Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – 60°
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DURATA DELLE PENE DEL PURGATORIO
Calcoli di anime in pena – II parte
Un altro fatto dello stesso genere è citato dal Rossignoli. — Due religiosi si amavano come fratelli e si eccitavano a vicenda alla pratica della santa vita prescritta dalla regola. Ad uno di essi poco prima di morire apparve l’Angelo custode dicendogli che era salvo e che sarebbe rimasto in Purgatorio finché fosse stata celebrata una Messa in suo suffragio. Chiamato perciò l’amico, con volto ilare lo scongiura di non lasciarlo dopo morte soffrire a lungo nel Purgatorio e di celebrare immediatamente quella Messa. Questi promette, con le lacrime agli occhi.
Infatti, appena morto l’amico corse a celebrare per lui. Era appena tornato in sacrestia, dopo la celebrazione, quand’ecco comparirgli l’amico tutto raggiante di gloria, ma col volto atteggiato a malcontento, rimproverandogli di aver dimenticato la promessa e d’averlo lasciato più d’un anno in Purgatorio! — Com’è possibile quanto dici, rispose il religioso meravigliato, se appena tu sei spirato son corso a soddisfare la mia promessa celebrando il santo Sacrificio, che appena ora ho terminato? Se non credi vieni con me e te ne darò la prova facendoti toccare il tuo cadavere ancor caldo.
Allora il defunto quasi svegliandosi da profondo sonno esclamò : — Come sono spaventevoli, ohimè, le sofferenze del Purgatorio! Un’ora sola di pena mi apparisce più lunga d’un anno ! Benedetto sia Dio che ha così abbreviato la mia prova, e grazie mille volte a te, o fratello mio carissimo, della premura e carità che mi hai usato. Io salgo ora al cielo, e pregherò Dio che presto ci unisca lassù come fummo uniti sulla terra.
Da ciò si vede quanto siano insensati coloro che non si curano affatto di far penitenza in questo mondo, aspettando di scontare i loro falli in Purgatorio. – Dell’imperatore Maurizio racconta la storia ecclesiastica che avendo commesso quand’era sul trono umili e gravi peccati, e avendogli Dio inviato un Angelo per chiedergli se sceglieva di scontarli in questo mondo o nell’altro, rispose : “In questo mondo, in questo mondo, o Signore, poiché la mia pena sarà sempre inferiore a quella che patirei nell’altra vita.
Poco tempo dopo uno de’ suoi generali per nome Foca, impadronitosi dell’impero, fa condurre l’imperatore nel circo, lo fa coricare in terra e premendogli col piede la gola, presente tutto il popolo costantinopolitano, gli fa sgozzare davanti agli occhi tutti i figli, dopo di che uccide colla spada anche lui. Durante l’orribile carneficina il pio Imperatore non cessava di ripetere il versetto del Salmista : Justus es, Domine, et judicia tua aequitas.
Dagli esempi citati dobbiamo trarre la conclusione che la durata delle pene del Purgatorio è ordinariamente assai lunga e che il calcolo di noi, che ancora viviamo, è ben diverso dal calcolo che le anime purganti fanno delle loro pene. Tanta è l’intensità dei divini castighi in Purgatorio, che un’ora sola può sembrare una eternità a quelle anime in pena.
Queste riflessioni ci ispirino un salutare terrore del Purgatorio ed una più viva compassione per le povere anime purganti, che spesso dimentichiamo con troppa facilità. La infinita santità di Dio non soffre macchia nei suoi eletti, mentre ordinariamente le anime giungono al tribunale di Dio talmente indebitate con la giustizia divina da inorridire al solo pensarvi. « Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti!» (Lament. ler. 3, 22). Salve unicamente per grazia di Dio, rimane da soddisfare ai debiti contratti con la divina giustizia.
E neppure dobbiamo meravigliarci e tanto meno lamentarci con Dio, allorché sembra che dia fondo ai suoi castighi con gli uomini, finché vivono. Meriteremmo che Iddio aggravasse la mano assai di più… Comunque son pene risparmiate per l’altra vita!
Padre Pietro Louvet
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