Il giardino dei poeti

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“ LA REGÌA…”

Un’amica mi parlò ed io, la stetti a d ascoltare,

mi sentii dire: “ Ti regalo, virtualmente,

una seggiola, fatta con la tela,

sullo schienale ha una scritta

sì, è destinata alla regia.

Dai, non mi deludere, prendi posto,

dimmi quello che la tua mente

fa passare agli occhi: io, lo renderò reale.

Il bello è che a questo gioco, io, ci vorrei stare,

ma sono tante le cose da guardare.

Mi ci vorrebbe un lembo di quel cielo azzurro,

poi, disfare un cirri, farlo filiforme

e scrivere le cose per non dimenticare.

L’età che avanza ha l’arroganza di spadroneggiare,

inizia a traballare la memoria

a dare retta a quella musica…

che ha un solo tono da badare.

L’invito mattiniero delle ore,

vorrebbero far ballare i raggi di quel sole

che illumina ogni cosa.

A iosa si pongono i pensieri…

È stato ieri che ho ammirato una tal cosa,

una cosa, poi, cos’era…

se fosse stata impressa non sarebbe andata via.

Amica mia, hai ben capito,

sono gli anni che permettono di fare la regia

Mery Turcato.

 

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“ UN GIORNO STRANO.”

A chi non piacerebbe vivere un giorno strano,

serve solo una mano, per fare scempio

delle cose ingrate.

Poter con una penna scarabocchiar la storia,

levare punti e virgole e quella vanagloria

che si vuole inserire

per far del poverello un nobile signore.

Passar quelle transenne che vogliono dividere

il modo di percorrere la strada ch’è di tutti.

Da chi son stati eletti i ministri, i senatori,

si sono poi distinti, facendo quali cose!

Vabè… gli errori li sanno fare tutti;

il tempo passa a fiotti, tergiversar conviene?

Strappare quelle date che, tante vite umane

hanno saputo prendere…

per vincere una guerra ed allargar confine.

Per poi ancor ripetere

le alleanze inclini all’uso delle armi.

Potere incorreggibile, ti poni in ogni dove,

non può che andare al secolo

una vita fortunata, l’acciacco non la lascia,

il nuovo la rimpiazza.

E l’uomo che si crede il padrona della terra,

di questa ha fatto serra, così conclude un’era.

Mery Turcato