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Il nostro cammino dalle tenebre alla luce – Emanuele

17 Aprile 2015 | Filed under: Dipendenze
     

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 emanuele

Il mio nome è Emanuele, ho venticinque anni e oggi sono tanto felice di far parte di questa grande famiglia che è la Comu­nità Cenacolo. Sono cresciuto in un ambiente familiare sereno e unito. I miei genitori hanno sem­pre cercato di trasmettermi i valo­ri giusti per poter avere una vita onesta, ma oggi mi accorgo che tra questi valori mancava quello più importante: la fede. Dopo il Sacramento della Cresima il mio rapporto con Dio è diventato pra­ticamente nullo, fino al punto di dire che un vero Dio non esiste e che non potevo credere in qual­che cosa che non potevo toccare e vedere.

La mia vita era già pie­na di tante cose che mi piaceva­no e che mi facevano sentire in parte realizzato, come il calcio, gli amici, la scuola. In famiglia sem­brava che tutto andasse bene, ma la diversità di orafi di lavoro dei miei genitori a volte era un osta­colo per il nostro rapporto e così sentivo che soprattutto con la mamma si stava creando un di­stacco più profondo. In compa­gnia degli amici, oltre alla fuga dalla famiglia, ho incontrato an­che una nuova esperienza che sembrava farmi superare tutti i problemi e tutta la mia insicurez­za: si chiamava eroina. All’inizio è scattato tutto per cu­riosità e anche per non essere il “diverso” della compagnia, ma ben presto mi sono ritrovato a so­li quindici anni a usarla di conti­nuo perché già era diventata una necessità per vivere “normalmen­te”.

In quei mesi ho lasciato la scuola e ho iniziato a lavorare, ma quando sono stato licenziato per aver rubato, il mondo mi è crollato addosso e così è venuto tutto a galla e per tutta la famiglia è stato un dramma. I primi aiuti li ho ricevuti dai miei genitori, che mi hanno sostenuto nell’affronta­re una cura che dopo sei mesi di pastiglie ha portato ad esiti appa­rentemente positivi, tanto che la mia vita sembrava fosse ripartita in modo normale: lavoravo, ave­vo una ragazza e tanti amici. Ma la droga aveva lasciato un se­gno profondo e poco alla volta è

rientrata a far parte della mia vita. Con questa ragazza sono sempre più sprofon­dato nel male, oltre all’eroina si sono aggiunte tutte le al­tre droghe e ormai non capivo più che cosa fosse la realtà, vivevo da schiavo. In pochi mesi tutto è peggiorato e mi so­no ritrovato a terra, non avevo più nien­te e ormai anche la voglia di vivere si stava spegnendo.

Poi un giorno rice­vetti una telefonata dalla mia famiglia, che mi proponeva il suo aiuto: nel cuore avevo tristezza e fal­limento, ma a volte si accendeva una piccola speranza di poter risorge­re e così accettai e fui aiutato ad entrare alla Cenacolo. Ricordo che quando i miei geni­tori mi accompagnarono in Co­munità, se ne andarono piangen­do: lì ho sentito un gran peso nel cuore, per tutto il dolore dato a loro ma anche a me stesso.

I pri­mi giorni erano difficili e la “ca­renza” si faceva ancora sentire, ma quello che più mi toccava il cuore e mi dava la forza di prose­guire era il vedere che venivo cir­condato da un amore gratuito e incondizionato. Per la prima volta non mi sentivo giudicato per i miei sbagli ma capito. La novità più grande che ho incontrato in Comunità è stata la preghiera. Al­l’inizio non sapevo bene chi pre­gavamo, ma visto che lo faceva­no tutti ho iniziato a farlo anch’io. A volte, quando le ginocchio ini­ziavano a farmi male, pensavo che forse era meglio andare a la­vorare, ma proprio in quei mo­menti ho scoperto la presenza di Gesù e dell’aiuto che mi stava offrendo per andare avanti e per riconquistare la mia libertà. Con la preghiera hanno iniziato a ve­nire a galla anche tante verità di me stesso. All’inizio è stato vera­mente difficile accettare di essere un ragazzo timido, chiuso, orgo­glioso, ma nello stesso tempo ve­devo che c’era un Dio che mi amava per quello che ero e mi dava tanto coraggio di continuare su questa strada.

Adesso, dopo cinque anni di cammino, mi sento un ragazzo li­bero e realizzato, ma soprattutto sento di avere fatto mio il valore più importante: la fede. Ringrazio Madre Elvira perché mi ha salvato e mi ha fatto incontra­re Gesù e perché ogni giorno mi fa comprendere che vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Ringra­zio la Madonna perché attraverso la Comunità ha riunito la nostra famiglia e oggi posso dire con gioia che non ho più vergogna di abbracciare i miei genitori, di stringerli forte e di dire loro: “vi voglio bene!”.

Emanuele

Comunità Cenacolo    


     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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