I Testimoni di Geova – Lezione 96
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Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Luca 6, 6-11
Ora c’era là un uomo, che aveva la mano inaridita (…). Gesù disse. Domando a voi: E’ lecito in giorno di sabato (…) salvare una vita (psychè) o perderla? (CEI, BIB, BC, BI, SG, Rv, PdG, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 6, 6-11
E vi era presente un uomo la cui mano destra era secca (…). Gesù disse loro: lo vi chiedo: E’ lecito di sabato (…) salvare o distruggere un’anima? (psychè).
Osservazione:
E’ chiaro che Gesù intende salvare cioè guarire un uomo, dare la salute fìsica a una vita umana. Non vi è il minimo cenno alla salvezza o distruzione dell’anima, ossia alla sopravvivenza o meno l’uomo subito dopo, la morte. I geovisti, con una traduzione errata e radicalmente diversa da quella che dà la Bibbia dei cristiani, insinuano che l’anima può essere distrutta.
2) Atti 3, 23
E chiunque (psychè) non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo (CEI, BS, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
Atti 3, 23
In realtà, (psychè) ogni anima che non ascolterà quel Profeta, sarà completamente distrutta di fra il popolo.
Osservazione:
La Bibbia qui neppure lontanamente insegna lo stroncamento eterno, ossia la distruzione completa dell’uomo, il suo ritorno nella non-esistenza, come insinua la traduzione errata della Bibbia geovista. Qui si parla unicamente della sorte di un israelita (di un uomo), che non avesse voluto ascoltare la voce del Profeta. Egli poteva essere escluso dal popolo di Dio e anche ucciso.
Se la Bibbia dell’Istituto Biblico traduce anima, la parola anima vuol dire persona com’è stato spie- gato nella nota .
2) Apocalisse 8, 9 e 16, 3
E un terzo delle creature che vivono (psychai) nel mare morì (8,9). E perì ogni essere vivente (psychè) che era nel mare (16,3) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Rivelazione 8,9 e 16,3
E un terzo delle creature che sono nel mare e che hanno anima morì (8,9). E ogni anima (psychè) morì, sì, le cose del mare (16,3).
Osservazione:
Nell’uno e nell’altro testo si parla di pesci o animali marini, cioè di esseri viventi della specie animale, non di anime. Per i geovisti non vi è differenza essenziale o di natura tra l’uomo e la bestia. Tutti son anime viventi. Sprezzanti di ogni proprietà di linguaggio i tdG chiamano anime i pesci per poter dimostrare (a chi?) che l’anima umana muore come muoiono gli animali marini. Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza (Genesi 1, 27); i tdG lo fanno a immagine e somiglianza delle bestie.
La sorte del buon ladrone (Lc. 23, 43)
In tema di sopravvivenza dell’uomo subito dopo la morte i tdG, per dare una base biblica al loro gravissimo errore, corrompono le consolanti parole dette da Gesù al morente ladrone pentito: “lo ti dico: oggi sarai con me in Paradiso” (Luca 23, 43). L’evidenza dell’immortalità dell’anima o sopravvivenza dell’uomo alla morte del corpo è talmente luminosa nelle parole di Gesù che distrugge irrimediabilmente l’errore geovista. Da qui ogni loro sforzo per oscurare tanta luminosità.
BIBBIA BEI CRISTIANI
Luca 23, 43
E aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso (CEI, BIB, BC, B-T, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 23, 43
E proseguì dicendo: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno. Ed egli disse a lui: Veramente ti dico oggi: Sarai con me in Paradiso.
Osservazioni:
a)La diversità essenziale consiste nella collocazione della punteggiatura nelle parole di Cristo al buon ladrone. Se i due punti (o virgola) vanno posti prima di “oggi” (come deve essere fatto), il senso chiaro è che Cristo assicura al buon ladrone il Paradiso (o suo Regno) quello stesso giorno, subito dopo la morte. Se invece i due punti sono collocati dopo “oggi” (come fanno i tdG), il senso è che il ladrone quel giorno con la morte sarebbe tornato nella non-esistenza. Cristo tuttavia gli prometteva di risuscitarlo (o piuttosto crearlo di nuovo) in un futuro indeterminato su questa terra paradisiaca.
b) Contro la punteggiatura adottata dai tdG va notato che nel testo critico tanto elogiato dai geo- visti la punteggiatura è collocata prima di “oggi”. Malgrado il loro caloroso riconoscimento del testo critico e l’assicurazione di attenersi fedelmente ad esso (cfr. p. 14), gli anonimi traduttori della Bibbia geovista si sono discostati in questo caso dal testo originale (o critico) da cambiare sostanzialmente l’insegnamento della Bibbia.
Al contrario, la Bibbia dei cristiani mantiene la massima fedeltà alla Parola di Dio. In Luca 23, 43 la punteggiatura va collocata prima, non dopo “oggi”. Gesù ha detto al buon ladrone: “lo ti dico: oggi sarai con me in Paradiso”.
c) Per giustificare la loro traduzione corrotta della Bibbia i tdG ricorrono a tanti cavilli e peggio. Rimane, comunque, il fatto che nel testo di Luca 23, 43 la Traduzione del Nuovo Mondo è radicalmente diversa dalla Bibbia dei cristiani.
Presenza reale
Anche nei testi biblici riguardanti la presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo nella SS.ma Eucaristia vi è una sostanziale differenza tra la Bibbia dei cristiani e la Traduzione del Nuovo Mondo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Matteo 26, 26-29
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane (… ) lo spezzò, e lo diede ai discepoli dicendo: “Pren- dete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, versato per molti, in remissione dei peccati” (CEI, BIB, BJ, SG, BC, RY, PdS, NEP, PC) .
BIBBIA DEI tdG
Matteo 26, 26-29
Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane ( … ), lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: “Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo”. E prese il calice ( … ), lo diede loro, dicendo: “Bevetene voi tutti, poiché questo significa il ‘mio sangue del patto’, che deve essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati”.
Osservazioni
a)Secondo il testo critico (originale) nelle parole di Gesù vi èsempre il verbo essere: questo è (greco estìn). Il verbo essere può avere il senso simbolico (= significa) quando la frase è generica. Per esempio: Il seme è (= significa) la Parola di Dio (Luca 8, 1 1). lo sono la vite (Giovanni 15, 1), cioè la vite è, simbolo della mia persona. Qualunque seme può essere simbolo o emblema della Parola di Dio, come qualunque vite può significare Gesù Cristo.
b) Non così nel caso del pane e del vino della Cena del Signore. Gesù dice espressamente’. questo pane (e non altro) è il mio corpo. E così del vino. Se si trattasse solo di una presenza simbolica, Gesù avrebbe detto: il pane, ossia qualunque pane è, cioè significa, il mio corpo. Egli non ha detto così. Disse quelle parole con riferimento al pane che teneva nelle mani. E ordinò ai discepoli di ripetere la stessa cosa con riferimento a un pane e a un vino ben determinati.
c) San Paolo era di questo parere perché ammoniva i fedeli di Corinto a distinguere bene il pane comune, che consumavano nei loro pasti, dal pane della Santa Cena. Diceva l’apostolo: “Chi mangia e beve senza riconoscere (o distinguere) il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Corinzi 11, 29). Diceva pure: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e sangue del Signore” (1 Corinzi 11, 27). Com’è possibile distinguere il corpo del Signore o essere reo dei corpo e sangue del Signore, se nel pane e nel vino della Santa Cena non c’è né corpo né sangue del Signore?
Padre Nicola Tornese s.j.
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