I Testimoni di Geova – Lezione 92^
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SAGGI DI DIFFERENZA
Il Nome Divino
La questione della pronuncia o trascrizione del Nome Divino deve dirsi di secondaria importanza. Chiunque si accosta alla Bibbia con intelligenza e amore è interessato a conoscere Chi è Dio, vale a dire avere di Lui il vero concetto, vedere, per così dire, il suo vero volto.
Se trattiamo brevemente questa questione è perché ancora oggi, malgrado tante evidenze in contrario, i tdG insistono con pertinacia che il Nome di Dio è Geova. Si troverebbe in grave difetto e sarebbe eliminato dal popolo di Dio chi non lo chiamasse così.
1 – Antico Testamento
Nella Bibbia dell’Antico Testamento non si trova mai la parola Geova. Il Nome proprio di Dio era indicato con le quattro lettere consonanti JHVH, il sacro tetragramma (= quattro lettere sacre). Oggi è generalmente accettato che la pronuncia o trascrizione esatta del sacro tetragramma è Jahve , non Geova. Nessuna traduzione della Bibbia di questi ultimi decenni ha Geova. E’ falso perciò dire, come fanno i tdG, che la pronuncia Geova è oggi la più comune. La verità è che Geova si trova ancora solo nella Bibbia e negli scritti dei tdG.
La prima traduzione della Bibbia, che è quella detta dei Settanta, non ha mai trascritto il sacro tetragramma con Geova. Nuovi testi ritrovati mostrano senz’ombra dì dubbio che i Settanta hanno tradotto il tetragramma JHVH con Kyrios (= Signore). Ciò facendo i traduttori dei Settanta hanno seguito l’uso ebraico di sostituire il nome divino (che è Jahve) col titolo Adonai (= Signore), come già avveniva nella lettura della Bibbia ebraica. Al- cune volte i Settanta lasciano inalterato il tetragramma (JHVH). Mai comunque lo trascrivono Geova.
La forma errata di Geova è apparsa per la prima volta in una traduzione inglese della Bibbia per opera di Williarn Tyndale, che risale solo al 1530 dopo Cristo I. Questa forma errata è, entrata poi sia nelle traduzioni della Bibbia di questi ultimi quattro secoli sia in alcune iscrizioni, anche di chiese cattoliche. Ma tutti questi documenti a favore della forma Geova non sono anteriori all’anno 1530. In nessun documento prima di quell’anno, in nessuna traduzione della Bibbia prima del 1530, è presente la forma Geova”. Malgrado tanta evidenza, i tdG continuano ancora a scrivere Geova al fine di una propaganda settaria; e con autentico spirito settario non cessano di denigrare la Chiesa Cattolica, facendo intendere a chi non è capace d’intendere, che la Chiesa avrebbe volutamente celata l’esatta pronuncia del Nome Divino, precipitando così nelle tenebre del paganesimo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Genesi 2, 4
Il Signore Dio fece la terra e il cielo (CEI, BIB, BC, Rv, PdS, NEP).
Jahve Dio fece la terra e il cielo (BJ, SG).
BIBBIA DEI tdG
Genesi 2, 4
Geova Dio fece la terra e il cielo.
2) Esodo 3, 15
Il Signore, il Dio dei vostri padri (…) mi ha mandato a voi (CEI, BIB, BC. Rv, PdS, NEP).
Jahve, Dio dei vostri padri (BJ, SG, PC).
Esodo 3, 15
Geova, l’Iddio dei vostri antenati (…) mi ha mandato a voi.
