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Il diritto alla salute.
In Italia abbiamo delle normative, che sono fra le migliori del mondo, a cominciare dell’articoli 32 della nostra bella costituzione: diritto alla salute per tutti i cittadini. La legge 833 del 1978 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale: contiene dei principi, di uguaglianza di trattamento, decentramento di gestione e unificazione di intervento su tutto il territorio nazionale. Essa indica gli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione. Certo che per rispettare tali principi e per raggiungere gli obiettivi indicati, ci vorrebbe una seria programmazione, con un Piano Sanitario Nazionale, che risponda al meglio ai bisogni di salute dei cittadini. E’ altresì necessario un Piano Sanitario Regionale che sappia organizzare con efficienza ed efficacia tutte le strutture sanitarie e le convenzioni sul territorio, eliminando tanti sprechi, anche a livello locale (come adesso avviene in alcune Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie Locali), che sia fatto un serio Piano Sanitario Locale ed Ospedaliero che sappia organizzare i servizi alle persone in base ai loro bisogni di salute.
A livello nazionale dico basta tagli alla sanità. Noi non spendiamo troppo: solo il 9,5% del prodotto interno lordo, a confronto della Germania che spende l’11,5%, che è molto di più. Semmai bisogna spendere meglio. I tagli bisognerebbe farli sulle spese militari e sugli armamenti, esempio sospendere l’acquisto dei 131 cacciabombardieri americani, che sono strumenti di morte e con un costo veramente spaventoso 15 miliardi di euro. E’ più opportuno investire in salute e difendere il valore della vita. Da parte delle regioni è necessario organizzare meglio tutte le strutture, eliminare gli sprechi, superare doppioni o triploni, meno consulenze costose, appalti trasparenti (meno clientelari). Siano poi nominati Direttori Generali di Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere con criteri in base alle capacità, preparazione, responsabilità, al merito e trasparenza. I Direttori Generali siano in grado di organizzare al meglio i servizi alle persone bisognosi di salute. Ci vorrebbe meno personale dipendente precario, avere Infermieri Professionali a sufficienza, superando la cronica carenza, fare tutto il possibile per superare le liste di attesa troppo lunghe per determinate prestazioni sanitarie e, ancora, eliminare tante altre disfunzioni.
I medici di base vanno organizzati meglio: raggrupparli, affiancarli anche dal pediatra e geriatra e che siano in servizio più ore al giorno. Si potrebbero potenziare la qualità del servizio e fare come filtro su tante prestazioni evitanto poi di andare ad intasare i pronto soccorso, come leggiamo sui giornali in questi giorni, (cosa che va a scapito dei malti più gravi). Potenziare poi l’assistenza domiciliare. Io dico che il personale dipendente dal Servizio Sanitario Nazionale, lavora con professionalità, con umanità, con scienza e coscienza e che, nonostante la carenza di programmazione da parte della classe dirigente, riesce a garantire una sanità che fa essere molto apprezzabile. Il problema è a livello governativo e dirigenziale, che non fa abbastanza per eliminare i disservizi e le disuguaglianze di trattamento, venendo meno al principio del diritto alla salute uguale per tutti i cittadini. Ad esempio, chi ha una malattia rara, per arrivare ad ottenere una diagnosi, deve attendere tempi troppo lunghi. Poi i malati devono spostarsi da una regione all’altra per trovare una cura appropriata, quando invece ci vorrebbe almeno un centro specialistico in ogni regione d’Italia. Sono da incoraggiare, aiutare e ammirare le tante associazioni di volontariato di queste malattie rare, che fanno tanti sacrifici, lavorano gratis, elaborano progetti per la ricerca, organizzano convegni, incontri, feste, manifestazioni, per farsi conoscere, per autofinanziarsi e finanziare dei progetti. in particolare vorrei incoraggiare pubblicamente un’associazione di volontariato nata da pochi anni si chiama S.I.M.B.A. Che si occupa della malattia di Behcet. Sono in pochi però determinati. Stanno lavorando bene, con entusiasmo e tenacia. Hanno incominciato anche ad elaborare progetti di ricerca e altro su questa malattia, ma hanno bisogno di sostegno e di incoraggiamento perchè questi progetti possono avere dei limiti. E’ comunque una buona partenza. Cari cittadini dobbiamo interessarci tutti di più e meglio, con responsabilità, entrare in associazioni di volontariato e nei sindacati, per portare avanti le nostre proposte con un impegno serio e costante. Se faremo tutti la nostra parte, per migliorare la sanità, l’obiettivo del diritto alla salute – come prevede la nostra costituzione – sarà garantito a tutti i cittadini in eguale misura e si avrà un’ ottima sanità.
Francesco Lena
Cenate Sopra (BG)
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