio era prigioniero degli uomini, già oppresso, condannato, flagellato, già morente…
Eppure, poiché anche fra le più dure persecuzioni Dio è sempre Dio, e se sarà colpita l’Idea, intoccabile è Dio che la suscita, ecco che Dio, ai negatori, agli increduli, agli uomini degli stolti ” perché “, dei colpevoli ” non può essere “, dei sacrileghi ” ciò che io non comprendo non è vero “, risponde, senza parole, con questo lino. Guardalo. Un giorno, tu me lo hai detto, tu dicesti ad Andrea : ” II Messia manifestarsi a te? Non può essere vero! ” e poi la tua ragione umana dovette piegare alla forza dello spirito che vedeva il Messia là dove la ragione non lo vedeva.
Un’altra volta sul mare in tempesta tu chiedesti : ” Vengo, Maestro? ” e poi, a mezza via, sull’acqua sconvolta, dubitasti dicendo : ” L’acqua non mi può reggere ” e col dubbio per zavorra per poco non affogavi. Solo quando contro la ragione umana prevalse lo spirito che seppe credere, potesti trovare l’aiuto di Dio. Un’altra dicesti : ” Se Lazzaro è morto già da quattro giorni, a che siamo venuti? Per morire inutilmente “. Perché non potevi, con la tua ragione umana, ammettere altra soluzione. E la tua ragione fu smentita dallo spirito, che indicandoti col risorto la gloria del Risuscitatore, ti mostrò che non inutilmente eravate andati.
Un’altra, anzi, più altre, dicesti, udendo il tuo Signore parlare di morte, e morte atroce : ” Ciò non ti accadrà mai! ” E tu vedi che smentita ha avuto la tua ragione. Io attendo, ora, di udire la parola del tuo spirito in quest’ultimo caso… » « Perdono. »
« Non questo. Un’altra parola. Amo. Pietro, ama. Sarai perdonato. Crederai. Sarai forte n Sarai il Sacerdote, e non il fariseo che opprime e non ha che formalismi e non fede attiva. Guardalo. Osa guardarlo. T
utti lo hanno guardato e venerato. Anche Longino… E tu non sapresti? Hai pure saputo rinnegarlo! Se non lo riconosci ora, attraverso il fuoco del mio materno, amoroso dolore che vi unisce, che vi rappacifica, non potrai più. Egli risorge. Come potrai guardarlo nel suo nuovo fulgore se non sai il suo volto nel trapasso dal Maestro che conosci al Trionfatore che non conosci?
Perché il dolore, tutto il Dolore dei secoli e del mondo, lo ha lavorato con scalpello e mazzuolo in quelle ore che vanno dal vespero del Giovedì all’ora di nona del Venerdì. E hanno mutato il suo Volto. Prima era solo il Maestro e l’Amico. Ora è il Giudice e Re. È salito sul suo seggio per giudicare. E si è cinto il serto. Così resterà. Solo che, dopo la gloriosa Risurrezione, sarà non più l’Uomo Giudice e Re. Ma il Dio Giudice e Re. Guardalo. Guardalo mentre l’Umanità e il Dolore lo velano, per poterlo guardare quando trionferà nella Divinità sua. »
Pietro alza finalmente il capo dal grembo di Maria e guarda Lei, col suo occhio arrossato di pianto, in un volto di vecchio bambino desolato e stupito del male fatto e del tanto bene che trova. Maria lo forza a guardare il suo Signore. E allora, mentre Pietro, come davanti ad un volto vivo, geme: «Perdono, perdono! Non so come fu. Che fu. Non ero io. Era qualcosa che mi faceva non essere io. Ma ti amo, Gesù! Ti amo, Maestro mio! Torna! Torna! Non andartene così senza dirmi che mi hai capito! »
Maria ripete l’atto già fatto nella camera sepolcrale. Con le braccia prostese, in piedi, pare la sacerdotessa nell’attimo dell’offerta. E come là ha offerto l’Ostia senza macchia, qui offre il peccatore pentito. È ben la Madre dei santi e dei peccatori! E poi alza Pietro. Lo consola ancora. E gli dice : « Ora sono più contenta. Ti so qui. Adesso tu vai. Di là. Con le donne e Giovanni. Avete bisogno di riposo e di cibo. Vai. E sii buono… » come ad un bambino.
E mentre poi, nella casa che, più calma in questa notte seconda dalla sua morte, tende a tornare alle umane abitudini del sonno e del cibo, e mostra l’aspetto stanco e rassegnato delle abitazioni dove i superstiti rinvengono piano dal colpo della morte, Maria sola vuole restare in piedi. Ferma al suo posto. Nella sua attesa. Nella sua preghiera. Sempre. Sempre. Sempre. Per i vivi e per i morti. Per i giusti e i colpevoli. Per il ritorno. Il ritorno. Il ritorno del Figlio.
La cognata ha voluto stare con Lei. Ma ora dorme pesantemente, seduta in un angolo, con la testa riversa contro il muro. Marta e ‘Maria vengono due volte, ma poi assonnate si ritirano in una stanza vicina e dopo qualche parola piombano loro pure nel sonno… E più oltre, in una cameretta piccola come un gingillo, dormono Salome con Susanna, mentre, su due stuoie gettate al suolo, dormono rumorosamente Pietro e Giovanni. Il primo con ancora un meccanico singhiozzo sperso nel suo russare. Il secondo con un sorriso di bambino che sogna qualche lieta visione.
La vita riprende i suoi atti e la carne i suoi diritti… Solo la Stella del Mattino splende insonne, col suo amore che veglia presso l’effigie del Figlio.
E la notte del Sabato Santo passa così. Finché il canto del gallo, alla prima schiarita dell’alba, non fa sorgere in piedi con un grido Pietro. E il suo grido spaurito e doloroso sveglia gli altri dormenti. E’ finita la tregua per essi. E rincomincia la pena. Mentre per Maria non fa che accrescersi l’ansia dell’attesa.
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