Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – 48°
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Le anime del Purgatorìo sono sante
Passando ora dall’ordine intellettuale a quello morale, possiamo affermare che le anime del Purgatorio sono sante : « in Christo quiescunt », « dormiunt in somno pacis ». Questo contro la tesi di Luterò, che voleva le anime del Purgatorio in stato di continuo peccato.
E non solo esse sono sante, ma la loro santità è eternamente durevole, perché sono confermate in grazia e si trovano nella felice impotenza di peccare, potendo nello stesso tempo esercitare le più belle virtù cristiane. « Allorché l’anima entra nel Purgatorio per la ragione che essa vi giunge in unione con Dio, ed oltre a ciò apprende per l’intelligenza immediatamente e in un colpo d’occhio i rapporti di tutte le cose col loro Creatore, aderisce irrevocabilmente a Dio e a tutto quello che di divino si riscontra nelle creature.
Ella non può più non amare Iddio, non preferire le virtù che conducono e piacciono a lui, non accettare i suoi comandamenti, non amare in sé l’opera e la creatura di Dio, non amare il prossimo in cui è l’immagine di Dio » (Chollet, / nostri defunti, parte II, cap. III). Questo che andiamo affermando sembra paralizzare la libera volontà dell’anima umana dopo la morte del corpo, dal momento che le è tolta ogni scelta tra bene e male, tra virtù e peccato, tra più perfetto e meno perfetto, tra la scelta di un mezzo a preferenza di un altro. Riflettiamo, e ogni dubbio sarà dissipato.
« La volontà è la facoltà del bene, né può volere che il bene ; e quando pure si volge al male lo apprende come bene e come vantaggio; che sebbene falso questo bene e questo vantaggio, e semplicemente apparente, solo a motivo di questa sua apparenza la volontà vi si attacca.
Nel Purgatorio invece l’intelligenza è rischiarata e vede le cose tali quali sono ; il male è male, il bene è bene davanti ad essa ; ogni velo è strappato e le false apparenze del bene a quella luce si dileguano ; la nebbia seduttrice che nasconde il male che produce come una vertigine nello spirito, che fa cedere la volontà, è dissipata. La volontà che di sua natura è facoltà di scegliere fra le varietà dei beni che le sono proposti, non può volgersi più a cose che sono fuori dell’orizzonte del bene ; non può scegliere più il male, giacché non le si presenta ormai che come male».
Padre Pietro Louvet
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