I Testimoni di Geova – Lezione n°148
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I LIBRI DEUTEROCANONICI
Differenze di Bibbie
1 – La Bibbia venduta dai tdG differisce essenzialmente dalla Bibbia dei cattolici e di tutti i veri cristiani. Non credete ai tdG quando vi dicono il contrario. Non dicono la verità. Si tratta d’un inganno.
Stando così le cose, è bene ripetere per amore della verità che la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, ossia la Bibbia dei tdG, è una falsa Bibbia, una traduzione infedele dei testi originali, degli scritti cioè degli autori ispirati
2 – Vi è poi una differenza quantitativa, matematica, tra la Bibbia dei cattolici e la falsa Bibbia dei tdG, che consiste nel numero dei libri. In effetti, la Bibbia dei tdG, nella sua prima parte o Antico Testamento, contiene sette libri in meno rispetto a quella dei cattolici. Essi sono: Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico (o Siracide), I e II Maccabei, Baruc, Lettera di Geremia.
Questi sette libri assenti nella Bibbia geovista e presenti in quella dei cattolici sono detti dèuterocanònici. Perciò la Bibbia dei cattolici, nella sua prima parte e Antico Testamento, contiene 46 libri o scritti, mentre quella falsa dei tdG ne ha solo 39. La differenza tra le due Bibbie è evidente, matematica.
Tra i dèuterocanònici vi è anche il Il Maccabei, e poiché in questo libro si trova una solida base per la dottrina cattolica del purgatorio (cf. 2 Maccabei 12, 39-45, supra), crediamo di fare’ cosa gradita e utile ai lettori, se ricordiamo brevemente le ragioni per cui la Chiesa Cattolica considera come ispirati e perciò parte essenziale della Bibbia anche i sette libri dèuterocanònici.
Giustificazione
1 – La parola dèuterocanònici deriva dal greco dèuteros secondo) e kanon (– norma, regola, canone).Chiamando dèuterocanònici i sette libri sopra elencati non si vuol dire che, essi siano secondi, cioè inferiori agli altri libri della Bibbia, in quanto a dignità, cioè a ispirazione. Sotto questo aspetto sono uguali agli altri, 39 libri. Solo si vuol dire che la Chiesa Cattolica li riconobbe conte ispirati in un secondo tempo rispetto agli altri. In altre parole, poiché vi erano alcuni dubbi nei loro riguardi, la Chiesa volle prima accertarsi come esorta l’apostolo (cf. 1 Tessalonicesi 5, 21) sull’origine dei dèuterocanònici. Quando poi ha avuto prove sicure sulla loro natura o dignità di libri ispirati, li dichiarò parte del canone o regola della fede.
Perché?
2 – La ragione fondamentale è il fatto che i dèuterocanònici sono inclusi nella Bibbia detta dei Settanta. Ora tale Bibbia fu largamente usata dai primi cristiani, dagli Apostoli ed Evangelisti, ed è citata abbondantemente nei libri ispirati del Nuovo Testamento.
“La versione dei LXX (Settanta), diffusa tra tutti i Giudei del mondo greco-romano, fu in mano ai banditori del Vangelo un efficace strumento di conquista, prima fra i Giudei stessi, poi anche fra i pagani. La Bibbia dei Settanta fu l’alleata del Vangelo”.
“Delle 350 citazioni dell’Antico Testamento nel Nuovo si calcola che circa 300 corrispondono ai Settanta. La Bibbia dei Settanta è la fonte principale di queste citazioni. Non si citano i libri dèoterocanònici, benché di essi si trovino echi”.
Da questo innegabile fatto storico possiamo e dobbiamo dedurre almeno due conclusioni:
La prima. Se la Chiesa del tempo degli apostoli ha fatto largo uso della Bibbia dei Settanta, che conteneva anche i libri detti in seguito dèuterocanòníci, è segno evidente che questi libri erano ritenuti dagli Apostoli ed Evangelisti come ispirati, cioè come Parola di Dio. La vera Chiesa di Cristo di ogni tempo può e deve fare altrettanto.
La seconda. I Giudei, ai quali gli Apostoli ed Evangelisti annunciavano il Vangelo, non avevano nessuna difficoltà ad accettare la Bibbia dei Settanta tutta intera, considerando come ispirati anche i dèuterocanònici. Questo è segno evidente che anche tra i Giudei vi era la convinzione che i dèuterocanònici potevano essere considerati parte integrante della Bibbia. La Chiesa, che è il vero popolo di Dio (cf. Galati 6, 16), può continuare a fare lo stesso.
