Il Concilio e il rinnovamento della disciplina penitenziale – VI
Questo articolo è stato già letto1001 volte!
Il Concilio Vaticano II, nella sua finalità di cammino verso la santità e di “aggiornamento pastorale”, chiede che siano rinnovate le disposizioni della Chièsa sul digiuno e sull’astinenza, di chiarerirne, le motivazi che valgono nel contesto attuale della vitacristiana, personale e cómunitaria.
Alla richièsta del Concilio risponde Paolo VI con la Costituzione apostolica Paenitemini sulla disciplina penitenziale (17 febbraio 1966). In essa Viene richiamato in particolare il valore della penitenza come atteggiamento inferiore, come «atto religioso personale, che ha come termine l’amore’e l’abbandono nel Signore: digiunare per Dio, non per se stessi» (16). Da questo valore fondamentale dipende l’autenticità di ogni forma penitenziale.
In questo contesto Paolo VI sollecita tutti a riscoprire e a vivere il collegamento del digiuno e dell’astinenza con le altre forme di penitenza e soprattutto con le opere di carità, di giustizia e di solidarietà: «Là dove è maggiore il benessere economico, si dovrà piuttosto dare testimonianza di ascesi, affinchè i figli della Chiesa non siano coinvolti dallo spirito del “mondo”, e si dovrà dare nello stesso tempo una testimonianza di carità verso i fratelli che soffrono nella povertà e nella fame, oltre ogni barriera di nazioni e di continenti.
Nei paesi invece dove il tenore di vita è più disagiato, sarà più accetto al Padre e più utile alle membra del Corpo di Cristo che i cristiani – mentre cercano con ogni mezzo di promuovere una migliore giustizia sociale – offrano, nella preghiera, la loro sofferenza al Signore, in intima unione con i dolori di Cristo» (17).
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.