2 – Nuovo Testamento
La posizione dei tdG diventa ancor più insostenibile se consideriamo il Nuovo Testamento. Nel testo critico (greco), riconosciuto di alta eccellenza dai geovisti, anche nei particolari, al tempo in cui tradussero la loro Bibbia, non c’è Geova. Dio è chiamato Padre (o Patèr, Abbà), oppure Signore (o Kyrios), oppure Dio (o Theòs). Eppure nella Traduzione del Nuovo Mondo la forma errata Geova è stata introdotta abusivamente centinaia di volte.
a) Gesù non ha mai chiamato Dio col nome Geova. Le sue parole riportate in Giovanni 17,6 e 26: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, tanto strumentalizzate dai geovisti, non significano affatto che il Maestro Divino ha insegnato ai Giudei del suo tempo che Dio debba essere chiamato Geova. Questa è una affermazione assurda e ridicola dei tdG. I Giudei del tempo di Gesù conoscevano la esatta pronuncia del Nome Divino anche se per rispetto lo chiamavano Adonai (Signore), e avrebbero certamente riso in faccia a Gesù se egli avesse preteso d’insegnare una cosa che già sapevano.
Le parole di Gesù in Giovanni 17,6 e 26 hanno un solo significato, vale a dire che egli ha fatto conoscere Chi è Dio meglio di Mosè e dei Profeti. Nello stile biblico nome indica la persona, la sua natura, le sue qualità, i suoi propositi. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente rende Giovanni 17,6 e 26 in modo assai appropriato
“lo Ti ho fatto conoscere a loro e Ti farò conoscere”.
b) Il Corpo direttivo della setta geovista cerca di giustificare la presenza del nome Geova nel Nuovo Testamento dicendo che in alcuni frammenti della Bibbia dei Settanta scoperti di recente s’incontra il sacro tetragramma. Dunque gli autori del Nuovo Testamento, che hanno fatto largo uso dei Settanta, dovevano usare il nome Geova. “Nei casi in cui queste citazioni includevano il nome divino, egli (cioè san Matteo) era obbligato a includere fedelmente il tetragramma” .
Si risponde:
– Anche se in alcuni frammenti dei Settanta compare il sacro tetragramma (JHVH), non ne segue che gli autori del Nuovo Testamento dovevano usare il nome Geova. Il sacro tetragramma non fu mai trascritto Geova prima del 1530 dopo Cristo. Fu un errore del traduttore inglese Tyndale. Gli autori ispirati del Nuovo Testamento non potevano commettere simili errori.
– La Bibbia dei Settanta non trascrive mai il tetragramma con la forma Geova. Nella maggior parte dei casi lo traduce con Kyrios (Adonai Signore). In qualche caso lo trascrive con lao, che è molto vicino alla vera pronuncia del tetragramma cioè a Jahve. Alcune volte lo riporta con lettere ebraiche per far capire ai lettori che si tratta del- l’unico Signore in contrasto con gli dèi pagani chiamati anch’essi kyrioi (signori).
– Gli autori ispirati del Nuovo Testamento hanno voluto adottare il vocabolario dei Settanta, usando la parola Kyrios (Signore), soprattutto per accentuare il distacco del cristianesimo dalla religione ebraica. Per gli autori ispirati “Gesù è il Signore” (Romani 10,9; 1 Corinzi 12,3; Filippesi 2,11; Atti 11,21-26). Jahve si era fatto presente e operante in Gesù. Gli apostoli ed Evangelisti hanno riconosciuto in Gesù l’unico vero Dio (cf. Giovanni 20,28; I Giovanni 5,20; Apocalisse 22,13) e lo hanno acclamato Signore.
– E’ una presunzione imperdonabile il tentativo dei tdG di distruggere la Parola di Dio. Essi affermano che gli autori ispirati dovevano scrivere Geova piuttosto che Signore (Kyrios). Questo equivale a voler dare lezioni allo Spirito Santo, distruggere con mano sacrilega ciò che Dio ha costruito.
c) Nel loro sforzo pertinace di inoculare l’errore i dirigenti geovisti cadono in grossolane con- traddizioni. Eccone una. Volendo giustificare, la presenza del nome Geova nelle Scritture Greche Cristiane, contrariamente all’evidenza del testo critico di Westcot ed Hort, hanno scritto:
“In qualche tempo durante il II e III secolo E.V. gli scribi tolsero il Tetragramma sia dai Settanta che dalle Scritture Greche Cristiane e lo sostituirono con Kyrios, “Signore” o Theòs, “Dio .