Origine della Bibbia dei LXX
Un po’ di storia circa l’origine della Bibbia dei Settanta può far maggior luce sulla questione che stiamo trattando.
1 – La Bibbia detta dei Settanta (LXX) o la Settanta è la prima traduzione in lingua diversa – la lingua greca – dei libri tenuti sacri dagli Ebrei e scritti quasi tutti in ebraico. Venne fatta in Egitto, ad Alessandria, tra il terzo e secondo secolo a.C., ed è perciò detta anche Alessandrina.
Al tempo di questa traduzione, l’elenco dei libri sacri degli Ebrei non era ancora così determinato e chiuso come avvenne dopo (cf. infra, p. 63). Gli esperti in materia ritengono che vi erano più edizioni – almeno tre – delle Scritture ebraiche. Una di queste (canone lungo) conteneva anche i dèuterocanònici; in un’altra (canone breve) erano assenti. Dietro la traduzione dei Settanta vi è il canone lungo.
2 – E’ pure storicamente accertato che i traduttori dei Settanta, nel fare il lavoro di traduzione, non agirono in modo indipendente dalle autorità religiose di Gerusalemme. Sembra anzi che proprio le autorità religiose della Palestina abbiano mandato ad Alessandria alcuni dotti rabbini per il lavoro di traduzione a beneficio dei loro correligionari residenti fuori a Palestina.
A cose fatte, non risulta che le autorità religiose di Gerusalemme abbiano mai contestato la traduzione dei Settanta, che pure conteneva i dèuterocanònici come parte integrante della Bibbia. Tra le due comunità – quella della Palestina e quella di Alessandria – intercorsero sempre buoni rapporti, specie in materia di libri sacri. Comune era la fede se non la patria; comune anche la fonte della fede, benché differisse il numero dei libri ritenuti sacri. Questi buoni rapporti non si potrebbero spiegare se gli alessandrini avessero ritenuto sacri alcuni libri ripudiati da Gerusalemme. In materia di Scritture gli Ebrei erano piuttosto rigidi e intransigenti.
3 – Due ricordi storici confermano quanto detto finora.
a) Ai tempi di Gesù e della Chiesa nascente vi era a Gerusalemme una sinagoga per gli Ebrei alessandrini (cf. Atti 6, 9). Ora è risaputo che nelle sinagoghe, al centro del culto, vi era la lettura della Bibbia (cf. Luca 4, 16-21). Nella sinagoga di Gerusalemme per gli alessandrini era certamente letta e spiegata la Bibbia dei Settanta, che conteneva anche i dèuterocanònici. Non consta che le autorità religiose di Gerusalemme abbiano proibita o contestata questa lettura.
b) Una notizia, che leggiamo nel vangelo di Giovanni, indica chiaramente che i Giudei della Palestina, non meno di quelli della diaspora (= dispersione), non ignoravano i dèuterocanònici, anzi si ispiravano ad essi per il loro culto. Nel capitolo decimo di Giovanni, versetto 22, è detto che ricorreva in quei giorni la festa della Dedicazione. Questa festa era celebrata, allora come oggi, dalla comunità ebraica in tutto il mondo. E’ detta in ebraico “festa dellHanukkah”. Orbene, della istituzione di questa festa si parla solo nei dèuterocanònici e precisamente in 1 Maccabei 4, 36-59, e 2 Maccabei 1, 1-2.19; 10, 1-8. Durante questa festa era letto tutto intero il primo libro dei Maccabei. E’ difficile Spiegare questo fatto senza ammettere che ai tempi di Gesù tutti gli Ebrei ritenevano come sacri anche i dèuterocanònici.
Possiamo concludere questo paragrafo dicendo che ci fu un tempo in cui i sette libri detti in seguito dèuterocanònici facevano parte delle Sacre Scritture. Che cosa avvenne dopo?
Origine della Bibbia ebraica
1 – Oltre alla Bibbia dei Settanta, abbiamo oggi la Bibbia in ebraico, quella a cui generalmente si riferiscono le traduzioni moderne del Vecchio Testamento quando si qualificano come traduzioni dai testi originali. Come ha avuto origine la Bibbia ebraica? A che epoca risale la sua edizione?
Come già abbiamo accennato, al tempo in cui fu fatta la traduzione dei Settanta il canone o elenco ufficiale delle Scritture ebraiche non era ancora determinato e chiuso come avvenne dopo. Vi erano più edizioni o elenchi (o canoni) di libri che gli Ebrei ritenevano sacri, vi era cioè una certa elasticità circa il numero dei libri ispirati. Ma questo atteggiamento subì un mutamento verso la fine del primo secolo dopo Cristo, o secondo altri, durante la prima metà del secondo. Perché?
