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Il Mese di Maggio – 26° giorno – L’ obbedienza

25 Maggio 2012 | Filed under: Devozioni, Meditazione P. Manelli, Mese di Maggio
     

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L’OBBEDIENZA

L’obbedienza è la virtù che ci spinge a sotto­mettere la nostra volontà a quella di Dio e a quella dei Superiori, che rappresentano Dio. La prima obbedienza è dovuta a Dio, nostro Padre e Creatore.“Del Signore è la terra e quanto contiene” (Sai 23, 1). Se siamo sue creature e suoi figli, dobbiamo a Lui ogni obbedienza creaturale e filiale. “Tutte le creature ti servono” (Sai 118, 91). L’obbedienza a Gesù è legata alla Redenzione. Egli ci ha riscattati con il suo Sangue; perciò gli apparteniamo, siamo suoi e dobbiamo obbedire ai suoi divini voleri: “Non siete più vostri, perché sie­te stati comprati a caro prezzo” (1 Cor 6,20).

L’obbedienza ai superiori è legata al fatto che essi sono i rappresentanti di Dio. Sappiamo bene che Dio non ci governa direttamente, ma attraverso i suoi delegati, che fa partecipi della sua autorità.“Non c’è autorità che da Dio” (Rm 13, 2). Per questo la disobbedienza ai superiori è sempre una disobbedienza all’autorità di Dio: “Chi resiste ali’ autorità resiste all’ordinamento voluto da Dio, e coloro che resistono si procurano da se stessi la dannazione” (Rm 13, 1).

Gesù adopera un’espressione ancora più forte e anche più precisa: l’obbedienza ai Superiori met­te in rapporto diretto con Lui: “Chi ascolta voi ascolta me… chi disprezza voi disprezza me” (Le 10,16). Le obbedienze che hanno operato miracoli e le disobbedienze che li hanno impediti sono la con­ferma della parola di Gesù.

Quando S. Giuseppe Cottolengo seppe che e’ era un bel numero di Suore ammalate, e che non si sapeva come fare per il servizio della Piccola Casa, diede ordine senz’altro che le suore si alzassero per il servizio della Casa. Le suore si alzarono e si trova­rono guarite. Una sola non volle alzarsi per timore, e non guarì, e poi finì anche fuori dell’Istituto.

Quando S. Francesco d’Assisi e S. Teresa d’ Avila nelle estasi ricevevano qualche comunicazio­ne, erano pronti a rinunziare a tutto, se il Superiore decideva in modo diverso, perché nella parola del Superiore c’è la presenza di Dio senza inganno, mentre nella visione o nella locuzione c’è sempre un margine di incertezza.

Superiori… discoli – E’ chiaro che i Superiori debbono esercitare l’autorità solo come delegati di Dio, e quindi non debbono mai comandare ciò che è contro la legge di Dio: non possono essere delegati di Dio quando comandassero il peccato o non lo impedissero (mentire, rubare, abortire, bestemmiare…). In questi casi essi sono delegati di satana: e non possono e non debbono essere obbediti.

In tutti gli altri casi, però, bisogna obbedire, anche quando l’obbedire pesa o ripugna. Anche quando chi comanda fosse odioso e fazioso: “Servi, obbedite ai padroni anche discoli”. (1 Pt 2, 18).Nella vita di Santa Geltrude si legge che per un certo periodo ebbe una superiora di umori piut­tosto difficili. La Santa pregò il Signore perché la facesse sostituire da un’altra più equilibrata. Ma Gesù le rispose: “No, perché i suoi difetti l’obbligano ad umiliarsi ogni giorno davanti a me; d’altronde la tua obbedienza non è stata mai tanto soprannaturale come in questo tempo”.

“Un mistero di fede” – E’ chiaro che anima dell’obbedienza è la fede soprannaturale. Il B. Massimiliano M. Kolbe diceva che “l’obbedienza è un mistero di fede”. Soltanto chi sa vedere nel Superiore il Rappresentante di Dio sa obbedire e sa di abbracciare la Volontà di Dio, anche quando costa, anzi, soprattutto allora, perché la vera virtù dell’obbedienza è quella che si esercita nel sacrificio: Gesù stesso, dice l’apostolo, “imparò dalle sofferenze l’obbedienza” (Eb 5, 8). Quante volte tocca obbedire in silenzio a cose dolo­rose! Durante la Passione, Gesù, invece di difender­si o farsi difendere, “taceva” (Mi 26, 63)!

