Il Papa nomina 22 nuovi cardinali
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Papa Ratzinger annuncia la nomina di 22 nuovi cardinali, ma a sorpresa si “dimentica” del patriarcato Venezia, da oltre sei mesi priva del suo Cardinale-patriarca dopo lo spostamento di Angelo Scola a Milano.
Nel nuovo concistoro -il quarto indetto da Benedetto XVI- che si terrà in vaticano il 18 e il 19 febbraio prossimi saranno nominati i porporati di importanti sedi cardinalizie come Firenze – con l’arcivescovo Giuseppe Betori -, New York, Toronto, Berlino, Praga. Ma per Venezia ancora niente. Mai nella lunga storia della Chiesa una sede di primaria importanza e di indiscusso prestigio internazionale come la città della Laguna era rimasta priva della sua guida pastorale.
Deluse anche le attese per un’altra preventivata nomina cardinalizia nella figura dell’arcivescovo Rino Fisichella, il presule fortemente voluto da Benedetto XVI alla guida del nuovo dicastero su cui il Papa intende rilanciare la presenza cristiana nel mondo contemporaneo, il Pontificio Consiglio per la rievangelizzazione. Forse il nome di monsignor Fisichella è stato per il momento accantonato a causa della folta pattuglia di neo Cardinali provenienti dalla curia, ben sette nuovi porporati, tutti molto vicini al Cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Il nome più famoso è quello di monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, fine biblista, molto vicino al Cardinale Camillo Ruini col quale per anni ha collaborato come segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Betori nei mesi scorsi suo malgrado è balzato agli onori delle cronache essendo sfuggito ad un attentato per mano di uno squilibrato presso la curia fiorentina. Si è salvato grazie al pronto intervento del suo segretario rimasto gravemente ferito dai colpi sparati dall’aggressore.
Segna il passo, per il momento, la Chiesa sudamericana, ma soprattutto quella africana, quasi un apparente controsenso alla luce di quanto più volte Benedetto XVI ha detto a favore dei “giovani popoli dell’Africa” additati – specialmente nel corso dei suoi viaggi apostolici, ma anche durante importanti appuntamenti come il discorso alla Curia romana di appena due settimane fa- come esempio da seguire per la “freschezza” della loro fede.
Apprezzamento reso ancora più significativo alla luce di quanto lo stesso Papa Ratzinger ha denunciato all’Angelus di oggi, avvertendo tra l’altro che il mondo occidentale è allo “sbando” e che ”naviga a vista, senza una direzione”. Poche ore prima il Papa aveva celebrato la messa dell’Epifania nella Basilica di San Pietro. E, nell’omelia, ha chiesto ai Vescovi di essere vigilanti e non cercare la gloria del mondo.
“Ricolmo del coraggio dell’umiltà, che non si interroga su che cosa dica di lui l’opinione dominante, il Vescovo deve essere capace di precedere e di indicare la strada” ai fedeli. Il suo cuore dovrà essere dunque “inquieto” e “vigilante”, capace cioè di percepire “il linguaggio sommesso di Dio e discernere il vero dall’apparente”.
Orazio La Rocca
La Repubblica
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