2 – Com’è risaputo, nel 70 dopo Cristo Gerusalemme fu occupata e in parte distrutta dai Romani. Israele in quanto nazione cessò di esistere. Rimaneva solo la religione come eredità comune e vincolo di un popolo disperso. Per conservare e rinsaldare sempre più questa unità, i rabbini o capi religiosi degli Ebrei, che godevano grande autorità presso il popolo, decisero di stabilire in modo preciso e definitivo quali fossero i libri sacri o Scritture e quali no, per i discendenti di Abramo e di Mosè. Usando criteri a noi purtroppo ignoti, ma che certamente non potevano essere quelli critico- scientifici dell’epoca del Rinascimento, dei manoscritti allora esistenti ne scelsero alcuni e distrussero le copie non conformi ad essi. Diedero così luogo a quello che si suol chiamare un textus receptus (= testo accettato), ossia alla Bibbia ebraica oggi in nostro possesso, escludendo altri elenchi o edizioni che consideravano meno autorevoli.
“Dopo la caduta di Gerusalemme (.a 70 d.C.), distrutto il tempio e con esso cessato il sacerdozio, i farisei conquistarono facilmente il primato spirituale sui correligionari. Ma esageratamente attaccati a quelle che essi si vantavano di chiamare “tradizioni dei padri”, pare che abbiano voluto sottoporre ad un esame scrupoloso i libri sacri per assicurarsi se tutti realmente “macchiassero le mani”, cioè fossero canonici, e se non fosse il caso di “nascondere” qualcuno, cioè escluderlo dalla lettura sinagogale”.
3 – Questa sorte toccò ai dèuterocanònici. Perché?
Tra i criteri non certamente critico-scientifici gli studiosi di storia biblica ne enumerano soprattutto tre:
a) Il primo sembra essere stato il fatto che i dèuterocanònici erano di composizione recente e non rispecchiavano perciò appieno le “tradizioni dei padri”.
b) Il secondo perché non scritti in lingua ebraica.
c) Il terzo perché erano inclusi nella Bibbia dei Settanta usata largamente dai cristiani. Il rifiuto della Bibbia dei Settanta in odio ai cristiani che se l’erano appropriata, trascinò con sé il rifiuto definitivo dei dèuterocanònici.
Padre Nicola Tornese s.j.
I LIBRI DEUTEROCANONICI
Differenze di Bibbie
1 – La Bibbia venduta dai tdG differisce essenzialmente dalla Bibbia dei cattolici e di tutti i veri cristiani. Non credete ai tdG quando vi dicono il contrario. Non dicono la verità. Si tratta d’un inganno.
Stando così le cose, è bene ripetere per amore della verità che la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, ossia la Bibbia dei tdG, è una falsa Bibbia, una traduzione infedele dei testi originali, degli scritti cioè degli autori ispirati
2 – Vi è poi una differenza quantitativa, matematica, tra la Bibbia dei cattolici e la falsa Bibbia dei tdG, che consiste nel numero dei libri. In effetti, la Bibbia dei tdG, nella sua prima parte o Antico Testamento, contiene sette libri in meno rispetto a quella dei cattolici. Essi sono: Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico (o Siracide), I e II Maccabei, Baruc, Lettera di Geremia.
Questi sette libri assenti nella Bibbia geovista e presenti in quella dei cattolici sono detti dèuterocanònici. Perciò la Bibbia dei cattolici, nella sua prima parte e Antico Testamento, contiene 46 libri o scritti, mentre quella falsa dei tdG ne ha solo 39. La differenza tra le due Bibbie è evidente, matematica.
Tra i dèuterocanònici vi è anche il Il Maccabei, e poiché in questo libro si trova una solida base per la dottrina cattolica del purgatorio (cf. 2 Maccabei 12, 39-45, supra), crediamo di fare’ cosa gradita e utile ai lettori, se ricordiamo brevemente le ragioni per cui la Chiesa Cattolica considera come ispirati e perciò parte essenziale della Bibbia anche i sette libri dèuterocanònici.
Giustificazione
1 – La parola dèuterocanònici deriva dal greco dèuteros secondo) e kanon (– norma, regola, canone).Chiamando dèuterocanònici i sette libri sopra elencati non si vuol dire che, essi siano secondi, cioè inferiori agli altri libri della Bibbia, in quanto a dignità, cioè a ispirazione. Sotto questo aspetto sono uguali agli altri, 39 libri. Solo si vuol dire che la Chiesa Cattolica li riconobbe conte ispirati in un secondo tempo rispetto agli altri. In altre parole, poiché vi erano alcuni dubbi nei loro riguardi, la Chiesa volle prima accertarsi come esorta l’apostolo (cf. 1 Tessalonicesi 5, 21) sull’origine dei dèuterocanònici. Quando poi ha avuto prove sicure sulla loro natura o dignità di libri ispirati, li dichiarò parte del canone o regola della fede.
