I Testimoni di Geova – Libro V – LI lezione
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IL SIGNIFICATO DEL NOME “CRISTIANO”
1 – La testimonianza della Bibbia. Il significato del nome cristiano si deduce dalla sua origine. Ce lo dicono gli Atti degli Apostoli, capitolo 11, versetto 26. “Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani”.
Antiochia è oggi un villaggio della Siria nel vicino oriente. D’importanza ha solo il suo passato. Infatti, al tempo a cui si riferiscono gli Atti – verso gli anni 40 dopo Cristo – era una grande città con circa mezzo milione di abitanti, la terza dell’impero, dopo Roma e Alessandria d’Egitto. Ed era pagana nel culto e nei costumi. Ma contava tra la sua popolazione un discreto numero di Ebrei, in mezzo ai quali si ebbero le prime conversioni al Vangelo.
Negli anni 40 d.C. vi giunsero dalla Giudea alcuni zelanti discepoli, che coraggiosamente “cominciarono a parlare anche ai Greci (ossia ai pagani), predicando la buona novella dei Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si converti al Signore” (Atti 11, 20-21).
Questi nuovi credenti non rimasero a lungo sconosciuti. Parenti, amici, conoscenti vennero a sapere che avevano abbandonato il culto di dèi e semidèi pagani e riconoscevano il Signore Gesù come unico e vero Dio. Per designarli li chiamarono cristiani.
Stando dunque alla Bibbia, cristiano è colui che riconosce Gesù come Signore, ossia come unico e vero Dio. Infatti Signore era un nome divino equivalente a Tahve. I primi cristiani, invocando e confessando Gesù come Signore, professavano la sua divinità od uguaglianza con Dio.
2 – La testimonianza della storia. Circa mezzo secolo dopo i fatti ricordati dagli Atti, un funzionario romano nella stessa regione di Antiochia dovette fare un’inchiesta giudiziaria sulle credenze e le pratiche dei cristiani. Si chiamava Plinio (il Giovane) ed era un uomo colto e coscienzioso.
Fatta l’inchiesta accurata e severa, Plinio espose i risultati all’imperatore Traiano in una lettera lunga e dettagliata. La lettera è giunta fino a noi. Vi si legge tra l’altro,: “Questa gente (ossia i cristiani) usa radunarsi in giorni determinati all’alba, e dire inni a Cristo come a Dio”.
Dunque dal rapporto ufficiale dell’autorità romana risulta che i cristiani del primo secolo adoravano Cristo come Dio. Non erano atei, come alcuni li accusavano, perché avevano abbandonato il culto degli dèi. Per essi l’unico vero Dio era Cristo, il Signore. Non si rivolgevano a Jahve, e tanto meno a Geova. L’unico vero Dio si era rivelato, immedesimandosi, nel Cristo, il Signore.
Il giudizio del funzionario romano collima con quello del popolo di Antiochia. Cristiano è solo colui che crede nella divinità di Gesù il Cristo ed invoca il Cristo come l’unico Signore e Dio.
PARTE PRIMA
L’ERRORE
a) I testimoni di Geova (tdG) negano la divinità di Gesù Cristo. Essi dunque non sono cristiani. Questo gravissimo errore è ripetuto incessantemente nelle loro pubblicazioni ufficiali fin dalla fondazione della setta. Pochi anni fa hanno ribadito l’errore in una loro formula di fede, dove è detto che “Gesù Cristo è il Figlio di Dio e inferiore a lui”. In breve, per i geovisti Gesù Cri- sto sarebbe una creatura, nobile, grande, potente, ricca di anni e di virtù quanto volete; ma solo una creatura.
b) L’errore dei tdG è gravissimo perché distrugge il vero cristianesimo, ed è un errore an- tiscritturale soprattutto per tre ragioni:
– perché i geovisti, al fine di inoculare questo errore, hanno manipolato la Bibbia con aggiunte e modifiche ;
– perché spiegano arbitrariamente alcuni testi biblici per far dire al Sacro Testo ciò che essi vogliono, non ciò che hanno detto gli autori ispirati;
– perché ignorano, cioè nascondono ai loro seguaci, non pochi testi biblici, dov’è esplicitamente affermata la divinità di Gesù Cristo. Mentre dicono che bisogna accertarsi di ogni cosa (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 21), usano ogni accorgimento per impedire che i loro adepti conoscano la verità tutta intera. Il loro metodo è un feroce lavaggio dì cervello a senso unico.
c) Da questa manipolazione della Bibbia è venuta fuori una storia di Gesù artefatta e senza alcun fondamento biblico, la storia del piccolo dio, divisa in tre tempi:
Primo tempo: Esistenza preumana di Cristo.
