Il Purgatorio, secondo le rivelazioni dei Santi – 121°
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IL PARADISO
“Hai spezzato le mie catene”
Dopo la descrizione di tanti dolori e di tante pene, eccoci giunti finalmente a parlare di quell’ora benedetta nella -quale l’anima purificata dall’espiazione se ne vola al cielo, pura come quando Iddio la ebbe creata e felice di sentirsi unita per sempre al suo bene. Chi potrà riferire le gioie di quel momento?…
Il paragone dell’esule che ritorna in patria dopo i lunghi giorni dell’assenza e rivedendo le rive amene della terra natìa, pazzo di gioia riabbraccia i parenti e gli amici che colle festose accoglienze gli fan dimenticare il pane amaro dell’esilio, è troppo debole per confrontarsi a quell’ora, ora benedetta, in cui l’anima non rientra nella misera patria terrena, ma nella felice dimora celeste preparatale dal suo Dio. Niuna lingua può ridire, senza averlo prima provato, il giubilo di quell’ora.
Unico mezzo che ci resta per formarci una languida idea di quel momento fortunato, sono le rivelazioni dei Santi, sulla scorta delle quali esporremo brevemente in questo capitolo l’avvenire riserbato alle anime. Si tratta di una festa per tutto il Paradiso. Per la liberazione di un’anima dal Purgatorio, ne gode il Signore e la Vergine ; gli Angeli e i Santi ne esultano; i beati comprensori si fanno incontro alla nuova fortunata, ormai loro compagna per tutta l’eternità.
S. Teresa mentre stava un giorno ad ascoltare la S. Messa in suffragio di un Padre Gesuita virtuosissimo e morto poco tempo prima, vide nostro Signore scendere in Purgatorio, col volto raggiante di bontà e di misericordia, a cercare quell’anima fortunata per condurla in cielo, e questo in ricompensa della grande umiltà professata in vita dal defunto, come ebbe a dire nostro Signore alla Santa (Vita della. Santa, ca-pi<t. 38).
Chi potrà poi dirci lo splendore della gloria che irradierà quelle anime? Diceva santa Caterina da Siena, che l’anima santa nel possesso della sua felicità è spettacolo così meraviglioso e sublime, che se a noi fosse dato una volta sola contemplarlo, non potremmo sostenerne la vista e ne morremmo di felicità. Occhio umano non ha mai visto cose più belle, orecchio umano non udì mai armonie più soavi di quelle che si godono in cielo!
Speriamo di vedere un giorno anche noi, fra gli splendori dell’eternità, le maraviglie di quel regno beato; ma fino a quel giorno noi poveri bambini balbettanti non potremo mai arrivare a parlare di cose tanto sublimi, e lasciando inesplorati i solenni decreti del cielo, ci sarà sol di conforto la speranza di possedere in un tempo non lontano la scienza divina di quelle perfezioni !
Quantunque a stretto rigore l’anima non venga mai liberata prima che sia giunto il momento preciso in cui finisce la sua espiazione, vi sono tuttavia alcuni giorni dell’anno che sembra siano stati particolarmente destinati da Dio alla liberazione di quegli spiriti eletti. Oltre al privilegio del sabato pei confratelli dello Scapolare, e oltre le feste della beata Vergine, di cui già parlammo, vi sono altri giorni di speciali favori.
Caterina Emmerich, nelle sue rivelazioni tanto importanti sulla passione del Salvatore, ci dice che in ogni anniversario del sacrificio del Calvario Gesù Cristo scende nel Purgatorio a liberare l’anima di qualcuno di coloro che si trovarono presenti al grande spettacolo della sua passione. Altre rivelazioni ci fanno noto che ogni anno nel giorno dell’Ascensione, il divin Maestro rinnova in certo qual modo il mistero del suo ingresso trionfale nel ciclo, scendendo in Purgatorio a liberare molte anime che gli fanno corteggio nel rientrare nel soggiorno beato.
Finalmente nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, che è quello più specialmente consacrato ai suffragi, moltissime anime sono liberate da quelle pene. Una rivelazione citata dal P. Faber ci dice che Iddio fa uso, in codesta circostanza, della sua generosità, specialmente per quelle anime alle quali resta poco altro tempo per compiere la loro espiazione.
E qui pure ci troviamo impotenti ad immaginare il divino spettacolo e le splendide feste che si faranno in cielo in quelle occasioni così solenni. Se nei giorni delle grandi solennità della Chiesa quando centinaia di fedeli dopo essersi nel mattino accostati alla sacra Mensa, tornano a sera con l’anima pura e col sorriso sulle labbra nel tempio santo di Dio dov’egli rifulge tra gli ori del tabernacolo, tra i profumi dei fiori e le nubi d’incenso, noi ci sentiamo commossi e rapiti quasi fuori di noi stessi dalla gioia.
E quando la benedizione divina fra il silenzio religioso del santuario scende sui nostri capi sussultiamo di allegrezza, che cosa mai dovrà essere lassù nel cielo in quei giorni di tanta festa, nei quali la Trinità augusta circondata dalla sua gloria, e l’Umanità santissima del Salvatore raggiante amore dalle sue piaghe divine, e la Vergine Maria e gli Apostoli e i Martiri e le Vergini e i Cori degli angeli accoglieranno l’anima eletta nella santa città ?
Oh ! sì, pensiamo, pensiamo a queste gioie serene, a queste allegrezze divine, e dopo aver finora parlato dei rigori della divina giustizia, solleviamo fiducioso lo sguardo al Paradiso e vediamo che cosa sia lassù preparato per ciascuno di noi.
Padre Pietro Louvet
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