S. Domenico Savio, ragazzo diligente e stu­dente bravissimo, viene accusato falsamente al maestro di una brutta monelleria. Il maestro, sor­preso, è costretto a riprenderlo severamente. Do­menico tace! Quando il maestro scopre la verità, chiama Domenico e gli chiede perché abbia taciuto. “Per due motivi. — disse — Perché se avessi detto chi era il vero colpevole sarebbe stato espulso dalla scuola, giacché non è la prima volta che sta in difet­to, mentre per me si trattava dell’unica volta. Inol­tre, ho taciuto perché anche Gesù, accusato dinanzi al Sinedrio, taceva”.

Chi non ricorda l’episodio doloroso capitato a S. Gerardo Maiella? Calunniato in modo infame, venne castigato severamente da S. Alfonso. Gli fu tolta la S. Comunione, venne trasferito e trattato come un peccatore. E lui taceva, e obbediva.

Quando si scoprì la verità, S. Alfonso potè dire che questo doloroso episodio bastava da solo a garantire la santità straordinaria di S. Gerardo. L’obbedienza ha crocifisso Gesù — “obbedien­te fino alla morte” (Fil 2,8) – e Gesù taceva e prega­va. L’obbedienza ha crocifisso i Santi e anch’essi tacquero e pregarono, come Gesù.

La Vergine obbediente – La Madonna ci ha dato l’esempio ineguagliabi­le dell’imitazione di Gesù anche nell’obbedire. Le prime pagine del Vangelo di S. Luca si prono con il “Fiat” della Madonna all’Angelo Gabriele (Le 1, 38). Ella obbedì umilmente all’in­viato, al rappresentante di Dio, accettando cose umanamente inconcepibili — come la concezione verginale del Verbo Figlio di Dio e la Maternità Divina — e cose dolorose fino alla più tremenda tragedia per una madre: offrire il proprio Figlio all’assassinio!

La Madonna fu obbediente anche all’ordine di Augusto per il censimento (Le 2, 1-5); obbedì alla legge della presentazione e purificazione (Le 2, 21-4); obbedì a fuggire in Egitto (Mt 2, 13-15); obbedì a tornare dall’ Egitto a Nazaret (Mt 2, 19-23). La ritroviamo infine sul Calvario a consu­mare nell’angoscia più spaventosa il suo Fiat” (Gv 19, 25). L’obbedienza sul Calvario fu proprio “la spada che le trapassò l’anima” (Le 2, 35).

Obbedienza alla Volontà di Dio, senza riserve: “Faccio sempre ciò che piace a Lui” (Gv 8, 29). Questo è l’atteggiamento del vero obbediente, ga­rantito dall’obbedienza dolorosa amata come quel­la gaudiosa, pur fra gli spasimi della natura: “Non la mia, ma la tua volontà si faccia” (Le 22, 12).

Cacciati fuori – Quando S. Giuseppe Calasanzio venne calun­niato e perseguitato dai suoi stessi discepoli; quan­do, vecchio e infermo, venne imprigionato e porta­to nei tribunali; e quando alle soglie della morte, venne espulso dalla Congregazione e dovette vedere la Congregazione devastata per ordine dello stesso Vicario di Cristo, egli curvò il capo e accettò questa catena di strazi, mormorando: “ora e sempre sia benedetta la santissima volontà dì Dio”

.

Quando S. Alfonso de’ Liguori, vecchio ottan­tenne, venne calunniato da uno dei suoi figli, e fu espulso dalla Congregazione dallo stesso Papa, egli — il grande, l’appassionato, l’innamorato difensore del Papa — superava lo strazio mortale gridando a se stesso con la fronte a terra, ai piedi dell’altare: “Il Papa ha ragione, il Papa ha ragione! … “.

Questa è l’obbedienza che crocifigge, come crocifisse Gesù alla Croce. Il Santo è colui che si lascia crocifiggere. Noi invece, quanti espedienti, quanti compromessi, quante scappatoie… per evita­re ogni peso e ogni fastidio che l’obbedienza ci porta. Ma se facciamo così, è impossibile amare, perché “se mi amate — dice Gesù — osservate i miei comandi” (Gv 14, 15), anche se dolorosi.

Fioretti

Meditate la Passione e Morte di Gesù – Offrire la giornata per i Superiori . Chiedete alla Madonna la virtù eroica dell’obbedienza.

Padre Stefano Manelli



     

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