Perché?
2 – La ragione fondamentale è il fatto che i dèuterocanònici sono inclusi nella Bibbia detta dei Settanta. Ora tale Bibbia fu largamente usata dai primi cristiani, dagli Apostoli ed Evangelisti, ed è citata abbondantemente nei libri ispirati del Nuovo Testamento.
“La versione dei LXX (Settanta), diffusa tra tutti i Giudei del mondo greco-romano, fu in mano ai banditori del Vangelo un efficace strumento di conquista, prima fra i Giudei stessi, poi anche fra i pagani. La Bibbia dei Settanta fu l’alleata del Vangelo”.
“Delle 350 citazioni dell’Antico Testamento nel Nuovo si calcola che circa 300 corrispondono ai Settanta. La Bibbia dei Settanta è la fonte principale di queste citazioni. Non si citano i libri dèoterocanònici, benché di essi si trovino echi”.
Da questo innegabile fatto storico possiamo e dobbiamo dedurre almeno due conclusioni:
La prima. Se la Chiesa del tempo degli apostoli ha fatto largo uso della Bibbia dei Settanta, che conteneva anche i libri detti in seguito dèuterocanòníci, è segno evidente che questi libri erano ritenuti dagli Apostoli ed Evangelisti come ispirati, cioè come Parola di Dio. La vera Chiesa di Cristo di ogni tempo può e deve fare altrettanto.
La seconda. I Giudei, ai quali gli Apostoli ed Evangelisti annunciavano il Vangelo, non avevano nessuna difficoltà ad accettare la Bibbia dei Settanta tutta intera, considerando come ispirati anche i dèuterocanònici. Questo è segno evidente che anche tra i Giudei vi era la convinzione che i dèuterocanònici potevano essere considerati parte integrante della Bibbia. La Chiesa, che è il vero popolo di Dio (cf. Galati 6, 16), può continuare a fare lo stesso.
Origine della Bibbia dei LXX
Un po’ di storia circa l’origine della Bibbia dei Settanta può far maggior luce sulla questione che stiamo trattando.
1 – La Bibbia detta dei Settanta (LXX) o la Settanta è la prima traduzione in lingua diversa – la lingua greca – dei libri tenuti sacri dagli Ebrei e scritti quasi tutti in ebraico. Venne fatta in Egitto, ad Alessandria, tra il terzo e secondo secolo a.C., ed è perciò detta anche Alessandrina.
Al tempo di questa traduzione, l’elenco dei libri sacri degli Ebrei non era ancora così determinato e chiuso come avvenne dopo (cf. infra, p. 63). Gli esperti in materia ritengono che vi erano più edizioni – almeno tre – delle Scritture ebraiche. Una di queste (canone lungo) conteneva anche i dèuterocanònici; in un’altra (canone breve) erano assenti. Dietro la traduzione dei Settanta vi è il canone lungo.
2 – E’ pure storicamente accertato che i traduttori dei Settanta, nel fare il lavoro di traduzione, non agirono in modo indipendente dalle autorità religiose di Gerusalemme. Sembra anzi che proprio le autorità religiose della Palestina abbiano mandato ad Alessandria alcuni dotti rabbini per il lavoro di traduzione a beneficio dei loro correligionari residenti fuori a Palestina.
A cose fatte, non risulta che le autorità religiose di Gerusalemme abbiano mai contestato la traduzione dei Settanta, che pure conteneva i dèuterocanònici come parte integrante della Bibbia. Tra le due comunità – quella della Palestina e quella di Alessandria – intercorsero sempre buoni rapporti, specie in materia di libri sacri. Comune era la fede se non la patria; comune anche la fonte della fede, benché differisse il numero dei libri ritenuti sacri. Questi buoni rapporti non si potrebbero spiegare se gli alessandrini avessero ritenuto sacri alcuni libri ripudiati da Gerusalemme. In materia di Scritture gli Ebrei erano piuttosto rigidi e intransigenti.
