Il Purgatorio Nella rivelazione di Santi – 8°
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L’ESISTENZA DEL PURGATORIO
Il Purgatorio dove si trova? – II
Tuttavia non è escluso che la giustizia divina permetta talvolta che le anime soddisfino alla pena dei loro falli nei luoghi stessi dove peccarono o vissero, o si rivelino comunque in determinati luoghi. Non mancano antiche rivelazioni narrate da S. Gregorio Magno (libr. 4 Dial. cap. 40 e 55) e da S. Pier Damiani negli scritti intorno ai miracoli del suo tempo. Noi riferiremo quanto riporta Mons. Alfredo Vitali, nel suo volumetto II Mese di Novembre (i), a proposito di un’apparizione di questo genere.
« Era una fredda sera di Novembre del 1894 e il sacerdote D. Fabiano Battaglini in sulle due ore di notte, dopo le funzioni di chiesa, faceva ritorno alla sua abitazione sul colle Palatino.Da più anni egli si occupava dell’Oratorio Notturno nella chiesa di S. Lorenzo in Fonte sulla via Urbana, ove nel Novembre si celebrava il devoto esercizio del Mese dei Defunti.
« Per fare ritorno alla sua casa il buon sacerdote doveva percorrere la via del Colosseo e poi volgere a destra e percorrere la breve stradicciola che mette sull’area del Tempio di Venere e Roma, alle spalle della Chiesa di S. Maria Nuova o S. Francesca Romana. In quell’epoca, al termine della stradicciola, per entrare nell’area del tempio, si doveva attraversare uno stretto passaggio tra due bassi muriccioli, uno dei quali, quello di destra, si prolungava a fianco di un sentiero sassoso che, dolcemente salendo, portava ad un orto, che ancora esiste, di prospetto al Monastero di S. Maria Nuova.
Costeggiava questo muricciolo una fila di colonne spezzate ed abbattute, quelle che ora formano riparo lungo il ciglio della platea del tempio, di prospetto al Colosseo ed alla via Sacra. Un custode notturno doveva vigilare, girando, quella zona solitària e pericolosa ; quindi non era infrequente il caso che D. Fabiano trovasse seduto sopra uno dei due muriccioli l’uomo, cui toccava il turno di servizio. « II buon sacerdote, conosciuto da tutto il personale addetto agli scavi del Palatino, soleva talora intrattenersi per breve tempo con ii custode, scambiare con lui una parola ed offrirgli una presa di tabacco.
— Buona sera, D. Fabià — era il consueto saluto d’ogni incontro.
— Buona sera – la risposta di quella buona pasta d’uomo, semplice e gioviale.
Era dunque una sera di Novembre del 1894 e Don Fabiano se ne tornava in casa questa volta in compagnia di un suo conoscente, un buon vecchio, impiegato dell’Ufficio Scavi. Giunti entrambi al passaggio tra i due muriccioli, trovarono il custode, che col suo bastone, seduto, passava le sue ore di guardia.
Lo salutarono, e, scambiando qualche parola, si allontanarono alquanto, poi si fermarono, perché lo sguardo di tutti fu richiamato da una figura bianco vestita, che con passo lento, il capo chino e i capelli disciolti lungo le spalle, discendeva dal sentiero che costeggiava l’orto, di cui si è fatto cenno.
« Tutti silenziosi osservavano con attenzione, compresi da una certa meraviglia, la strana figura. Sembrava una donna, ma la fioca luce del lontano fanale non ne lasciava discernere i lineamenti.
Essa passò poco discosta dai tre, silenziosa, e s’incamminò lentamente, come fosse stanca, alla volta delle colonne, distese lungo il muricciolo; e quando fu presso la seconda, a breve distanza dai suoi osservatori, alzò in alto le braccia, accompagnandole con un moto del capo ali ‘indietro e gridando con accento lungo, doloroso, straziante : « quanto soffro ! » si abbandonò pesantemente sulla colonna.
“A quel grido accorsero i tre, e : « Buona donna » dissero tosto, «che cosa avete?»… Ma quale fu la loro sorpresa nel non vedere più alcuno!…
“ La visione era sparita… Il custode allora disse che altre volte aveva veduto aggirarsi quel “fantasma” per quei luoghi, senza porvi mente e senza essere richiamato all’attenzione da cenno o da parola alcuna.
« In tutti rimase la persuasione trattarsi di una apparizione di anima del Purgatorio, e perciò, tanto il sacerdote che i due secolari si affrettarono a suffragarla con Messe ed altre opere espiatorie.
« Questo fu narrato allo scrivente dal medesimo sacerdote, D. Fabiano Battaglini »(Op. di., pag. 51 segg.).
Padre Pietro Louvet
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