Ictus, fenomeno in aumento con abuso di alcol e droghe
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Cufrad informa che nel nostro Paese si verificano ogni anno 200mila nuovi casi, con una incidenza di 2-3 pazienti l’anno ogni 1.000 abitanti; di questi, l’80% è rappresentato da nuovi episodi, mentre il restante è costituito da recidive. I pazienti sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti sono, in Italia, circa 800mila, ma il fenomeno è purtroppo in crescita, sia per il progressivo invecchiamento della popolazione sia perché tra i giovani è in aumento l’abuso di alcool e droghe. Per questo, l’ictus cerebrale è una patologia grave e disabilitante e rappresenta la terza causa di morte in Italia, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie.
In termini clinici, l’ictus è una lesione cerebro-vascolare causata dall’interruzione del flusso di sangue al cervello, dovuta a un’ostruzione o alla rottura di un’arteria. Un evento acuto che nella maggior parte dei casi (80-90%) determina la perdita della corrispondente funzione neurologica e alterazioni dello stato di coscienza per più di 24 ore.
Può essere ischemico (quando un coagulo ostruisce la circolazione del sangue al cervello) oppure emorragico (causato dalla rottura di un vaso sanguigno). I sintomi vanno dalla comparsa improvvisa di una paresi (generalmente un’emiparesi) a deficit emi-sensoriali, del campo visivo o del linguaggio (disartria, afasia), ma sono anche rappresentati da vertigini, nistagmo, atassia. Difficile distinguere con certezza gli stroke ischemici da quelli emorragici, anche se manifestazioni quali cefalea, vomito, torpore, caratterizzano in genere gli eventi emorragici.
Elevatissimi i costi della patologia, stimati per l’Europa in 45miliardi di Euro nel 2015, comprensivi dei costi derivanti dall’Assistenza sanitaria a quelli indiretti, a carico delle famiglie e della società. In Italia, si stima che, complessivamente, il Servizio Sanitario Nazionale sostenga, per ogni paziente colpito da ictus, una spesa di circa 20mila €/anno, cui si aggiungono i costi sociali sostenuti dalla famiglia e dalla collettività, pari a circa 30mila €/anno.
Cufrad
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