3 – Due ricordi storici confermano quanto detto finora.
a) Ai tempi di Gesù e della Chiesa nascente vi era a Gerusalemme una sinagoga per gli Ebrei alessandrini (cf. Atti 6, 9). Ora è risaputo che nelle sinagoghe, al centro del culto, vi era la lettura della Bibbia (cf. Luca 4, 16-21). Nella sinagoga di Gerusalemme per gli alessandrini era certamente letta e spiegata la Bibbia dei Settanta, che conteneva anche i dèuterocanònici. Non consta che le autorità religiose di Gerusalemme abbiano proibita o contestata questa lettura.
b) Una notizia, che leggiamo nel vangelo di Giovanni, indica chiaramente che i Giudei della Palestina, non meno di quelli della diaspora (= dispersione), non ignoravano i dèuterocanònici, anzi si ispiravano ad essi per il loro culto. Nel capitolo decimo di Giovanni, versetto 22, è detto che ricorreva in quei giorni la festa della Dedicazione. Questa festa era celebrata, allora come oggi, dalla comunità ebraica in tutto il mondo. E’ detta in ebraico “festa dellHanukkah”. Orbene, della istituzione di questa festa si parla solo nei dèuterocanònici e precisamente in 1 Maccabei 4, 36-59, e 2 Maccabei 1, 1-2.19; 10, 1-8. Durante questa festa era letto tutto intero il primo libro dei Maccabei. E’ difficile Spiegare questo fatto senza ammettere che ai tempi di Gesù tutti gli Ebrei ritenevano come sacri anche i dèuterocanònici.
Possiamo concludere questo paragrafo dicendo che ci fu un tempo in cui i sette libri detti in seguito dèuterocanònici facevano parte delle Sacre Scritture. Che cosa avvenne dopo?
Origine della Bibbia ebraica
1 – Oltre alla Bibbia dei Settanta, abbiamo oggi la Bibbia in ebraico, quella a cui generalmente si riferiscono le traduzioni moderne del Vecchio Testamento quando si qualificano come traduzioni dai testi originali. Come ha avuto origine la Bibbia ebraica? A che epoca risale la sua edizione?
Come già abbiamo accennato, al tempo in cui fu fatta la traduzione dei Settanta il canone o elenco ufficiale delle Scritture ebraiche non era ancora determinato e chiuso come avvenne dopo. Vi erano più edizioni o elenchi (o canoni) di libri che gli Ebrei ritenevano sacri, vi era cioè una certa elasticità circa il numero dei libri ispirati. Ma questo atteggiamento subì un mutamento verso la fine del primo secolo dopo Cristo, o secondo altri, durante la prima metà del secondo. Perché?
2 – Com’è risaputo, nel 70 dopo Cristo Gerusalemme fu occupata e in parte distrutta dai Romani. Israele in quanto nazione cessò di esistere. Rimaneva solo la religione come eredità comune e vincolo di un popolo disperso. Per conservare e rinsaldare sempre più questa unità, i rabbini o capi religiosi degli Ebrei, che godevano grande autorità presso il popolo, decisero di stabilire in modo preciso e definitivo quali fossero i libri sacri o Scritture e quali no, per i discendenti di Abramo e di Mosè. Usando criteri a noi purtroppo ignoti, ma che certamente non potevano essere quelli critico- scientifici dell’epoca del Rinascimento, dei manoscritti allora esistenti ne scelsero alcuni e distrussero le copie non conformi ad essi. Diedero così luogo a quello che si suol chiamare un textus receptus (= testo accettato), ossia alla Bibbia ebraica oggi in nostro possesso, escludendo altri elenchi o edizioni che consideravano meno autorevoli.
“Dopo la caduta di Gerusalemme (.a 70 d.C.), distrutto il tempio e con esso cessato il sacerdozio, i farisei conquistarono facilmente il primato spirituale sui correligionari. Ma esageratamente attaccati a quelle che essi si vantavano di chiamare “tradizioni dei padri”, pare che abbiano voluto sottoporre ad un esame scrupoloso i libri sacri per assicurarsi se tutti realmente “macchiassero le mani”, cioè fossero canonici, e se non fosse il caso di “nascondere” qualcuno, cioè escluderlo dalla lettura sinagogale”.
3 – Questa sorte toccò ai dèuterocanònici. Perché?
Tra i criteri non certamente critico-scientifici gli studiosi di storia biblica ne enumerano soprattutto tre:
a) Il primo sembra essere stato il fatto che i dèuterocanònici erano di composizione recente e non rispecchiavano perciò appieno le “tradizioni dei padri”.
b) Il secondo perché non scritti in lingua ebraica.
c) Il terzo perché erano inclusi nella Bibbia dei Settanta usata largamente dai cristiani. Il rifiuto della Bibbia dei Settanta in odio ai cristiani che se l’erano appropriata, trascinò con sé il rifiuto definitivo dei dèuterocanònici.
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