Il dominio della bontà
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Non c’è forza più dominatrice quanto quella della mansuetudine, perché conquide l’anima e soggioga la volontà; risulta vantaggioso, dunque, usare mansuetudine e carità con tutti, e pensare che è meglio subire in pace e per amore che subire per forza e per sopraffazione.
Bisogna essere mansueti di cuore e di parole con tutti; vincere l’ira altrui con risposte placide e serene, sopportare le ingiurie che ci vengono fatte, anzi esultare in esse per la somiglianza che ci danno col Redentore, e vincere il male col perdono e col bene.
Chi non direbbe che le vittorie dei Romani siano state frutto della forza brutale delle armi? Eppure è detto nel Primo libro dei Maccabei (capitolo 8) che essi possederono ogni regione col consiglio e con la pazienza. La stessa potenza militare non poté essere efficace che con la calma riflessione e con la pazienza. Con l’irruenza si può vincere una volta su cento la volontà altrui; con la mansuetudine si può perdere una volta su cento la battaglia.
Il mansueto ha la possibilità di penetrare i cuori e persuaderli; l’irruente suscita le reazioni e non vince mai in profondità.
Il mansueto è come un raggio di sole che penetra placidamente ed è accolto con gioia; l’irruente è un lampo di tempesta che spaventa.
Il mansueto è come aura refrigerante o pioggia placida che penetra fino alle radici; l’irruente è come uragano che schianta a travolge tutto.
La terra non germina tra le tempeste, il mare non si attraversa tra i marosi, il cielo non si percorre tra i cicloni…
Tutto quello che si fa di bene, in qualunque campo, è condito dalla mansuetudine.
Anche l’artista possiede la materia che lavora con la pazienza e la calma, ed ha bisogno di mansuetudine serena contro le difficoltà che incontra e le resistenze che trova; se irrompe, rovina tutto, e un atto d’irruenza può distruggere il paziente lavoro di anni.
Anche quando è necessaria la forza, bisogna temperarla con la mansuetudine, non facendosi mai guidare dall’ira ma solo dalla giustizia e dall’equità. L’ira non dà il possesso di nulla: è un esplosivo che sconquassa e divelle, lasciando solo frantumi. La forza equilibrata della giustizia, invece, è come scalpello che incide e lavora.
A volte ci sentiamo soddisfatti dopo una sfuriata, e ci sembra che ci siamo finalmente imposti; invece non c’è sintomo più certo di una battaglia perduta quanto questa soddisfazione.
Se scrivi una lettera e vi metti frasi energiche che dopo ti lasciano un compiacimento, cancellale immediatamente, perché sono frasi che ti fanno sconfiggere. È l’esperienza che lo dimostra: quelle frasi tu le ricordi, le ripeti nel tuo interno, ti sembrano tutta la tua lettera, ti sembrano dardi infallibili al segno, e invece sono dardi che ritornano a te.
Se avverti in te un irruente desiderio di reagire, di mettere le cose a posto, di far valere le tue ragioni, non parlare: taci e prega, perché è proprio allora che metti le cose fuori sesto e non hai ragione.
don Dolindo Ruotolo
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