Il Purgatorio, nelle rivelazioni dei Santi – 86
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Doveri verso i genitori e verso i figli
Dovere gravissimo è quello di suffragare i propri genitori. S. Elisabetta d’Ungheria, quando mori sua madre Geltrude, quantunque avesse fatte per lei larghissime elemosine, mortificazioni e preghiere, se la vide una notte comparire col volto triste e smunto, e postasela ginocchioni dinanzi tutta piangente, dirle : !Figlia mia, figlia mia, ecco a’ tuoi piedi la madre tua oppressa dal dolore: abbi compassione di lei.
Io ti supplico di moltiplicare i tuoi suffragi onde la misericordia divina mi liberi dagli spaventosi tormenti che soffro. Ahimè! quanto sono da compiangere coloro che esercitano autorità sugli altri! Io sto ora duramente espiando i falli commessi quand’ero sul trono. In nome delle angosce e dei dolori fra i quali ti ho messa al mondo, in nome delle veglie e delle fatiche sostenute per la tua educazione, ti scongiuro a fare il possibile per liberarmi da tanti tormenti!
S. Elisabetta, appena cessata la visione, si pose a pregare, a piangere e a flagellarsi così aspramente, che il suo corpo sfinito cadde in letargo, e mentre stava così sopita, ecco comparirle nuovamente la madre vestita di bianco e col volto raggiante d’allegrezza, annunziandole che le preghiere da lei fatte in quel breve tempo le avevano schiuso le porte del cielo (Surio, ig Nov., Vita S. Etisab.).
A S. Margherita da Cortona, che fu parimente generosissima verso i suoi genitori nell’offrire preghiere e mortificazioni, fu da Dio rivelato che il tempo della espiazione di essi era stato considerevolmente abbreviato.
La venerabile Caterina Paluzzi quando perdette il genitore passò otto interi giorni in preghiere e macerazioni d’ogni sorta, in capo ai quali avendo fatto celebrare un servizio funebre e gran numero di Messe, rapita in estasi, fu dal divin Salvatore in compagnia di S. Caterina da Siena condotta in Purgatorio, dove intese la voce lamentevole di suo padre, che tra mezzo alle fiamme la scongiurava ad aver pietà di lui e ad affrettare la sua liberazione.
Presa da indicibile angoscia, la Santa si volse a nostro Signore, e lo scongiurò ad aver misericordia di quell’anima, pregando anche S. Caterina ad intercedere per lei; ma ebbe in risposta che la giustizia doveva avere il suo corso. Allora ella s’offrì nella sua ammirabile carità a subire nel proprio corpo quel che restava ad espiarsi dal padre, e il Salvatore la esaudì, poiché l’anima del padre volò dopo pochi istanti al cielo, mentre da quel momento in poi la vita di Caterina non fu altro che un lungo e continuato martirio (Vedi Diario Domenicano, 16 Ott.).
E perciò quando noi desideriamo conoscere la sorte toccata a coloro che abbiamo amato su questa terra, invece di alimentare questa curiosità che dispiace a Dio e che non giova per nulla a quelle povere anime, faremmo molto meglio a pregare il Signore che le sollevi da quelle pene.
Padre Pietro Louvet
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