E ora notate.
– Alcuni anni prima di scrivere queste parole i tdG ci avevano assicurato che “chiunque dica che oggi la Bibbia non contiene le stesse informazioni che conteneva in origine semplicemente non conosce i fatti. Geova Dio ha fatto in modo che la sua Parola fosse protetta non solo dagli errori di copisti, ma anche dai tentativi di altri di farvi delle aggiunte”.
Ora ci dicono che gli scribi tolsero il Tetragramma e lo sostituirono con Kyrios o Theòs. Come mai Geova Dio non ha protetto la sua Parola da questa grave manipolazione? Forse dormiva o era indaffarato? (cf. 1 Re 18,27).
– Ma contro la manovra geovista sta il fatto che in documenti antichissimi anteriori al Il e III secolo E. V., che si conservano intatti ancora oggi e sono oggetto di studio da parte di valenti biblisti, non c’è il Tetragramma. Sono i geovisti che hanno manipolato la Bibbia e introdotto abusivamente il nome Geova, non gli scribi del II e III secolo e tanto meno la Chiesa Cattolica, fedele custode della verità.
Tra questi antichissimi documenti vanno ricordati i papiri di Bodmer risalenti alla prima metà del Il secolo e contenenti quasi tutto il Vangelo di Giovanni. In essi non c’è Geova.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Luca 1, 38
Eccomi, sono la serva del Signore (CHI, BIB, BC, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
2) Matteo 1, 20
Ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore (CEI, BIB, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
3) I Corinzi 4, 4-5
Il mio giudice è il Signore (Kyrios). Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore (Kyrios) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 1, 38
Ecco, la schiava di Geova.
Matteo 1, 20
L’angelo di Geova gli apparve in sogno.
I Corinzi 4, 4-5
Chi mi esamina è Geova. Quindi non giudicate nulla prima del tempo, finché venga il Signore.
Osservazione:
Nell’originale greco san Paolo usa due volte la stessa parola Kyrias (Signore), che è un titolo di- vino (Adonai). I tdG traducono la stessa parola in due modi diversi: Geova (verso 4) e Signore (verso 5). Con questa distinzione arbitraria ed errata i tdG vogliono insinuare che Cristo (il Signore) non è Dio (Geova).
E’ una traduzione contraria alla lettera e allo spirito del testo paolino. Contraria alla lettera perché san Paolo ha scritto Kyrios (Signore) in tutti e due i casi. Contraria allo spirito, perché il giudizio a cui Paolo si appella è quello dell’ultimo giorno, dove giudice è solo Cristo, il Signore (cfr. Matteo 7,22-23; 25,31-46; Apocalisse 2,23; 22,12- 13 ecc.).
Identico inganno nella traduzione di:
1Tessalonicesi 4, 15-16
Quanto vi diciamo sulla parola del Signore (Kyrios): noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore (Kyrios), non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
1 Tessalonicesi 4, 15-16
Poiché questo vi diciamo per la parola di Geova, che noi viventi che sopravviveremo alla presenza del Signore non precederemo affatto quelli che saranno addormentati (nella morte).
Osservazione:
Anche in questo caso la traduzione geovista è radicalmente diversa da quella delle Bibbie dei veri cristiani perché contraria alla lettera e allo spirito dell’insegnamento di san Paolo attestato dal testo critico. Contraria alla lettera perché, secondo il testo critico, san Paolo ha scritto solo e sempre Kyrios (Signore), mai Geova. Contraria allo spirito, perché la parola circa la venuta del Signore Paolo l’aveva appresa da Cristo, ossia dal Signore Gesù, non da Geova. A Paolo non apparve mai Geova per istruirlo, ma il Signore Gesù (cfr. Atti 9,5). Il Signore Gesù o direttamente o mediante gli Apostoli aveva fatto conoscere a Paolo il Vangelo (cfr. 1 , Corinzi 11, 23, 15, 3; Galati 1, 12 ecc.).
Padre Nicola Tornese s.j.
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