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Il messaggio di Fatima

13 Maggio 2012 | Filed under: Apparizioni Mariane
     

 Il messaggio di Fatima e assolutamente attuale perchè non si limita a rappresentare un fatto lontano, del 1917, bensì è un evento come gli episodi dell’antico Testa­mento, il quale nelle sue pagine è quasi un messaggio cifrato al popolo di Dio, che trova piena attualità e lucida interpretazione solo in Cristo, il quale è l’unico codice interpretativo, dal quale necessita partire per leggere quel Libro. Così Fatima, per capirla, necessita porsi nell’ottica del nostro momento storico e proprio in questi anni.
Sono le componenti che qualificano la nostra generazione che esprimono l’oggetto profetico del messaggio, calato dal Cielo, su quella terra benedetta: la crisi della Chiesa, e le tragiche con­seguenze da questa derivate. L’ateismo materialistico; il laicìsmo; il consumismo; la Russia con la mentalità del comunismo; l’odio del brigatismo, dei lager o dei gulag; la disperazione e l’angoscia che sfociano nella droga; la moda con la degradazione femminista della donna; la fame del Vietnam e le nazioni scomparse; le convulsioni e le guerriglie che animano oggi i conflitti interni o armati nei vari paesi; il pericolo sempre incombente di una guerra atomica: su questa panoramica odierna si sono aperti, allora nel 1917, gli occhi dei tre bimbi di Fatima.
È proprio questa palpitante attualità che trova espressione nel messaggio che la Madonna, tramite Lucia, ha inviato al santo Padre, che poi ha consacrato il mondo al suo Cuore Immacolato, mentre si è ancora verificata la consacrazione della Russia con colle­gialità universale.
Paolo VI, accanto a Lucia, nel 1967 domandava allora al Vescovo di Fatima, Mons. Venangio: « Qual è l’essenza del messaggio di Fatima? ». lo ora da qui vorrei dare la risposta, che a questo interrogativo davamo noi nel campo di concentramento, deportati dai comunisti, in Cecoslovacchia, quan­do Fatima rappresentava per noi, l’unico motivo di speranza, di fronte alle violenze, alle percosse ed alla persecuzione contro la nostra Fede e la nostra libertà. Cos’è Fatima se promette la conversione della Russia ed una svolta nuova con il trionfo del suo Cuore Immacolato, con tutta l’umanità in cammino in un periodo di pace?
L’essenza del Messaggio di Fatima non è una novità dottrinale, ma sta nella applicazione e nella generalizzazione del principio della Corredenzione: cioè è una chiamata a seguire Cristo che ci ha redenti sostituendosi a noi, prendendo su dì sé tutti i nostri peccati. « Ci ha riconciliati al Padre con il suo Sangue », dice S. Paolo. E la Madonna che è corredentrice, proprio con la più intima partecipazione alla Redenzione, non solo in quanto era Madre di Dio, ma per il suo dolore: « La tua anima sarà trapassata dalla spa­da ». Fu Madre nel dolore di tutta la vita e quando stava sotto la Croce di Cristo, si unì a questa opera redentrice di Cristo divenen­do così corredentrice nostra.
S. Paolo dice: “ Completo nella mia carne quello che manca alla Passione di Cristo”. Se non lo avesse detto S. Paolo nessun Papa o teologo avrebbe avuto l’ardire di affermare che poteva mancare qualche cosa alla Passione di Cristo, come se Cristo fosse stato incapace, da solo, di rifare quello che Adamo aveva guastato, da solo o con Èva. Qui siamo innanzi a un piano divino: Dio voleva che mancasse una parte e anche Cristo voleva questo! Qui è la manifestazione più grande dell’amore di Dio per noi, perché ci vuole far partecipi del piano di redenzione. L’uomo è onorato quando può partecipare alla più grande opera attiva­mente, come collaboratore.
E qui è inserito nell’opera massima la Redenzione, la vittoria sul male. Cristo voleva che noi diventassimo suoi diretti colla­boratori. Come Dio aveva la possibilità di creare da solo e moltiplicareil genere umano come Egli voleva, ed invece ha voluto la com­partecipazione del genere umano, cioè del genitori, così anche nella più nobile opera, quella della salvezza, volle la nostra collabo­razione. La nostra più grande carriera è di essere oggi suoi collabo­ratori e domani coeredi.
Così arriveremo al cielo non con le mani vuote. A questa opera, che è anche a gloria della SS. Trinità, la salvezza e la realizzazione del suo programma, noi possiamo con­tribuire con tutte le nostre forze. Se vediamo la cosa teologica­mente, con Sant’Agostino, troviamo che anche le nostre opere buone sono doni di Dio. Questo è un altro argomento, però è vero che nello stesso tempo sono opere nostre. Questa è una meraviglia divina, questi nostri atti sono suoi, ma anche nostri.
Infatti gli atti di Cristo erano suoi, ma anche di tutto il genere umano, perché C’risto come Uomo era sempre unito alla divinità. Come la Madonna si è inserita in Cristo, così ognuno di noi si può inserire, e Dio ci da questa grazia di partecipare all’opera della salvezza del genere umano. Questo rapporto è da sempre, come risulta dalla dottrina del Corpo Mistico di Cristo, dove San Paolo specifica che ci sono diversi carismi ma sempre in funzione dell’intero corpo mistico.
