I Testimoni di Geova – Lezione XXVI
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GEOVA CHI ERA COSTUI ?
Parte Prima
Il comportamento di Gesù
Come tutti sanno, il Nuovo Testamento è la testimonianza dei fatti e dei detti di Gesù conservata, trasmessa, scritta da coloro che hanno visto le sue opere e ascoltata la sua predicazione. Che cosa dice il Nuovo Testamento circa l’uso che Gesù faceva del Nome divino?
1 tdG sono del parere che Gesù, specie quando leggeva le Scritture ebraiche, si discostava dalla pia pratica degli Israeliti di non pronunciare il Nome di Dio, sostituendolo con Adonai (= Signore). Noi Gesù avrebbe chiamato Dio col suo proprio nome. Quale? I geovisti non ve lo dicono chiaramente, ma con insinuazioni più o meno velate vorrebbero farvi intendere che Gesù chiamava Dio col nome di Geova.
1 – L’errore:
Hanno scritto: “Gesù avrebbe seguito una simile tradizione non scritturale? (di non nominare Dio). Difficilmente! Egli non si trattenne certo dal compiere opere di guarigione di sabato, anche se questo significava infrangere le regole di origine umana istituite dagli ebrei e mettere addirittura a repentaglio la propria vita (Matteo 12, 9-14). In effetti Gesù definì ipocriti i farisei perché le loro tradizioni andavano oltre l’ispirata Parola di Dio (Matteo 15, 1-9) (Il Nome Divino ecc. p.14)
La verità:
a) Non vi è la minima traccia nei vangeli che Gesù si discostasse dalla pia pratica dei Giudei di non pronunciare il Nome di Dio e sostituirlo con Adonai. Si trattava d’una pia pratica, non di una tradizione contro l’ispirata Parola di Dio. Con tale pia pratica i Giudei volevano mostrare sommo ri- spetto per Jahve – il vero Dio -, non andare contro la Legge, ma osservarla scrupolosamente (cf. Esodo 20, 7).
b) I Giudei hanno accusato Gesù di violare il sabato, di voler distruggere il tempio (cf. Marco 14, 58; -15, 29), di farsi uguale a Dio (cf. Giovanni 5, 18), non di profanare il Nome di Dio. L’avrebbero certamente fatto, se Gesù si fosse macchiato ai loro occhi anche di questo crimine.
c) Gesù definì ipocriti i farisei perché, mediante le loro tradizioni, incoraggiavano di non onorare il padre e la madre (cf. Matteo 15,3-4). Come poteva egli andare contro quelle tradizioni che, al contrario, avevano come scopo un maggiore, onore verso il Padre celeste? Anche gli Ebrei dei nostri giorni non pronunciano quel Nome. Sono forse tutti discepoli degli antichi farisei ?
2 – L’errore:
Hanno scritto: “E’ quindi improbabile che Gesù si astenesse dal pronunciare il nome di Dio, soprattutto se si considera che il suo stesso nome, Gesù, signifìcava “Geova è salvezza””.
La verità:
a) Per le ragioni già dette e per altre che diremo in seguito è sommamente probabile che Gesù pronunciava il sacro tetragramma secondo la pia tradizione dei Giudei. E’ poi del tutto certo che egli non leggeva il tetragramma con la falsa forma Geova. Nessuno al tempo di Gesù, neppure il sommo sacerdote, chiamava Dio Geova. Questa forma errata comparirà in una traduzione inglese della Bibbia nell’anno 1530 dopo Cristo.
b) Se il nome stesso Gesù, era un motivo per non seguire la pia tradizione dei Giudei, Gesù avrebbe chiamato Dio “Jahve”, non Geova. Infatti, Gesù significa “Jahve è salvezza”. In effetti, la prima parte del nome Gesù (in ebraico jeshúa, forma tardiva di jehóshúa) è Jah, abbreviazione di Jahve, dove la vocale a, stando a principio di parola, prende il suono di una e, secondo una nota regola della grammatica ebraica.
( Cf. John L. McKerizie, Dizionario Biblico, Cittadella Editrice, Assisi, sotto la voce Gesù Cristo (p. 393). Ne La Sacra Bibbia dei Dr. Giovanni Luzzi, in Matteo 1, 21 è detto che “Gesù vuol dire: Gèova salva”. Non si dimen- tichi che il Dr. G. Luzzi tradusse e commentò la Bibbia prima del 1930. Allora si credeva erroneamente che il Nome divino si pronunciasse “Geova”. In ogni modo, la stessa Bibbia dei Luzzi sa che il Nome divino è Jahveh. Cf. commento a Esodo 3, 15).
