Il nostro saluto a Cinzia Scala
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Nonostante il terribile caldo estivo e il rischio Covid, la Parrocchia di San Gennaro al Vomero – Napoli, era gremita in ogni ordine di posti. Centinaia di amici, parenti e conoscenti, si sono ritrovati intorno al feretro di Cinzia per darle l’estremo saluto.
In verità, nessuno si è meravigliato di questo straordinario concorso di popolo perché Cinzia era conosciuta da moltissime persone, sia per il suo impegno ecclesiale: Responsabile della Fraternità “Sacra Famiglia” e Presidente della Caritas, oltre che per l’attività commerciale: aveva un negozio di abbigliamento che si era trasformato in un luogo di ritrovo per le sue innumerevoli amiche.
Ma sarebbe stata sufficiente l’essere una persona nota per riuscire ad adunare tantissime persone vivamente commosse? No. Il motivo è ben altro: Cinzia era amata da tutti perché era veramente molto buona. La sua bontà era speciale, particolare, potremmo dire rara. La nostra cara Cinzia era sempre disponibile per qualsiasi necessità: aperta al paziente ascolto delle mille problematiche che le venivano esposte, aveva una parola buona per tutti, un buon consiglio, un suggerimento, un’esortazione, un incoraggiamento; ha sempre cercato di trasmettere serenità e fiducia in Dio. Ma era anche attiva e fattiva: ottima madre di famiglia, ha portato avanti la sua “casa” in maniera esemplare, si è dimostrata una brava organizzatrice di eventi, manifestazioni, attività benefiche; ha anche fatto volontariato in una casa di assistenza per anziani e si è impegnata per l’assistenza materiale dei malati.
Come possono confermare i sacerdoti con i quali lei ha collaborato, Cinzia era una “donna di preghiera”, non solo perché recitava, con fervore, le sue orazioni, ma per essersi fatta lei stessa “preghiera”, inno di lode a Dio e santa oblazione.
Questa cara sorella si è dimostrata anche una “donna eucaristica”, sia perché si nutriva volentieri del Corpo e Sangue di Cristo ma, specialmente, perchè è divenuta “pane spezzato” per i suoi fratelli.
Per tutto ciò, sull’esempio di Sant’Agostino, noi non chiederemo al Signore: “Perché ce l’hai tolta?” ma lo ringraziamo e lo ringrazieremo per avercela data.
Il Redattore
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