I Testimoni di Geova – Lezione N° 162
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Carlo Russell, un uomo qualunque
Russell avrebbe voluto che i suoi insegnamenti fossero ritenuti validi anche dopo la sua morte. Lo scrisse nel suo testamento. Ma non furono di questo parere coloro che dopo di lui ebbero ed hanno in mano le sorti della setta.
L’elezione del successore di Russell nella carica di presidente avvenne mediante una votazione truffaldina. Joseph Franklin Rutherford, l’ex legale di Russell, fu eletto alla presidenza con 150 mila voti da un corpo elettorale di appena 600 persone. Come mai?
La Torre di Guardia, nel numero del I’ novembre 1955, p. 633, fa sapere che gli elettori avevano diritto a tanti voti per quante donazioni di 10 dollari avessero fatto a favore della società geovista.Così non fu difficile a Joseph Rutherford occupare il posto rimasto vuoto con la morte di Russell.
Divenuto presidente, Rutherford non ebbe nessuna preoccupazione di eseguire le ultime volontà di Russell. Nei riguardi di lui, profeta e portavoce di Dio, il nuovo presidente si espresse nei seguenti termini:
“Il lavoro dell’organizzazione di Dio non è soggetto al controllo di un uomo (cioè di Russell), né è controllato dalla volontà d’una creatura (cioè di Russell)”.
Così Rutherford spogliò Russell dell’aureola di “profeta e microfono di Dio”, e lo ridusse al rango d’un uomo qualunque. Ora il “profeta” era lui, Rutherford, e quanto lui diceva, doveva essere recepito come parola di Dio anche se in contrasto con ciò che lo stesso Geova aveva fatto sapere tramite Russell.
Essendo dunque un uomo qualunque, Russell aveva fatto in modo che “il popolo di Geova fosse ancora tenuto in restrizioni babiloniche ereditate da tradizioni pagane adottate dalla cristianità (… ). I testimoni di Geova celebravano alcune feste pagane, come il Natale; usavano il simbolo della croce come segno di devozione cristiana e in quanto all’organizzazione seguivano nella congregazione l’ordine democratico e presbiteriano”.
Sotto il nuovo presidente questo sconcio fu eliminato. I tdG piansero questi loro peccati, dovuti alla poca chiaroveggenza del ‘profeta’ Russell, e sotto la guida teocratica, cioè dispotica, di Rutherford, si avviarono a un futuro brillante.
Tra le nuove luci accese da Rutherford ricordiamo solo la sua profezia circa la fine. Il nuovo microfono di Dio aggiornò quanto aveva detto il suo predecessore, spostando la data della fine prima al 1918 e poi al 1925. Ma, ahimè, la nuova luce si rivelò una falsa luce. Venne infatti il 1925 e gli unti seguaci di Geova non andarono in cielo. Rutherford mori di cancro l’8 gennaio 1942.
“Guai a coloro che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Isaia 5, 20).
Il servo fidato e prudente
Dopo la morte di Rutherford fu eletto presidente Nathan Knorr. Era un uomo d’affari con scarsa conoscenza della Bibbia. Per circa due decenni, governò la setta da monarca come avevano fatto i suoi predecessori. Ma negli ultimi anni, a motivo di contestazioni anche tra i suoi più vicini collaboratori, dovette addivenire a una forma di governo apparentemente democratica. Al vertice della setta fu collocato un “Corpo Direttivo”, composto di un numero limitato di “santi” o “unti”, ossia della classe privilegiata destinata al comando in questa vita e in quella che ha da venire. Abbiamo detto “apparentemente democratica” perché di fatto, anche dopo la ristrutturazione, il presidente è riconosciuto come il portavoce di Geova. Egli dà il significato della Bibbia e gli altri – tutti gli altri – devono accettare supinamente ciò che egli dice.
Ma con quale autorità il Corpo Direttivo si autodefinisce il canale di Dio o piuttosto di Geova? Strumentalizzando qualche versetto della Bibbia come avevano fatto Russell e Rutherford.
Nel caso presente grande importanza danno i capi della setta, e naturalmente anche la base, ad alcune parole di Gesù di cui in Matteo 24, 45:
“Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha proposto ai suoi domestici con l’incarico di dar loro il cibo in tempo opportuno?”
A parere dei tdG il servo fidato e prudente sarebbe il Corpo Direttivo, che Geova avrebbe costituito per comunicare a tutte le creature umane il suo pensiero e soprattutto la sua volontà.
Nulla di vero in tutto questo. Si tratta d’una spiegazione settaria della Parola di Dio.
Notate, prima di tutto, come al tempo di Russell e Rutherford il ‘servo fidato e prudente’ era una singola persona, cioè Russell e Rutherford. Dopo, sotto Nathan Knorr, il pensiero di Gesù sarebbe cambiato ed egli avrebbe avuto in mente più persone, cioè il Corpo Direttivo.
La verità è molto diversa. Nella parabola Gesù non si riferisce né a una singola persona né a un gruppo di persone privilegiate, ma a tutti i suoi discepoli. Soprattutto egli non intende conferire nessuna autorità di comando. La parabola ha come unico scopo di esortare alla vigilanza tutti i discepoli di Cristo durante il tempo dell’attesa della sua venuta.
A conferma vale il fatto che Gesù insiste sullo stesso insegnamento nelle due parabole che seguono immediatamente: quella delle vergini stolte e delle prudenti (Matteo 25, 1-12), e quella dei talenti (Matteo 25, 14-30). Le tre parabole servono a illustrare quanto Gesù aveva detto poco prima,
“Considerate però questo: se il padre di famiglia sapesse in quale veglia della notte deve venire il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe sfondare la casa. Perciò anche voi siate preparati, perché il Figlio dell’uomo verrà all’ora che voi non supponete” (Matteo 24, 43-44).
Le tre parabole sembrano riferirsi allo stesso contesto precedente, cioè alla seconda venuta del Signore o giudizio finale (cfr. Matteo 24, 44). Ma sarebbe possibile anche considerarle come avvertimenti 1per la venuta del Cristo nella vita dei singoli uomini, sia che si tratti di suoi ministri sia che si tratti dei semplici fedeli.
In ogni modo, sia che si tratti della fine del singolo o del giudizio che riguarda l’umanità intera, il contenuto della parabola del “servo fidato e prudente”, come pure delle altre due, non è il conferimento di un potere a una singola persona o a un gruppo di persone, ma l’esortazione alla vigilanza rivolta a tutti i discepoli di Cristo per essere trovati nel pieno adempimento del loro dovere al ritorno del loro Signore.
Conclusione
Nei centoventi anni di storia della setta geovista una cosa appare certa ed è che ogni presidente si è appropriata la qualifica di portavoce di Dio, e su questa base ha disdetto il suo predecessore, affermando cose radicalmente diverse. E’ mai possibile che Dio si contraddica? E’ mai possibile che faccia apparire nero e buio ciò che prima era presentato bianco e luminoso? Dio è verità. E allora una conclusione s’impone nei riguardi di chi bussa alla vostra porta con lo scopo di aggregarvi alla setta dei tdG:
“Si sono fatti della menzogna un rifugio e nella falsità si sono nascosti” (Isaia 28, 15).
Padre Nicola Tornese s.j.
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