Secondo tempo: Sua esistenza umana o terrena.
Terzo tempo: Sua esistenza post-terrena.
Di questa storia diamo ora un breve ragguaglio.
Esistenza preumana di Cristo
A sentire i geovisti, un tempo Cristo non esisteva: non era assolutamente, in nessun modo. Egli sarebbe venuto all’esistenza prima che il mondo fosse. “Dio suo celeste Padre lo generò nel senso che Dio lo produsse da sé senza intermediario. Come uno che è generato o che è creato, l’“unigenito Figlio” ebbe un principio nella sua vita ed esistenza”.
Cristo dunque sarebbe il principio della creazione di Dio, ossia il primo principiato, generato, cioè creato da Geova, suo celeste Padre, come una creatura spirituale.
E’ detto unigenito per il modo in cui è venuto all’esistenza: egli sarebbe stato il solo a essere creato direttamente da Dio Geova, senza alcun intermediario, come avverrà per le altre creature.
E’ detto primogenito perché avrebbe preceduto nel tempo le altre creature, sarebbe stato creato prima di tutte le altre creature.
Durante la sua vita o esistenza preumana il celeste Figlio di Geova avrebbe prestato servizio nei cieli quale agente di Geova, suo Padre, specialmente come strumento nella creazione di tutte le cose.
Esistenza umana di Cristo
Sia come si voglia, per il celeste Figlio di Geova, creatura spirituale, giunse il tempo stabilito perché nascesse bambino maschio sul nostro pianeta. Ci fu perciò un giorno, circa due mila anni fa, in cui “la vita del Figliolo di Dio venne trasferita dalla sua gloriosa posizione con Dio Padre nel cielo all’embrione umano di una vergine giudea chiamata Maria, e dopo nove mesi quel celeste Figlio di Geova nacque come bambino umano sulla terra”.
Tuttavia fu non parte spirito e parte uomo; fu non un’ibrida creatura celeste e terrestre. Egli fu un puro uomo, la cui energia vitale era stata trasferita d ci mediante la miracolosa opera dello spirito di Dio potente”.
In ogni modo, all’età di trent’anni “Iddio lo generò ancora una volta quale Figlio spirituale invece di Figliuolo umano. Ciò malgrado, egli visse e mori come uomo.
Esistenza post-terrena
Dopo la morte “il suo Padre immortale Geova risuscitò non come Figliuolo umano, ma come Potente Figlio spirituale” . L’uomo Gesù fu risuscitato come spirito. Questa volta fu l’energia umana di Cristo a volatilizzarsi subito dopo la sepoltura.
Stando così le cose, le apparizioni del Risorto, di cui parlano i vangeli, devono dirsi vere e proprie materializzazioni d’uno spirito. Le pie donne credevano di vedere il corpo del Maestro (cfr. Matteo 28, 9), i discepoli si illudevano di toccare le mani di Gesù (cfr. Luca 24, 39; Gio- vanni 20, 27). In realtà si trattava di uno spirito senza carne e senza ossa!
Dopo quaranta giorni di questo giuoco illusionistico Gesù ascese al cielo, si levò cioè in alto verso le nubi come un veloce elicottero, sottraendosi dalla vista dei discepoli.
E che cosa ha fatto e che cosa fa in cielo Cristo puro spirito dopo l’ascensione?
Rispondono i geovisti:
a)Fino al 1914 si prese cura di un piccolo regno spirituale composto unicamente degli appartenenti alla classe privilegiata dei 144.000 contrassegnati. Non tutti naturalmente perché una buona parte di loro venne al mondo dopo il 1914; e di tanto in tanto ne spuntano ancora. Per le altre creature umane (miliardi!) nessun pensiero. Non era ancora giunta la loro ora.
b) Nel 1914 – come assicurano i tdG – il Cristo celeste prese possesso del suo regno in senso pieno. In quel fatidico anno 1914 egli tornò invisibilmente in mezzo a noi, quale re e rappresentante di Geova. Bisogna accettare per fede questo suo ritorno.
Dal suo trono invisibile Cristo – quale maresciallo di Geova – vigila con occhi grifagni sull’afflitta umanità, che sta per dare gli ultimi tratti. Se ha qualche sorriso, questo è riservato solo ai membri della società geovista. Per tutti gli altri – i malvagi – ira e minacce di sempiterna distruzione.
Tra breve l’infuriato figlio di Geova piomberà come uno sparviero sul nostro pianeta. Eliminerà in un bagno di sangue tutti i non geovisti. Saranno risparmiati solo i membri della setta, circa tre milioni in una popolazione mondiale che supera i cinque miliardi. Questa è la volontà di 13 Geova, dio d’amore!
Padre Nicola Tornese s.j.
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