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Il discernimento degli spiriti

8 Marzo 2017 | Filed under: Morale
     

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discernimento

DISTINZIONE TRA SPIRITI BUONI E CATTIVI

Leggiamo nella Prima Lettera di Giovanni: “Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito” (1 Gv 4,1) .

Esistono “spiriti menzogneri”, come osserva San Paolo nella Prima Lettera a Timoteo (1 Tm 4,1) . 

NON TUTTI  i nostri moti interiori, idee o iniziative o pensieri, quindi, sono buoni di per sè. 

Spiega p. Rupnik: “Tutta l’arte del discernimento sta qui: conoscere i propri pensieri e i propri sentimenti, per sapere pian piano attraverso quali agisce lo Spirito Santo e attraverso quali agisce il nemico, il tentatore, il demonio. Perchè i pensieri possono essere ispirati da uno spirito o dall’altro, o possono anche essere pensieri miei, che vengono dal mondo, dalla mia memoria, da me stesso, e che poi possono diventare oggetto dell’uno e dell’altro spirito”

REGOLE per sentire e conoscere in qualche modo le varie mozioni che si producono nell’anima.

Elenchiamo alcuni CRITERI:

Nelle persone che vanno di peccato mortale in peccato mortale suole comunemente il nemico proporre piaceri apparenti per meglio mantenerle e farle crescere nei loro vizi e peccati; in tali persone lo spirito buono usa modo contrario, pungendole e rimordendo la loro coscienza. Il SENSO DI COLPA che sopravviene dopo aver commesso un peccato è, quindi, qualcosa di BUONO che ci deve spingere a liberarci di esso mediante la CONFESSIONE SACRAMENTALE.

Nelle persone che vanno intensamente purificandosi dai loro peccati e crescendo nel servizio di Dio, avviene il contrario che nella prima regola; perchè allora è proprio del cattivo spirito mordere, rattristare, porre impedimenti, inquietando con false ragioni, perchè non si vada avanti; è proprio del buono spirito dare coraggio e forze, consolazioni, lacrime, ispirazioni e quiete, facilitando o togliendo tutti gli impedimenti, perchè nel bene operare si proceda avanti.

I fenomeni interiori generati dallo Spirito di Dio sono chiamati, “CONSOLAZIONI”, che conducono l’anima ad infiammarsi d’amore per il Signore, a provare dolore per i propri peccati e ad aumentare Fede, Speranza e Carità. 

Contrarie sono le “DESOLAZIONI”, insufflate dal maligno, che portano mozione verso le cose basse e terrene, inquietudine, sfiducia, e la persona si trova tutta pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore. 

Si verifica, nella vita del cristiano, un’alternarsi di luce e di tenebra, di consolazioni e di desolazioni.

In tempo di desolazione non si deve mai fare mutamento ma RESTARE FERMO E COSTANTE nei propositi e nella determinazione in cui si stava nel giorno precedente a tale desolazione. 

Come infatti nella consolazione ci guida e consiglia di più lo Spirito Santo, così nella desolazione ci guida il cattivo spirito, con i cui consigli non possiamo prendere la giusta strada.

Occorre quindi attendere che il periodo di turbamento e di tentazione passi, perchè i pensieri fatti durante un periodo di desolazione non sono per loro natura affidabili. 

Nella desolazione giova molto cambiare intensamente se stessi, per esempio insistendo di più nella PREGHIERA, MEDITAZIONE, esaminandosi molto e dando maggior spazio alla PENITENZA in modo opportuno.

Chi sta nella desolazione si sforzi di stare nella PAZIENZA che è contraria alle vessazioni che gli vengono, e pensi che sarà presto consolato, SE METTE IN PRATICA le misure contro tale desolazione.

E’ questo il principio dell’  “agere contra”, che consiste nel NON assecondare sentimenti e pensieri negativi, contrastandoli piuttosto coi potenti mezzi che LA CHIESA mette a nostra disposizione: preghiera, meditazione della Parola, penitenza. 

