Il Conclave 2005 e le sue sfumature: Il racconto di un grande Cardinale
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Molti hanno letto il racconto delle riunioni che precedettero il Conclave del 2005 contenuto nell’ormai noto libro “Memorie e digressioni di un cardinale italiano” del card. Giacomo Biffi, ma pochi ne conoscono le sfumature, poiché il presule decise di affidarle solamente alla tradizione orale.
Era l’aprile del 2005 e i cardinali, riuniti nel Sacro Collegio, si confrontavano nelle assemblee che precedevano il Conclave sul prossimo corso della Chiesa cercando principalmente di capire chi avrebbero dovuto scegliere come successore di Giovanni Paolo II. Secondo il card. Biffi si trattava di riunioni defatiganti, vista una certa riottosità nell’affrontare il problema di petto. «S’intuisce però che non si possa trattare pubblicamente – raccontò Biffi nel suo libro – l’argomento che più sta a cuore agli elettori [..] E così va a finire che ogni cardinale è tentato di citare più che altro i suoi problemi e i suoi guai». Tutti i cardinali,
in definitiva, discussero dei problemi della Chiesa attuale, delle nazioni di appartenenza, del mondo intero.
Un sacerdote molto caro a Biffi mi raccontò una serie di aneddoti che rendono la cronaca del pre-Conclave ancora più ricca di quell’ironia e di quella sapiente “dissacrazione” che faceva del cardinale bolognese un uomo decisamente speciale. Sembra che Biffi, appunto, avesse fatto promessa di non intervenire nelle assemblee, di tacere e ascoltare, quando però sentì “come una voce” che gli ordinasse di parlare questo suo primo conclave, quasi non potesse tacere di fronte ad un impegno che Dio stesso sembrava chiedergli.
Prese allora la parola ed esordì: «Santità…!» Tutti i porporati tacquero sbigottiti, poiché tra loro in quel momento si “nascondeva” il futuro papa e ad egli Biffi si rivolgeva. «Santità – riprese – a lei va tutta la mia solidarietà, la mia simpatia, la mia comprensione, e anche un po’ della mia fraterna compassione». Quindi l’intervento proseguì con le parole riportate nel suo libro di memorie. «Vorrei suggerirgli anche che non si preoccupi troppo di tutto quello che ha sentito e non si spaventi troppo. Il Signore Gesù non gli chiederà di risolvere tutti i problemi del mondo. Gli chiederà di volergli bene con un amore straordinario». Parole oggi profetiche: il Papa non è in quanto tale il salvatore del mondo, ma colui che annuncia, tutta intera, la Verità dell’opera salvifica del Redentore.
Il racconto di Biffi proseguì con una singolare citazione che lasciò tutti a bocca aperta. Raccontò: «In un fumetto di Mafalda ho trovato diversi anni fa una frase che in questi giorni mi è apparsa in mente: “Ho capito; – diceva quella terribile e acuta ragazzina – il mondo è pieno di problemologi, ma scarseggiano i soluzionologi”».
Tutti i cardinali rimasero colpiti dall’originale citazione. Tutti tranne uno, il card. Bergoglio, che dal fondo dell’aula rideva sotto i baffi, forse perché il disegnatore delle strisce di Mafalda, Joaquín Lavado, proviene proprio dalla terra del futuro Papa Francesco. Continuò Biffi: «Vorrei dire al futuro papa che faccia attenzione a tutti i problemi. Ma prima e più ancora si renda conto dello stato di confusione, di disorientamento, di smarrimento che affligge in questi anni il Popolo di Dio, e soprattutto affligge i “piccoli”. Il vero problema ineludibile della cristianità odierna è il problema della fede».
Memorabile, in questo contesto, è la citazione che poi fece della “Dominus Iesus”, ricordando come tale documento (attaccato violentemente dall’intellighenzia progressista perché ritenuto divisivo) sia un unicum della storia della Chiesa. Il documento ribadisce che Gesù è l’unico vero Salvatore di tutti. Verità che, rimarcò Biffi, «in venti secoli non si era mai sentito la necessità di richiamare. […] In duemila anni non era stata mai posta in dubbio, neppure durante la crisi ariana e neppure in occasione del deragliamento della Riforma». Ed ancora: ad un parroco che si rifiutò di presentare nella sua parrocchia il documento delle Dottrina della Fede, che a suo dire impediva il dialogo e portava alla divisione, il card. Biffi rispose: “Un documento che divide?, Bella scoperta! Gesù stesso ha detto: “Io sono venuto a portare la divisione (Lc 12,51). Ma troppe parole di Gesù oggi risultano censurate dalla cristianità; almeno dalla cristianità nella sua pars loquacior”.
È innegabile che lo stile, l’amore per la Verità e l’ironia del card. Giacomo Biffi oggi manchi a molti. La sua capacità di chiarezza nel fotografare la situazione dell’attuale Vigna del Signore è una dote che non sempre sembra appartenere agli uomini di Chiesa. Dio si serve di noi per la Sua missione, ma a volte si ha come la percezione che attraverso alcuni questo “lavoro” riesca meglio!
Matteo Carletti – libertàepersona
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