IL RAPPORTO DEI VIVENTI CON LE ANIME DEI MORTI
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Tutto ciò che l’uomo fa, pensa e dice, crea un movimento di attività che conduce al bene o al male. È molto necessario che chi ha fatto del male si affretti a ripararlo.
E necessario che elimini le sue colpe per mezzo del ravvedimento e dell’ammissione nella confessione e consacrandosi alla penitenza.
Se non farà ciò, costui avrà precluse le porte dello spirito al suo sviluppo terreno. È da tener presente che spesso le malattie e le sofferenze sono la mancanza del ravvedimento interiore e spirituale dell’uomo.
Finché la coscienza resta impura, l’uomo non ha possibilità di svilupparsi. Spesso io ho sentito questo nell’anima e nel corpo tramite la trasmissione delle malattie e delle sofferenze di alcune persone. Mi è stato rivelato che il peccato, nell’uomo rimasto senza pentimento e senza conciliazione, ha una conseguenza incalcolabile. Così ci sono pure diversi luoghi maledetti in cui furono consumati gravi delitti e peccati. Questi luoghi si possono riconoscere dalla naturale avversione che l’anima prova entrando in loro contatto. Le punizioni di alcuni peccati si susseguono e si trasmettono fino agli ultimi discendenti di una generazione. Come necessità ineluttabile.
Mi fu rivelato che la maledizione maledice sempre di più, mentre la benedizione benedice sempre di più e il sacro santifica fino all’intera santificazione dell’individuo.
Io, personalmente, sono molto sensibile al sacro e al profano, alla maledizione e alla benedizione; il sacro mi attira e io lo seguo senza opporre resistenza, il profano mi respinge, mi fa paura e mi fa molto orrore. Lo combatto con la fede e la preghiera.
Questa sensibilità mi si manifesta chiaramente quando entro in contatto con i defunti e le loro ossa. Una volta entrai in contatto con l’anima di un defunto per mezzo di poca polvere presa dai suoi resti mortali. Esiste infatti una certa relazione tra le anime dei morti e le loro ossa.
Nei cimiteri, contemplando le tombe, ho visto chiaramente questa relazione negli aspetti più diversi e ho percepito che le ossa di alcuni defunti emanano una chiara luce e trasmettono tramite essa un fluido benefico e benedicente, mentre le ossa di altri defunti emanano fluidi oscuri, che io ho potuto percepire come miserie e bisogno di salvezza.
Sentii il bisogno di salvare le anime di quei morti mediante opere espiatorie e preghiere d’intercessione. Quando prego presso alcune tombe, vengo assalita da un forte sentimento di orrore e di angustia, e quando cerco di soccorrere queste anime, sono respinta da una forza ignota; mi fu rivelato che le punizioni sono necessarie alla purificazione di queste anime.
Ogni tomba alla quale mi avvicino emana un’energia differente, a seconda del grado di bisogno delle povere anime. A volte percepisco chiarezza, altre volte oscurità; di notte, vedo vere e proprie colonne luminose fuoriuscire da certe tombe. Ho notato particolarmente che in alcune tombe riposano le ossa delle anime inquiete, le quali si trovano nel purgatorio dimenticate dai viventi senza possibilità di comunicare con il corpo della Chiesa. Prego molto su queste tombe, alcune volte sento una voce fioca e affaticata proveniente dalla profonda terra che mi sussurra: «Aiutami a venir fuori!».
L’unica cosa che sento di poter fare per le anime in pena è quella di pregare con quanta più forza e fervore possibile.
Ho notato che, quando prego intensamente sull’una o l’altra tomba, le ombre scure o grigie assumono più chiarore.
Mi fu rivelato che le tombe dove c’è un certo chiarore appartengono ai defunti ancora ricordati dai viventi, i quali con le preghiere e i buoni pensieri li aiutano nel processo di purificazione. Queste anime hanno un rapporto consolatorio con la Chiesa militante terrena e le comunità ecclesiali. Esse percepiscono la luce e la beatitudine e supplicano il nostro aiuto per raggiungerle, perché non possono farcela da sole.
Quando, ancor oggi, ricevo la grazia di tali contemplazioni sulle tombe, mi convinco che i fedeli e le comunità dei cristiani potrebbero, per mezzo dell’amore, salvare numerose anime nel purgatorio. Per grazia di Dio spesso ho potuto vedere molte anime piene di beatitudine passare dal purgatorio al cielo.
Quando prego nei cimiteri, vengo anche attaccata dagli spiriti del male che cercano di maltrattarmi, ma per grazia dì Dio non li ho mai temuti; in questi casi cerco solo di raddoppiare le mie preghiere e tutto finisce bene. Le anime in pena attendono molto l’aiuto dei viventi per la loro redenzione. Esse lodano e supplicano continuamente il nostro Salvatore.
- Katharina Emmerick
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