Il Purgatorio Nella rivelazione di Santi – 6°
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L’ESISTENZA DEL PURGATORIO
La preghiera per i morti – II
Si legge in Eusebio di Cesarea che Costantino diede ordine che il suo sepolcro sorgesse nella chiesa dei SS. Apostoli da lui fatta costruire a Costantinopoli, e ciò nella speranza d’esser messo a parte, dopo la sua morte, delle preghiere che sarebbero state fatte in quel luogo sacro, com’ebbe a dichiarare nel suo testamento. Nel secolo v S. Agostino rende omaggio alla pietà di sua madre, S. Monica, con uno splendido passo delle sue Confessioni, che qui vogliamo citare, e che dimostra la fede ch’egli aveva nel Purgatorio, e quanto sperasse dalle preghiere fatte per la madre (S. Agostino, Con/., libro IX, cap. 9 segg.).
« Un giorno la mia diletta madre, assalita da improvvisa debolezza, perdette i sensi : quando corremmo in suo aiuto, essendo già ritornata in sé, guardò tutti noi che la circondavamo, riconobbe me e mio fratello e con voce piangente ci disse : — Dove ero io ? — E poiché ci vedeva inerti e oppressi dal dolore, soggiunse : “ Qui, o figli miei, lascerete vostra madre. — Io non risposi, che il pianto mi impediva di parlare, ma il fratello con parole di conforto le disse di sperare di ritornare nella terra dei padri suoi. Ella fissatolo con sguardo triste per mostrargli che aveva tutto compreso, volse gli occhi sopra di me, e mi disse : — Senti che cosa ha detto ? — e poco dopo rivolgendosi ad ambedue : — Voi comporrete questo corpo in quel luogo ove meglio vi piacerà; non ve ne prendete pensiero. L’unica preghiera che vi rivolgo è che dovunque vi troverete vi ricordiate di me nel Sacrificio divino ».
A questo proposito S. Agostino fa queste belle riflessioni : « Ora che il primo dolore prodotto dall’affetto naturale è passato, io vi loderò, o Signore, in nome della vostra serva, ed altre lacrime spargerò dinanzi a voi, che non siano della carne, ma bensì dello spirito, lacrime che fluiscono spontanee dal ciglio quando si pensi al pericolo nel quale si trovano le anime che peccarono in Adamo, poiché quantunque la madre mia sia stata vivificata in Gesù Cristo e sia vissuta nella carne glorificando sempre il vostro santo Nome col fervore della sua fede e con la illibatezza dei suoi costumi, nondimeno io non ardisco affermare che dal giorno in cui voi, o mio Dio, la rigeneraste col santo Battesimo, non sia uscita dalle sue labbra alcuna parola contro i vostri comandamenti.
Ma poiché voi non desiderate la ricerca dell’iniquità, nutro fiducia filiale che la madre mia abbia trovato misericordia davanti al vostro cospetto. E perciò, o Dio del mio cuore, io lascio da parte a bella posta le opere sante fatte dalla mia diletta genitrice, e delle quali mi consolo rendendo a voi grazie infinite, per domandarvi solo perdono dei suoi peccati. Esauditemi, ve ne scongiuro per le ferite sanguinose di Colui che morì per noi su’ legno infame, e che ora assise alla vostra destra intercede per gli uomini.
« Io so ch’ella fece sempre misericordia e rimise di tutto cuore i debiti ai suoi debitori ; rimettete quindi ancora voi a lei i suoi, se qualcuno ne avesse contratto nei numerosi anni che trascorsero dal giorno in cui fu rigenerata col santo Battesimo, fino a quello del suo passaggio da questa vita. Perdonatela, perdonatela, ve ne scongiuro, o Signore, e non entrate con lei in giudizio, poiché la vostra misericordia supera la vostra giustizia, le vostre parole sono veraci e prometteste misericordia a chi avrà fatto misericordia. Questa misericordia io credo che voi l’abbiate già fatta, o mio Dio; ma tuttavia accettate l’omaggio delle mie labbra.
Ricordatevi che nel momento del suo passaggio all’altra vita, la vostra serva non pensò a far rendere al suo corpo funebri onoranze con splendidi esequie e con profumi preziosi, non domandò un sepolcro superbo, né di essere trasportata in quello che aveva fatto costruire a Tagaste, sua patria, ma solo volle che noi ci fossimo ricordati di lei dinanzi ai vostri santi altari, nel mistero sublime al quale ogni giorno ella prese parte, poiché sapeva che in questo si dispensa la Vittima immacolata, il sangue della quale ha annullato la sentenza fatale della nostra condanna.
«Ch’ella dunque, o Signore, riposi in pace presso le ossa del suo consorte, accanto a colui al quale rimase fedele nelle gioie della verginità e nelle tristezze della vedovanza, accanto a colui di cui erasi fatta serva per guadagnarlo a voi con la sua pazienza salutare. E voi, o mio Dio, ispirate ai vostri servi, che sono miei fratelli, ispirate ai miei figli spirituali, che sono miei maestri, poiché il mio cuore, la mia voce, i miei scritti sono al loro servizio, ispirate a tutti quelli che leggeranno queste mie parole di ricordarsi dinanzi ai vostri altari di Monica, vostra serva, e di Patrizio, suo sposo. Furono essi che mi introdussero nel mondo ; fate dunque che tutti coloro che vivono fra la luce ingannevole di questo secolo si ricordino piamente dei miei genitori, affinchè l’ultima preghiera di mia madre morente sia esaudita anche più di quello che essa desiderava ; e non abbia essa a ricevere soltanto il soccorso delle mie preghiere, ma anche quello di molti altri ».
Ho voluto riferire quasi per disteso questa meravigliosa preghiera del santo Dottore a vantaggio della sua madre defunta, perché quando si pensi alla santità di quella illustre matrona, che la Chiesa sollevò agli onori degli altari, quando si consideri che nel momento in cui il figlio scriveva erano trascorsi circa vent’anni dalla morte di lei, si scorgerà facilmente che cosa pensasse il grande Dottore della Chiesa latina sul Purgatorio e sulla severità della giustizia di Dio.
S. Gregorio Magno coi suoi Dialoghi contribuì notevolmente a promuovere tra i cristiani la devozione verso le anime del Purgatorio. Il Padre Lefebvre era solito dire che S. Gregorio Magno doveva essere amato ed onorato dai fedeli per molte ragioni, ma sopratutto perché aveva esposto in maniera tanto chiara e commovente la dottrina del Purgatorio, e credeva che se non avesse parlato con tanta eloquenza di quelle anime sante, la devozione nutrita verso di loro nei secoli posteriori sarebbe stata meno ardente, e quindi insieme alla devozione verso le anime del Purgatorio inculcava sempre nei fedeli sentimenti di riconoscenza verso il santo Dottore.
Padre Pietro Louvet
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