A chi invece vive un periodo di consolazione, viene suggerito di NON DISSIPARSI: pensi come si troverà nella desolazione che dopo verrà e attinga nuove FORZE per allora.

PERCHE’ DIO LASCIA PER QUALCHE TEMPO I SUOI FIGLI NELLA DESOLAZIONE? 

Tre sono le cause principali per cui ci troviamo desolati:

1)) perchè siamo tiepidi, pigri o negligenti;

2)) per farci provare quanto valiamo senza tanto sostegno di consolazioni e grandi grazie;

3)) affinchè sentiamo intimamente che non dipende da noi procurare o conservare grande devozione nè alcun’altra consolazione spirituale, ma che tutto è dono e grazia di Dio.

Il nemico si comporta come falso innamorato che desideri restare nascosto e non scoperto. Come un uomo falso e male intenzionato corteggia la figlia di un buon padre o la moglie di un buon marito, vuole che le sue parole e persuasioni restino segrete; al contrario gli dispiace molto se la figlia al padre o la moglie al marito scopre le sue vane parole e l’intenzione depravata, perchè facilmente si rende conto che non potrà riuscire con l’impresa cominciata. 

E’ quindi utile CONFESSARSI SPESSO al fine di portare ogni suggestione del maligno ALLO SCOPERTO, ed evitando così di rimanere per troppo tempo PREDA delle sue suggestioni.

Occorre quindi CONOSCERE le proprie DEBOLEZZE, e siccome non siamo completamente in grado di osservarci in modo obiettivo, sarà utile essere seguiti da un “supervisore esterno”: non già lo psicoterapeuta, come il mondo propone, ma UN BRAVO DIRETTORE SPIRITUALE.

Il discernimento implica lavoro paziente di PREGHIERA e PERSEVERANZA.
Spiega p. Rupnik: 

“Mi ricordo che una volta è venuto un signore da me, voleva che lo aiutassi a fare un discernimento. Abbiamo cominciato un po’ a parlare e lui mi ha spiegato la cosa da decidere. Io gli ho detto: ‘ Bene, adesso per una settimana preghi ogni giorno un’ora su questi brani biblici’. Ma lui se ne andò e non l’ho più visto. Lui pensava che il discernimento fosse una piccola discussione, semi-democratica. Quando ha capito che bisogna pregare, gli è passata la voglia del discernimento”.

Ricordiamo che, base di ogni discernimento, è la CONFORMITA’ A CRISTO E ALLA SUA INDEFETTIBILE DOTTRINA, CONSEGNATACI DALLA CHIESA: DOTTRINA IMMUTABILE, COME IMMUTABILE E’ DIO !

UNA PAROLA CHE NON CI ORDINI A CRISTO e praticamente non ci ordini ALLA CHIESA che è il CRISTO PRESENTE, è una parola che VIENE DAL MALIGNO, anche se porta caratteri che sembrerebbero divini.

Semplificando, si dovrà esser FEDELI AL CATECHISMO: se qualche nostra iniziativa dovesse apparire CONTRARIA A QUANTO LI’ AFFERMATO, anche in cose minime, si dovrà concludere che tale ispirazione NON VIENE DA DIO. 

Adesione a Scrittura e Tradizione, oltre che al Magistero Fedele a queste, assicura di non cadere nel soggettivismo, ossia di pensare che un’idea sia stata ispirata dallo Spirito Santo per il semplice fatto che “sento che Dio lo vuole” . Non è valido il solo criterio che tale pensiero o decisione mi faccia “sentire in pace” 

Tutto quello che dilata il nostro essere nella gioia, nella pace, tutto questo può derivare da Dio. E’ ambiguo, però. Perchè vi è una pace che dona che il Maligno: pace falsa, se vuoi, pace che a lungo andare manifesta i suoi frutti di morte, ma nella prima esperienza può sembrare un’esperienza di pace.

S. Ignazio di Loyola

     

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