I Testimoni di Geova – Lezione N° 139
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La Cena del Signore
La comunione dei Santi
1. – L’errore: Uno degli errori più nefasti dei tdG riguarda l’uso degli “emblemi del pane e del vino”, come essi dicono. A loro avviso, solo gli appartenenti alla classe dello “schiavo fedele e discreto”, ossia i santi o unti, che Geova ha destinato al comando per il tempo e l’eternità, possono cibarsi degli emblemi del pane e del vino. E’ la comunione dei santi del “credo” geovista.
La verità:
a) La comunione dei santi non è la partecipazione agli emblemi del pane e del vino riservata arbitrariamente e arrogantemente ad alcuni privilegiati, ma la comunità di tutti i discepoli di Cristo, che formano un solo corpo (= comunità) senza sostanziali differenze tra loro. Questo insegna chiaramente san Paolo (cf. i Corinzi 12,12-27) e questo crede la Chiesa Cattolica. Tutti hanno il diritto di cibarsi del Corpo e del Sangue del Signore.
b) In effetti, san Paolo paragona la Santa Cena ai sacrifici di comunione degli Israeliti: “Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare?” (1 Corinzi 10,18). Ora è assolutamente certo che gli israeliti partecipavano tutti con eguale diritto alla consumazione o comunione delle vittime, erano in comunione con l’altare (cf. 1 Corinzi 10,18). Perché i cristiani, che formano l’Israele di Dio (cf Galati 6,16) e che hanno il loro sacrificio nella Santa Cena, devono essere da meno dell’Israele secondo la carne?
c) Ma vi è molto di più. San Paolo insegna che l’effetto della Santa Cena consiste nel fare di tutti i credenti in Cristo un solo corpo, ossia una perfetta comunità: “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo: tutti (greco pantes) partecipiamo all’unico pane” (1 Corinzi 10,17). E’ assurdo pensare che Cristo abbia cambiato idea al tempo di Rutherford, nel 1935, creando nella sua comunità un deprecabile razzismo. “Gesù, Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine” (Ebrei 13,-8-9).
d) Il pensiero di Paolo è in perfetta armonia con quello di Gesù, che nel discorso della promessa (cf. supra, pp. 23-24) era stato estremamente esplicito sulla necessità che tutti si cibassero della sua carne e del suo sangue: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Giovanni 6,53). Gesù non parla di una vita eterna in cielo per alcuni, e di una vita eterna sulla terra per altri. San Paolo dirà: “Una sola speranza alla quale siete stati chiamati” (Efesini 4,4).
2. – L’errore:
Insistono i geovisti: solo i santi possono ricevere gli emblemi del pane e del vino. Fanno male i cattolici che, benché pieni di difetti e di peccati, fanno la comunione con tanta frequenza.
La verità:
a) Abbiamo già spiegato come, secondo la Bibbia (cf. 1 Corinzi 12,12-27), comunione dei santi non vuol dire che solo alcuni privilegiati, che si autodefiniscono santi, possono ricevere gli emblemi del pane e del vino. Nella Bibbia sono chiamati santi “tutti i battezzati” (cf. 1 Corinzi 1,2; 2 Corinzi 1,1; Colossesi 1,2; Filippesi 4,21-22 ecc.) perché tutti sono stati purificati da Dio, mediante un unico battesimo dì acqua e di Spirito (cf. Giovanni 3,5; Efesini 5,,26-27; Tito 3,5).
b) Tuttavia la purificazione, conferita dal battesimo non significa perfezione. Rimane la debolezza della carne, ossia della natura umana ferita dal peccato di Adamo (cf. Romani 5,12; 7,14-25). San Paolo, benché battezzato (cf. Atti 9,13), diceva di Se stesso: “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo…” (Filippesi 3,12).
c) In questa lotta contro il male e le debolezze il Signore Gesù ci ha provveduto la medicina adatta, il nutrimento che veramente ci fortifica dandoci come cibo il suo Corpo e come bevanda il suo Sangue: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo Sangue, non avrete in voi la vita” (Giovanni 16,53).
3. – L’errore:
Le “altre pecore” non sono incluse nel “nuovo patto” stipulato con l’Israele spirituale né nel “patto (…) per un regno che Gesù fece con quelli scelti per partecipare con lui alla vita celeste, e quindi, appropriatamente, esse non prendono gli emblemi alla Commemorazione. – Luca 22,28-30”.
La verità:
a) Non vi è nella Bibbia nessuna affermazione che limiti il Nuovo Patto a una classe di privilegiati. Al contrario, Dio ha stipulato il Nuovo Patto con tutti i credenti in Cristo, come aveva stipulato l’Antico Patto con tutti gli Israeliti.
In effetti, nell’Antico Patto la circoncisione praticata su ogni bambino israelita otto giorni dopo la nascita (cf. Luca 1,59; 2,21) era il segno di appartenenza al popolo di quel Patto, all’Israele secondo la carne. Nel Nuovo Patto la circoncisione è stata sostituita dal battesimo (cf. Colossesi 2,11- 12), che aggrega: tutti coloro che lo ricevono alla comunità del Nuovo Patto, all’Israele di Dio (cf. Galati 6,16).
b) il patto dunque di cui parla Gesù (Cf – Luca 22,20; i Corinzi 11,23-25) non riguarda solo lo sparuto numero di 144.000 privilegiati. Gesù non distingue un regno celeste da un regno di Dio sulla terra. Egli parla sempre di Regno, dell’unico Regno di Dio (o dei cieli), che promette a tutti coloro che perseverano con lui: “Se con lui persevereremo, con lui anche regneremo” (2 Timoteo 2, 12). Vi sono stati e vi sono milioni di credenti in Cristo che hanno perseverato e perseverano con lui fino a essere “decapitati a causa della testimonianza di Gesù” (Apocalisse 20,4).
c) Va notato infine che le parole di Gesù: “Affinché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno” (Luca 22,29-30) non vanno riferite alla Santa Cena, come insinuano i tdG nella loro settaria spiegazione della Bibbia. Esse sono immagini abituali usate da Gesù e dai profeti per indicare la gioia e la pace, di cui godranno tutti i credenti in Cristo, nell’unico Regno di Dio, nella vita futura.
Padre Nicola Tornese s.j.
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