Il giardino dei poeti
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“ LA BONTÀ…”
È un frutto maturato nell’indole
la bontà della persona mite,
dalle caratteristiche speciali.
Illumina gli occhi e il sorriso
quand’è accompagnata dalla voce
che ha della musica il potere di intenerire.
Può rompere la monotonia di una luce fioca,
parvenza di quiete, di serenità,
quando i sigilli della comprensione
diventano anelli arrugginiti,
lasciati in disparte perché creduti banali.
Difende l’età che avanza,
alleggerendo un prestigio abbandonato,
si potrebbe dire un giardino incolto.
È silenziosa la bontà, non ama il pianto,
fa splendere le stelle occultate dal sole.
Culla tra le coperte le notti insonni,
deliziando l’innocenza, veglia la sofferenza,
divide il pane, allontana i muri di gomma.
Dipinge i giorni con colori pastello,
evita la pioggia acida della calunnia.
Aiuta la memoria che traballa,
disseta l’arsura del sapere.
Rivela al passo incerto la strada da seguire,
quella giusta; consola la fatica quotidiana,
sa mutare la corteccia che graffia
e incide con la voce del vento…
facendo di ogni lamento un arco di preghiera
che arriva sino al cielo.
Mery Turcato.
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