Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – XX
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Molte particolarità sul Purgatorio, che troviamo nella vita di S. M. Maddalena de’ Pazzi, le ritroviamo nelle rivelazioni di molti altri Santi, che con le anime purganti ebbero particolare relazione. Nella vita di S. Bernardino da Siena (Bollandisti, Vita S. Bernardini Sen., 20 Maji, in Supplemento) si legge il fatto seguente.
Un giovanetto, morto all’età di undici anni, mentre gli si facevano i funerali, per la preghiera di San Bernardino si scosse come da un sonno profondo e postosi a raccontare quel che aveva veduto nell’altra vita, descrisse con straziante precisione i tormenti dei dannati nell’Inferno, raccontò quindi le gioie ineffabili dei beati in Paradiso e le pene delle povere anime del Purgatorio. A proposito di queste ultime, descrisse le precise particolarità che si trovano nelle rivelazioni di quei Santi, i quali, come S. M. Maddalena de’ Pazzi, S. Francesca Romana o la venerabile Maria Francesca del Sacramento, ebbero particolarmente a cuore la causa delle anime purganti.
Nella vita del P. Nicola Zucchi della Compagnia di Gesù troviamo raccontato quanto segue. Un cavaliere desiderava in matrimonio una nobile fanciulla romana, la quale dietro consiglio del P. Zucchi, suo confessore, aveva fatto voto a Dio della sua verginità, ed osava importunarla con le sue sollecitazioni persino nel santo asilo dove ella aveva ricoverato la sua innocenza.
Un giorno il P. Zucchi, incontratolo per una strada di Roma, lo rimproverò aspramente per l’indegnità della sua condotta, minacciandolo di tutto il rigore dei castighi divini, ma inutilmente. Quindici giorni dopo il cavaliere morì, e dopo qualche tempo la novizia s’intese un giorno tirar per le vesti, e udì una voce che le disse : -Venga al parlatorio. – Ella vi andò, e veduto un uomo che ivi passeggiava, gli chiese ansiosamente chi fosse, cosa fosse venuto a fare a quell’ora, e che cosa volesse da lei.
Allora quegli, senza nulla rispondere, le si fermò davanti, sicché essa ben lo riconobbe per quel cavaliere suo amante. A questo punto costui, aperto il mantello in cui era avvolto, le fece vedere delle catene di ferro, delle quali alcune gli pendevano dal collo, altre gli stringevano i polsi, ed altre le gambe sotto le ginoc-chia : castigo ben meritato da chi aveva voluto incatenare una sposa di Cristo con amore profano. Quindi il ‘cavaliere disse con voce lugubre : “Pregate per me” e disparve.
Padre Pietro Louvet
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