Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – XXI
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Pene particolari
Adesso entriamo ancora più addentro nelle particolarità di tante sofferenze, e non contenti di questo, per dir così, panorama generale delle pene del Purgatorio, studiarne nelle rivelazioni dei Santi le pene speciali inflitte dalla giustizia di Dio a quei falli, che la maestà sua ha più particolarmente in orrore.
Fra cedeste mancanze Iddio punisce molto severamente la vanità. Citeremo qui due esempi che vorremmo facessero rinsavire tanta frivola gioventù che consuma il tempo in acconciarsi ed abbellirsi per piacere in questa vita, accumulandosi tormenti inauditi per l’altra. Il primo è tratto dalle rivelazioni di santa Brigida (lib. VI, capo 52), la quale, in una delle estasi che le discoprirono il Purgatorio, osservò fra le altre una fanciulla di alto lignaggio, che le fece conoscere quanto penasse in espiazione dei suoi peccati di vanità.
Quel capo, che con tanta cura aveva coltivato, era divorato all’interno e all’esterno da fiamme cocen-tissime; quelle spalle e quelle braccia, che tante volte aveva amato di portar denudate, erano strette da catena di ferro rovente ; i piedi sì agili nella danza erano avvinghiati e morsi da vipere, che li insozzavano colla loro bava immonda ; tutte le membra, che in vita era solita di sovraccaricare di monili, di gioie, di perle, di fiori, erano torturate da spaventevoli pene.
E andava gridando : -Madre mia, madre mia, quanto sei colpevole verso di me ! La tua soverchia indulgenza, peggiore dell’odio più atroce che tu avessi potuto portarmi, mi ha fatto precipitare in queste orribili pene ! Tu mi conducevi alle feste, ai balli, agli spettacoli, a tutte le riunioni mondane che sono la rovina dell’anima e per le quali ora soffro miseramente, e quantunque talvolta mi consigliassi preghiere ed atti di virtù, questi si trovarono sempre superati e quasi perduti per i sollazzi e le compiacenze che io mi prendeva nella vita.
Nondimeno rendo grazie infinite al mio Dio perché non permise la mia eterna dannazione. Prima di morire, presa da pentimento, mi confessai, e quantunque lo facessi in considerazione delle pene che mi potevano essere riservate nell’altro mondo, e quindi la mia confessione non fosse valida, nel momento però d’entrare in agonia mi ricordai della dolorosa passione del Salvatore, e potei così formare un atto di vera contrizione, promettendo, se ne avessi avuto tempo, di riparare colla penitenza alle mie colpe.
Lo storico soggiunge che la Santa avendo raccontato l’apparizione ad una cugina della defunta, l’impressione da questa riportata fu tale, che rinunziato alle vane lusinghe del secolo, si rinchiuse in un monastero di austerissima penitenza, dove santamente visse e morì.
Padre Pietro Louvet
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