Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – XLII
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Il beato Stefano, religioso francescano, essendo solito di passare ogni notte alcune ore davanti al SS .mo Sacramento, vide una volta seduto in uno degli stalli del coro un religioso, col volto nascosto nel cappuccio. Stupito per tal novità, gli si avvicinò, domandandogli che cosa mai facesse lì a quell’ora, mentre gli altri frati riposavano. Al che quegli con voce lugubre rispose:
“Io sono un religioso morto in questo monastero e condannato dalla divina Giustizia a far qui il mio Purgatorio, meritato per le numerose negligenze da me commesse in questo luogo stesso nella recita del divino Ufficio, e per la tiepidezza e le distrazioni volontarie da me usate nel pregare”. — Avendo allora il Beato recitato in suffragio di quell’anima il De profundis e l’Oremus Fidelium, il defunto parve ritrarne gran sollievo.
Per molte altre notti poi seguitò ad apparire per eccitare la compassione di lui, finché una volta, dopo la recita del De profundis, Stefano lo vide abbandonare lo stallo con un gran sospiro di soddisfazione in segno che la sua prova era finita (Cron. dei Frati Min., lib. IV, e. 30).
Tuttavia il ministero più sublime e più delicato di un sacerdote è quello della celebrazione della Santa Messa. Quante care si prende la Chiesa per formare dei preti compresi della loro dignità e delle loro responsabilità in ordine specialmente alla celebrazione del divin Sacrificio.
Ogni abuso in proposito è senza dubbio punito severamente dalla Divina Giustizia. E quindi le irriverenze e le mancate attenzioni nella celebrazione del sacro Rito, l’accumular di intenzioni, che poi è impossibile soddisfare a tempo e luogo, non passeranno impunite dinanzi a Dio.
Padre Pietro Louvet
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