I Testimoni di Geova – XL Lezione
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Il segno dei segni
Dicono i geovisti: Il messaggio del regno è predicato in oltre 200 paesi e isole. Ora, secondo Matteo 24, 14, questo è un segno che Geova metterà fine all’intero sistema di cose malvagio. Dunque ci siamo!
Come rispondere?
1 – Vediamo come di fatto stanno le cose. Facciamo solo alcuni esempi:
– In India e nel Bangladesh, in mezzo a una popolazione di 900 milioni di creature umane, c’erano nel 1986 solo 7203 tdG, uno per ogni 100 mila abitanti in India, e per 4 milioni e mezzo in Bangladesh. Quanti indiani hanno avuta predicata la buona notizia del regno? Quanto tempo deve ancora passare prima che abbiano la possibilità di sentirla e decidersi a favore o contro Geova? Oppure Geova li stritolerà nel nulla eterno in un prossimo futuro, entro questa generazione? Che razza di dio crudele è questo Geova?
– In Algeria, in mezzo a una popolazione di 22 milioni di abitanti, vi erano nel 1986 solo 43 Proclamatori geovisti, uno su 5 1 1000 persone. Quante di queste hanno ricevuto il messaggio del regno? E che dire della Cina”e della Russia dove la popolazione raggiunge complessivamente un miliardo e 300 milioni di abitanti e dove la propaganda geovista è quasi inesistente? Com’è possibile vedere avverata la profezia di Gesù “E questa buona novella del regno sarà proclamata per tutta la terra, in testimonianza in tutto il mondo. Allora verrà la fine?” (Matteo 24, 14, Garofalo).
– E le cose non stanno diversamente nelle altre parti della terra. In tutto il mondo i tdG sono circa 3 milioni, lo 0,06 per cento dell’intera popolazione globale (5 miliardi). Una goccia nell’oceano! Mentre è imminente (al dire dei geovisti) Armaghedon, col tremendo giudizio di un dio vendicativo (Geova), solo una infinitesima parte delle creature umane ha avuta predicata la buona notizia del regno.
2. – Questo, comunque, non è un problema per i tdG. A loro avviso, non sarebbe un proposito dell’amorevole Geova che tutte le genti arrivino alla conoscenza del Vangelo. Per salvare la faccia, i geovisti sono del. parere che solo delle persone, ossia soltanto alcune persone da tutte le nazioni, debbano essere fatte discepoli di Cristo.
Per giustificare questa loro eresia, i geovisti hanno corrotto la Bibbia, manomettendo il testo di Matteo 28, 19, che dice: “Andate, dunque, istruite tutte le genti” (Garofalo). il testo greco originale ha: pantatàéthne, che vuol dire tutte le genti. I tdG hanno tradotto: “Andate e fate discepoli delle persone di tutte le genti”, oppure, più recentemente: “Fate discepoli di persone di tutte le nazioni”; l’errore o eresia o corruzione della Parola di Dio rimane immutato.
Siamo ora nel “tempo della fine?”
In base alle spiegazioni e prove bibliche date finora appare chiaro quanto sia equivoca e ingannevole l’espressione geovista.- Ora siamo nel tempo della fine. Si tratta d’un inganno.
Per scoprirlo facciamo alcune precisazioni:
a) Si può’ dire che siamo “nel tempo della fine” solo perché anche il nostro tempo appartiene agli’ ultimi tempi, ossia all’epoca ultima della storia umana, iniziata con la venuta di Cristo sulla terra 1987 anni fa, e che sarà conclusa con la sua seconda venuta.
Ma è antiscritturale e quindi errato insinuare o affermare esplicitamente che il nostra tempo sia “il tempo della fine – come se fosse prossima, imminente la fine di questo sistema di cose malvagio. I tdG hanno fatto sbagli nel loro intendimento di quello che sarebbe accaduto alla fine di certi periodi di tempi; la loro insistenza su una prossima fine è solo una orchestrata propaganda per ingannare la gente. Continuano a voler sbagliare!
b) Gesù ha previsto questo uso disonesto della sua Parola e perciò avvertì:
“.Badate a non farvi ingannare. Molti verranno in nome mio dicendo: ” Sono io! ” e: ” Il tempo è giunto
Non li seguite. Ma quando sentirete parlare di guerre e di sconvolgimento, non vi sgomentate: deve, infatti, prima accadere tutto questo, ma non è subito la fine” (Luca 2, 8-9; Garofalo’cf. Marco 13, 5-8; Matteo 24, 4-6)”.
Raramente, forse mai, troverete citate queste parole nei libri e nelle riviste dei tdG.
Dalla bocca stessa di Gesù siamo, dunque, avvertiti che le guerre, le carestie, i terremoti, le persecuzioni ecc. non sono segni (segno composito) d’una prossima fine. “Deve, infatti, prima accadere tutto questo, ma non è subito la fine”.
c) Deve accadere tutto questo, vale a dire tutti questi eventi dolorosi avranno ancora luogo durante gli ultimi tempi, fanno parte del piano provvidenziale di Dio per condurre gli uomini alla salvezza. In altre parole, questi eventi straordinari appartengono alla storia – a tutta la storia – anche a quella iniziata con la venuta di Cristo, e sono segni della caducità del tempo presente. Dio vuol avvertirci continuamente che “Non abbiamo qui una città permanente, ma ne cerchiamo una futura” (Ebrei 13, 14, Garofalo).
Giustamente è stato osservato:
“Ogni epoca ha i segni predetti da Cristo affinché gli uomini pensino che la loro epoca sia quella della venuta del Signore e siano pronti. Ma la vera data della sua venuta Cristo non l’ha voluto dire”.
Perciò Gesù ha concluso il suo discorso dei segni con le parole tante volte ricordate:
“Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno ne sa nulla, neppure gli angeli del cielo, né il Figlio: lo sa sol- tanto il Padre” (Matteo 24, 36, Garofalo; cf. Marco 13, 32).
La creatura umana deve solo attendere – con grande fede e umiltà – vigilante e operosa. Ma l’umiltà è la virtù che manca assolutamente ai tdG.
“Parola di Qoélet, figlio di David, re di Gerusalemme: Non dire: ” Perché in passato andava meglio che non ora?”, perché non è da saggio una tale domanda I” (Qoélet 7, 10; Garofalo).
“Niente è nuovo sotto il sole” (Qoélet 1, 10).
Padre Nicola Tornese s.j.
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