I Testimoni di Geova – Libro 4° – XXXVII Lezione
Questo articolo è stato già letto1010 volte!
PARTE TERZA
LE NUOVE PROFEZIE
Fine del tempio, non del tempo
Leggendo serenamente i testi qui riportati appare chiaro che la domanda rivolta a Gesù riguardava direttamente la fine del tempio, non del tempo.
In Marco, il più antico dei tre evangelisti detti sinottici, Gesù è interrogato solo sulla fine del tempio (Marco 13, 4). San Luca, che è l’ultimo dei tre e che più degli altri fece ricerche su ciò che scrisse (Luca 1, 1-4), segue Marco e parla solo della rovina del tempio.
Anche in Matteo Gesù è richiesto sulla data della fine del tempio: “Dicci quando accadranno queste Cose” (Mt. 24, 3), ossia quando “non resterà pietra su pietra” di quella costruzione (del tempio). Tuttavía Matteo, e solo lui, mette insieme anche la questione sulla fine del mondo e sulla seconda venuta di Cristo.
Perché quest’aggiunta?
a) Perché nella mentalità ebraica i due avvenimenti – fine del tempio e fine del mondo con la venuta (parusìa) del Messia – erano collegati l’uno all’altro: il primo, ossia la fine del tempio, richiamava alla mente il secondo. E poiché il Maestro aveva annunziato la fine del tempio era naturale che fosse posta la domanda anche sulla fine del mondo. La risposta di Gesù è un intreccio di affermazioni riguardanti ora l’uno, ora l’altro evento, perché i segni e i fenomeni relativi alla fine del tempio e di Gerusalemme sono simboli e prefigurazioni di quelli che precederanno la fine del mondo.
Rimane perciò vero che, secondo il contesto, Gesù intendeva parlare direttamente della fine del tempio, non del tempo. In questo convergono tutti e tre gli evangelisti. La domanda di fondo a lui posta riguardava la fine del tempio, non del tempo. Dell’una Gesù ne indica la data con approssimativa precisione (questa generazione); dell’altra afferma che nessuno conosce né il giorno né l’ora (cf. Matteo 24, 36).
b) In san Luca la distinzione tra fine del tempio e fine del mondo è più netta. Egli riferisce come Gesù qualche tempo prima del discorso escatologico, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:
“Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno pietra su pietra” (Luca 19,41-44).
Nel discorso poi escatologico, sempre secondo san Luca, Gesù dice:
“Quando vedrete Gerusalemme circondata da armate, allora sappiate che la sua devastazione è giunta. Allora quelli che sono nella Giudea fuggano sui monti, e quelli, che sono nella città se ne vadano; chi è nelle campagne non entri in città (… ); e cadranno a fil di spada e andranno prigionieri fra tutte le genti, e Gerusalemme sarà calpestata dai pagani, finché siano compiuti i tempi dei pagani” (Luca 21, 20-24, Garofalo).
A conclusione dì tutti questi segni e premonizioni Gesù ne indica anche il tempo: “in verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute” (Matteo 24, 34).
c) La generazione che Gesù aveva in mente non può essere, dunque, se non quella che vide il terrificante evento della distruzione del tempio e di Gerusalemme per opera dei Romani nell’agosto del 70 dopo Cristo. Dal tempo della predizione di Gesù erano passati circa 40 anni, quanti appunto ne sono assegnati a una generazione umana. Gesù si riferiva indubbiamente alle persone che dopo circa quarant’anni avrebbero visto, subìto e sofferto tutte quelle cose. Oggi quasi tutti i grandi studiosi della Bibbia spiegano le parole di Gesù nel senso spiegato da noi. A conferma diamo due autorevoli testimonianze:
La Bible de Jérusalem: “Quest’affermazione (Matteo 24, 34) riguarda la rovina di Gerusalemme e non la fine del mondo”. La Sacra Bibbia a cura di Salvatore Garofalo: “Nel v. 34 di Matteo è chiaro che la generazione ha un senso preciso. La durata media e convenzionale di una generazione è quarant’anni, e dalla morte di Gesù (anno 30) alla catastrofe di Gerusalemme (anno 70) trascorse appunto quel periodo di tempo”.
A conclusione dì tutti questi segni e premonizioni Gesù ne indica anche il tempo: “in verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute” (Matteo 24, 34).
c) La generazione che Gesù aveva in mente non può essere, dunque, se non quella che vide il terrificante evento della distruzione del tempio e di Gerusalemme per opera dei Romani nell’agosto del 70 dopo Cristo. Dal tempo della predizione di Gesù erano passati circa 40 anni, quanti appunto ne sono assegnati a una generazione umana. Gesù si riferiva indubbiamente alle persone che dopo circa quarant’anni avrebbero visto, subìto e sofferto tutte quelle cose. Oggi quasi tutti i grandi studiosi della Bibbia spiegano le parole di Gesù nel senso spiegato da noi. A conferma diamo due autorevoli testimonianze:
La Bible de Jérusalem: “Quest’affermazione’ (Matteo 24, 34) riguarda la rovina di Gerusalemme e non la fine del mondo”. La Sacra Bibbia a cura di Salvatore Garofalo: “Nel v. 34 di Matteo è chiaro che la generazione ha un senso preciso. La durata media e convenzionale di una generazione è quarant’anni, e dalla morte di Gesù (anno 30) alla catastrofe di Gerusalemme (anno 70) trascorse appunto quel periodo di tempo”.
– E neppure si capisce perché i discepoli fino al momento dell’Ascensione insistono per sapere la data del suo ritorno (Atti 1, 7). Gesù si rifiuta di accontentarli. Il compito del credente è di pregare e lavorare per la realizzazione del Regno di Dio e attendere nella vigilanza il giorno della sua conclusione finale con la venuta di Cristo.
Tutto invece diventa chiaro se si ammette che Gesù aveva in mente la sua generazione e che par- lava della fine del tempio. Tuttavia colse l’occasione per ricordare anche un’altra fine quella del tempo. L’una richiamava l’altra nella mentalità giudaica. 1 due temi e i due tempi sono fusi nel vangelo di Matteo.
Ma mentre della fine di Gerusalemme e del tempio Gesù indica il quando con sufficiente precisione, dell’altro evento escatologico non dà nessuna indicazione di tempo: “Non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Matteo 24, 42).
Padre Nicola Tornese s.j.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.