I Testimoni di Geova – Lezione XXVII
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Geova – Chi era costui?
Comportamento dei primi cristiani
Neppure vi è nel Nuovo Testamento il minimo segno che Gesù abbia istruito i suoi discepoli di far sapere alle genti, cioè ai pagani, che Dio debba essere chiamato Geova.
L’errore
Hanno scritto: “Molti di quelli a cui i seguaci di Gesù dovevano predicare non avevano la minima idea di chi fosse l’Iddio che si era rivelato agli ebrei col nome Geova. Come avrebbero potuto i cristiani far capire loro chi era il vero Dio? Sarebbe stato sufficiente chiamarlo Dio o Signore? No. Le nazioni avevano i loro propri dèi e signori (1 Corinzi 8- 5). Come potevano i cristiani fare netta distinzione fra il vero Dio e i falsi? Solo usando il nome del vero Dio” .
La verità
a) Notate prima di tutto come i geovisti danno per certo e per vero ciò che non è affatto né certo né vero: Dio non si rivelò agli Ebrei col nome “Geova”. Questa errata forma del Nome divino introdotta nella traduzione della Bibbia solo nel 1530 da William Tyndale. Prima di Tyndale nessun autore sacro o traduttore della Bibbia ha chiamato Dio col nome Geova. Com’è possibile che l’Iddio si sia rivelato agli Ebrei molti secoli prima col falso nome di Geova?
b) Cosa ancor più grave è il fatto che la parola Geova non ha alcun significato. “Geova” in ebraico non significa nulla, mentre Jahve vuoi dire “Colui che è”, indica cioè il vero Dio come la fonte dell’esistenza e della vita. Lo Spirito Santo, che guidava la predicazione degli Apostoli e degli evangelisti (cf. Giovanni 14,26), avrebbe commesso un grosso errore se avesse suggerito ai primi predicatori del Vangelo di far capire ai pagani il vero Dio con una parola che non ha significato “.
c) i discepoli di Gesù avevano avuto da lui il comando di insegnare alle genti “ad osservare tutto ciò che egli aveva ordinato” (cf. Matteo 28, 20). Egli aveva detto loro di chiamare Dio col nome di Padre, non di Geova, (cf. Matteo 6, 9) e di spiegare loro Chi è Dio, cioè conoscere il suo Nome in senso biblico come egli l’aveva fatto conoscere (cf. Giovanni 17,6.26). Non è questione di imparare e ripetere una parola, ma di venire a conoscenza d’una dottrina, della via della salvezza.
d) Questo era l’essenziale. Questo hanno fatto i primi cristiani, soprattutto Apostoli ed evangelisti, usando un linguaggio accessibile sia agli Ebrei sia ai pagani, e precisando che il vero Dio non era uno dei loro dèi o signori, ma Gesù Cristo, per mezzo del quale esiste ogni cosa (cf. 1 Corinzi 8, 6). Egli era l’Adonai, cioè Signore di tutti. A conferma sta il fatto che i primi predicatori e scrittori del Vangelo, rivolgendosi agli Ebrei fuori della Palestina e ai pagani, hanno fatto largo uso, anzi un uso preferenziale, della Bibbia detta dei Settanta, la prima traduzione in lingua greca del- l’Antico Testamento. E’ un fatto storicamente accertato. Questo fu provvidenziale, perché nei Settanta il Tetragramma è tradotto quasi sempre Kyrios (= Signore – Adonai), una parola comprensibile ad Ebrei e pagani “.
Il Nel Dizionario dei concetti biblici del N.T., a cura di L. Coenen, Dehoniane, Bologna 1976, a pagina 1758 è detto- “Nuovi testi ritrovati mostrano senz’ombra di dubbio che già i Settanta hanno tradotto il tetragramma JHVH con Kyrios” (Adonai, Signore).
e) Con la parola Kyrios (Signore) i primi seguaci di Gesù davano al mondo il vero concetto di Dio, vale a dire annunciavano a tutti che l’unico vero Dio si era fatto presente in Gesù di Nazareth, il Signore di tutti. Adorando Gesù essi erano certi di adorare il vero Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. L’attesa del giorno di Jahve si identifica con l’attesa del giorno del Signore Gesù.
San Paolo insisteva sulla signoria assoluta, suprema e universale di Gesù: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Filippesi 2, 10-11). “A gloria di Dio Padre” vuol dire che l’unico vero Dio indicato nella Bibbia col nome di Padre, è adorato e glorificato nell’adorazione del Signore Gesù. Tra Padre e Figlio non vi è differenza essenziale. L’uno e l’altro vanno collocati allo stesso livello divino. Cristo è il Signore dei signori e il Re dei re (Cf. Apocalisse 17,14) come lo è l’unico vero Dio (Cf. 1 Timoteo 6, 15).
f) Fu dunque un processo di chiarificazione conforme alle parole di Gesù (Cf. Giovanni 16,12-13) quello operato dai primi predicatori del Vangelo, soprattutto dagli Apostoli e dagli autori ispirati, quando essi annunciarono il vero Dio col nome di Signore, lasciando da parte Jahve (Geova non esisteva). Vi era il vantaggio che questo modo di esprimersi liberava i seguaci di Cristo dall’apparire come una setta giudaica. La nuova comunità voleva essere la Casa di tutti, il nuovo Israele (Cf. Galati 6,16). In conformità al consiglio del loro Maestro, i primi cristiani “non hanno messo vino nuovo in otri vecchi” (Cf. Luca 5, 37). Hanno piuttosto lasciato indietro le cose vecchie già passate e si sono attenuti alle nuove in Cristo (Cf. 2 Corinzi 5,17).
g) E’ lecito domandarsi: Perché i tdG insistono tanto sull’uso del nome Geova? La risposta non è difficile. Essi tentano di demolire tutto ciò che i primi discepoli di Gesù, sotto la guida dello Spirito Santo, hanno costruito. In altre parole, i primi cristiani, Apostoli ed evangelisti, con un linguaggio appropriato, hanno voluto professare e te- stimoniare l’identità tra Cristo e Jahve, ossia la divinità di Gesù Cristo, il Signore dei signori (Cf. Apocalisse 17,14).
I tdG, facendo la via a ritroso, vorrebbero fare di Cristo un semplice vassallo di Geova.
Padre Nicola Tornese s.j.
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