Possiamo dire che anche dalla Tradizione, e dai miracoli di Cristo, emerge questa missione di reciprocità dell’uno per l’altro. Vediamo infatti il caso della madre cananea che prega per la sua figliuola e Cristo la guarisce. E ancora: « Qualsiasi cosa chiede­rete al Padre mio, Egli ve la concederà »: non solo quando per noi preghiamo, ma anche quando preghiamo per gli altri. S. Paolo infatti riconosce che è stato salvato per la preghiera di S. Stefano.
Qui vale l’esempio di Cristo Gesù, che per primo ha pregato e si è sacrificato per gli altri. Lo stesso ha fatto nell’ultima Cena ove ha pregato per gli altri. Anche noi siamo stati mandati con la stessa missione di sacrifi­carci e pregare per gli altri. Infatti San Giovanni dice: « Come Cristo si è sacrificato per noi, così anche noi dobbiamo sacrificarci – prò fratribus. – cioè per gli altri ». Noi dal Vangelo e dalla Teolo­gia dobbiamo prendere questo dolore, questo appello prò fra­tribus, come si può lavorare per gli altri.
Qui è l’essenza del Mes­saggio di Fatima. La Madonna ha attualizzato e rilanciato questa dottrina del corpo mistico che in un certo qual modo era nascosta, era impostata nel pensiero teologico, nella Sacra Scrittura, ma non era sviluppata.
La prima Enciclica Papale « Misticis Corporis » è stata emanata da Pio XII soltanto nel 1943, mentre la Madonna si era espressa già dal 1917. L’Enciclica Papale per un semplice cristiano si pre­senta difficile. Richiede cultura teologica per poterla comprende­re. Mentre la Madonna ha semplificato questa dottrina, che è la più alta, la più umana, la più sublime nel senso che esprime le basi su cui siamo stati salvati, il principio del Corpo Mistico per la nostra salvezza. Dio si è fatto Uomo per salvare gli uomini e attraverso gli uomini vuole che questi compiano in sé quello che manca alla sua passione, per salvare se stessi e per cooperare alla salvezza dei fratelli.
Questa dottrina la Madonna l’ha spiegata a tre fanciulli che non sapevano né leggere, né scrivere e l’hanno capita a volo. Con la semplicità di una Madre, che come tale è la migliore Maestra su­perando ogni teologo o professore di Teologia! Questa buona Ma­dre ha spiegato ai bambini semplici: «Volete accettare tutte le croci che il Signore vi manda per. la conversione dei peccatori?».
Non parlava delle croci straordinarie o volontarie, ma di quelle che il Signore ci manda quotidianamente. Vuoi dire che nel piano di Dio c’è una provvidenza santificatrice, per cui non ci manche­ranno mai le croci, ogni giorno, come ha detto Gesù: « Basta a ciascun giorno la sua Croce ». Egli ci manda le croci che noi dob­biamo unire a quella del suo Figlio, poi unire sacrifici volontari e preghiere volontarie. Veramente tutto il Messaggio di Fatima è in questo rapporto: « Accettare ed offrire le croci che il Signore manda ».
Il Messaggio di Fatima è stato raccolto da innocenti bambini che devono offrire sacrifici e preghiere non per i buoni, ma per i fratelli cattivi. Come una madre che si rivolge a quei figli che sono ancora vicini a Dio, che credono, pregano, amano, onorano Dio, ma non per se stessi, non per la propria santificazione. Domanda loro dì essere così generosi da rinunciare a tutto a favore di quelli che non pregano, non credono, non amano Dio. La preghiera Inse­gnata dall’Angelo esprime chiaramente il Messaggio di Fatima di riparazione: tutto in funzione degli altri per la loro eterna salvezza.
La Madonna mostra gli sviluppi del problema della salvezza: questo problema è affidato ai buoni. Mostra infatti come molti vanno all’Inferno perché nessuno prega per i peccatori. Se non fosse stata già scritta nel Vangelo questa dottrina si penserebbe all’eresia: la Madonna accusa i buoni come colpevoli di omissione, per quei poveri peccatori che vanno all’inferno. La Madonna accusa noi che non facciamo sufficiente sforzo e apo­stolato per la salvezza dei fratelli.
Questa dottrina emerge anche dall’Apocalisse dove si rim­proverano i Vescovi e i cristiani, che hanno perduto il primitivo zelo per le anime. San Paolo dice: « Salus anirnarum… ». « La ca­rità di Cristo mi spinge », cioè gii Apostoli sono mandati per la salvezza delie anime. Questo concetto deriva dalle parole espres­se da Cristo: « Come il Padre ha mandato me, così io ho man­dato voi ».
Oggi la Madonna vuole estendere questo apostolato non solo ai sacerdoti, alle anime elette, ma a tutti perché si è rivolta a tre bambini, cioè a tutti. Se si fosse rivolta a tre Sacerdoti, o Vescovi, o Religiosi sarebbe stata diversa e ridotta la dimensione del Mes­saggio, perché sarebbe stato limitato a queste categorie, ma Lei si è rivolta esplicitamente a tre bambini, il che vuoi dire a tutti. Vuoi dire che tutti possono contribuire, tutti possono collaborare, tutti possono realizzare questo Messaggio.
Si può parlare di situazione di emergenza di fronte al grande problema della salvezza. Come quando scoppia una epidemia di colera, tutti sono impegnati nel servizio di emergenza. Perché il male si è diffuso universalmente mediante milioni di attivisti e strumenti del demonio che lo irradiano. Così la Madonna ha fatto una mobilitazione generale a tutti i cristiani, perché ogni cri­stiano se si impegna deve essere apostolo, attraverso le sempli­ci opere quotidiane, con le croci che Dio manda ogni giorno.
+ Paolo Hnilica 

     

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