Il Perdono guarisce di don Tiziano Soldavini – Prefazione al saggio
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“IL PERDONO GUARISCE”
Edizioni Elledici – Marna.
Saggio di don Tiziano Soldavini
Dalla prefazione di Beniamino Donnici – Psichiatra-Psicoterapeuta
Bisogna, però, essere disposti a lasciarsi guarire dall’Amore. “Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?».” (Gv 5, 1-6)
Ma come sarebbe a dire: vuoi guarire? Gesù che fa? Lo prende in giro quel poveruomo malato da quasi quarant’anni? Irride ai ciechi, agli zoppi, agli storpi e lebbrosi che si accalcano in quell’angolo di Gerusalemme? Come può chiedere a uno di questi sventurati se vuole guarire? No, che non irride Gesù! Né gioca col dolore! Provoca – questo sì! – come in tanti altri passi del Vangelo, per stanare le contraddizioni della nostra umanità pavida e peccatrice, per far emergere la Verità.
Infatti, non è affatto scontato che chi sta male desideri veramente la guarigione. Anzi, a volte la malattia ci fa comodo, diventa la nostra corazza, ci fa scudo dalle responsabilità, difende la nostra tendenza al vittimismo, ci risparmia la fatica e la paura di crescere.
E se questo è vero per qualunque malattia, ancora di più lo è nel campo del disagio e della sofferenza psichica, dove la resistenza al cambiamento e alla guarigione è lo scoglio che deve affrontare e superare chiunque si occupi di salute mentale. Specialmente nell’ambito di quelle ferite emotive causate da un’offesa, da una violenza, da un vissuto di rifiuto o di abbandono, che necessitano, per essere affrontate e rimarginate, di quello che potremmo definire il processo emotivo- cognitivo- comportamentale del “perdono”.
Vuoi guarire? Vuoi lasciarti guarire dal mio amore? Ecco la domanda assurda eppure attuale e pertinente di Gesù! Ecco la provocazione dell’Infinito che si fa piccolo, per lasciarsi intuire e contenere da un povero cuore sanguinante! Qui è la sostanza di questo libro, che è insieme una sfida e una speranza, perché documenta, anche e soprattutto attraverso storie semplici, come una volta incontrato quell’Amore la nostra vita diventi improvvisamente uno spettacolo di accoglienza, di comprensione: di perdono, appunto.
Giunge un’eco, da ognuna di quelle storie: se Cristo si è chinato su di me, se ha guardato al mio niente, se il suo braccio potente mi ha tratto via dal baratro, se mi ha amato così tanto da non curarsi delle mie dimenticanze, dei miei ritardi, della mia arroganza, della mia presunzione, della mia infedeltà, se mi è stato leale e fedele, con tenerezza e discrezione, sempre rispettoso dei miei tempi, delle mie paure, delle mie resistenze e della mia libertà, come posso non vederlo nel volto di mio padre, anche se il suo cuore restasse ancora indurito dal suo antico problema?
Oppure in quello di un fratello prigioniero della gelosia e dell’invidia che lo fa incattivire e sbagliare? E, persino, in quello del carnefice, di un aguzzino?
Come posso lasciarmi sopraffare dall’esperienza, pur quotidiana, del tradimento, dell’ingratitudine, del cinismo, se penso a quell’Uomo crocefisso? Se penso a quella Donna in ginocchio, che continua a fissarlo, per non perdere niente del suo martirio? Se penso a quanto amore è rimasto appeso su quel legno, a quanto ne è scivolato giù per fecondare il terreno arido del Golgota e far nuova la Storia, come posso restare fermo al mio risentimento? Se quella scena si fa ancora presente – qui ed ora! – come posso lasciarmi soggiogare dal piccolo e meschino bisogno di vendetta?
Quanto amore su quel legno! Generoso, gratuito, senza limiti e misure! Solo se non ci stanchiamo di farne memoria, potremo comprendere fino in fondo il significato del perdono. “Perdono, verità e giustizia non sono termini contrapposti, ma che si completano a vicenda”, scrive don Tiziano, precisando che non la “nostra” verità, né la “nostra” giustizia, ma quelle che vengono da Dio, sono causa e conseguenza del perdono.
“Cari figli – dice la Regina della Pace in uno dei suoi messaggi da Medjugorie – … non abbiate paura … vi mostro la strada come perdonare voi stessi, perdonare gli altri e, con pentimento sincero nel cuore, inginocchiarvi davanti al Padre. Fate sì che muoia in voi tutto ciò che vi impedisce di amare e salvare, di essere con Lui e in Lui. Decidetevi per un nuovo inizio, l’inizio dell’amore sincero di Dio …”
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