3 – L’errore:
“Una volta, mentre si trovava in una sinagoga, Gesù si alzò e lesse un brano del rotolo di Isaia. Quel brano corrispondeva all’attuale Isaia 61: 1, 2, dove il nome di Dio ricorre più d’una volta (Luca 4- 16-21). Si sarebbe egli rifiutato di pronunciare il nome divino che aveva sotto gli occhi, sostituendolo con “Signore” o “Dio”? Ovviamente no. Ciò avrebbe significato seguire la tradizione non scritturale dei capi religiosi ebrei. Leggiamo invece che egli “insegnava loro come una persona che ha autorità i loro scribi” (Matteo 7: 29)”.
La verità:
a) Il brano di Isaia 61, 1-2 conteneva e contiene il sacro tetragramma. Ma ciò non comporta che Gesù abbia letto Geova o anche Jahve (retta pronuncia). San Luca, che riferisce quell’episodio e cita Isaia 61,1-2, ci fa sapere che Gesù disse “Signore” (Adonai). lo credo più alla testimonianza dello scrittore ispirato che alle supposizioni setta- rie dei capi della società geovista.
h) Il fatto che poi Gesù parlava come uno che ha autorità non invalida quanto abbiamo detto. Gesù infatti era ammirato per ciò che diceva (discorso delle beatitudini cf. Matteo 7,29), per il suo insegnamento (cf. Marco 1, 22; Luca 4, 32), non già perché pronunciava una parola in modo diverso dagli altri. Il divino Maestro non si perdeva in questioni di pronuncia, ma mirava alla sostanza delle cose. Egli insegnava Chi è Dio, piuttosto che il modo di chiamarlo. Non imitava i farisei del suo tempo e gli odierni giudei (= i tdG), che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello! (cf. Matteo 23,24).
4 – L’errore:
“In effetti, Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare dicendo: “Sia santificato il tuo nome” (Matteo 6: 9). E rivolgendosi in preghiera al Padre suo disse: “Ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo … Padre santo, vigila su di loro a motivo del tuo nome che tu mi hai dato” (Giovanni 17: 6, 11)” .
La verità:
a) Chiunque abbia una discreta conoscenza della Bibbia e voglia farne uso onestamente, sa che nome nello stile biblico non è una parola, una etichetta, da appiccicarsi a una persona o a una cosa per distinguerla da un’altra. Nome nella Bibbia indica ciò che una persona o una cosa è: la sua natura, la sua volontà, i suoi propositi.
Stando così le cose, sbagliano volutamente i capi della setta geovista quando insegnano che con le parole “Sia santificato il tuo nome”, Gesù avrebbe insegnato ai suoi seguaci di rivolgersi a Dio chiamandolo Geova. Si tratta di un grossolano errore, di una mostruosa manipolazione della Parola di Dio.
In Matteo 6,9 Gesù istruiva i suoi discepoli affinché pregassero perché tutti conoscessero Chi è Dio, cioè conoscessero il vero Dio, in contrasto con gli dèi pagani. Qui non c’entra affatto il vocabolo o nome con cui Dio deve essere chiamato. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente rende Matteo 6,9 in modo molto appropriato. “Padre nostro che sei nei cieli, fa’ che tutti ti riconoscano come Dio” .
b) Parimenti in Giovanni 17,6.11.26 le parole di Gesù: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, come pure le altre “a motivo del tuo nome”, non significano affatto che Gesù abbia insegnato ai suoi seguaci di chiamare Dio Geova o anche Jahve. 1 Giudei del suo tempo sapevano qual era il Nome di Dio. Gli avrebbero riso in faccia se pretendeva insegnare loro una cosa che già sapevano.
Le parole di Gesù in Giovanni 17,6.26 hanno un solo significato, vale a dire che egli aveva fatto conoscere meglio di Mosè e dei Profeti, meglio degli scribi e dei farisei, Chi è Dio, la sua natura, la sua personalità, i suoi propositi di salvezza.
Padre Nicola Tornese
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