I Testimoni di Geova – Lezione 99
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Immagini e Santi
Che cosa dice la Bibbia?
Quanto detto finora vale sempre e perciò vale a proposito della venerazione delle statue e delle immagini. La propaganda geovista cita e strumentalizza alcuni testi biblici, dando ad essi un significato radicalmente diverso da quello che essi hanno. Riesce così ad ingannare ì meno accorti. Noi vogliamo vederci chiaro e sapere che cosa realmente dice la Bibbia.
Certo la Bibbia parla più d’una volta di proibizione di statue ed immagini, ma non nel senso in cui la spiegano i tdG ed altri gruppi settari. Amore alla verità e alla Parola di Dio esige che noi riportiamo almeno i principali testi biblici riguardanti le statue ed immagini, ed esige pure che di essi sia data una spiegazione corretta, oggettiva e conforme a una fedele ed onesta conoscenza della Bibbia.
Vogliamo prima far notare che la nostra citazione dei principali testi biblici riguardanti le statue ed immagini non sarà un’accozzaglia di frasi scritturistiche disordinata e confusa come avviene nei libri e nelle riviste dei tdG.
Noi seguiremo un ordine, quello appunto seguito dalla Sacra Bibbia. Questo aiuta a capire spiegare come si conviene la Parola di Dio. Possiamo perciò distinguere tre gruppi di citazioni bibliche.
Il primo gruppo: la Legge
Il primo gruppo sarà preso dai primi cinque libri della Bibbia detti comunemente Pentateuco o anche Legge (cfr. Matteo 5, 17; 7, 12; 22, 40 ecc.). In essi, insieme a notizie storiche sull’origine dell’uomo e del popolo ebraico, sono contenuti i comandamenti di Dio e altre disposizioni legislative atte a conservare negli antichi israeliti la fedeltà a Jahve.
In effetti, i testi biblici di questi cinque libri, come del resto di tutta la Bibbia, riguardanti le statue ed immagini, miravano solo a preservare pura da infiltrazioni pagane la religione di Israele. Questo è il loro contesto, che ne fa capire il significato.
Ecco i principali testi
1 – In Esodo 20, 2-5 sta scritto: “Sono io Jahve tuo Dio che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Tu non avrai altri dèi all’infuori di me. Non ti farai immagini scolpite né alcuna figura di quanto è in alto nei cieli né di quanto è in basso sulla terra né di quanto è sotto la terra nelle acque. Non ti prostrerai davanti ad essi né renderai loro un culto, poiché io, Jahve tuo Dio, sono un Dio geloso”.
2 – Nel libro del Levitico 19, 4 leggiamo:
“Non volgetevi agli idoli né fatevi dèi di metallo fuso: io sono Jahve vostro Dio”.
E in quello dei Numeri 33, 51-52:
“Jahve si rivolse a Mosè: “Parla ai figli d’ Israele, dì loro: Quando avrete attraversato il Giordano verso la terra di Canaan, caccerete innanzi a voi tutti gli abitanti della terra (… ), distruggerete le loro statue di metallo fuso e demolirete tutte le alture”.
3 – Molto più esplicito e particolareggiato appare il seguente testo del Deuteronomio 4, 15-19:
“Riflettete bene in voi stessi: nel giorno in cui Jahve, all’Horeb, vi ha parlato in mezzo al fuoco, non avete visto nessuna figura. State attenti quindi a non prevaricare facendovi figura scolpita di qualsiasi genere: immagine di maschio o di femmina, immagine di qualsiasi animale terrestre, immagine di qualsiasi uccello che vola nel cielo, immagine di qualsiasi rettile che striscia sul suolo, immagine di qualsiasi pesce che si trova nell’acqua, sotto terra. Quando alzerai gli occhi verso il cielo e vedrai il sole, la luna, le stelle, cioè tutto l’esercito dei cielo, non lasciarti trascinare, non prostarti innanzi ad essi e non rendere loro culto”.
4 – Nell’eventualità che il popolo segua culti idolatrici Jahve minaccia maledizioni e castighi:
“Quando vi farete una figura scolpita di qualsiasi genere è certo che scomparirete dalla terra, di cui state per prendere possesso…” (Deuteronomio 4,25-26).
“I Leviti intoneranno e diranno a voce alta a tutti gli Israeliti: “Maledetto colui che fa un idolo scolpito e fuso; abominio per Jahve, opera delle mani di un artigiano, e lo pone in un luogo segreto”” (Deuteronomio 27,14-15).
Il secondo gruppo: i libri storici
In effetti, gli Israeliti non sempre si mantennero fedeli alle disposizioni divine indicate dalla Legge. Specialmente durante la monarchia, dopo il regno di Davide, a comunicare cioè dal nono secolo avanti Cristo, fino all’esilio babilonese (586 a.C.), si ebbero di tanto in tanto in Israele infiltrazioni di culti idolatrici con l’apparato di statue, di altari, di riti in onore di idoli o divinità pagane.
Di queste cose siamo informati dai cosiddetti Libri Storici, dove si trovano testi riguardanti statue ed immagini.
Bisogna però fare una distinzione
1 – Alcuni re d’Israele, sotto la spinta di alleanze politiche con nazioni pagane o delle loro mogli di origine pagana, permisero e anche incoraggiarono deviazioni idolatriche in mezzo al popolo. E Jahve fece seguire il castigo. Così, per esempio, dando le ragioni della distruzione del Regno dei Nord, con capitale Samaria, lo storico spiega:
“Questo avvenne perché i figli di Israele avevano peccato contro Jahve (…). Essi infatti avevano venerato le divinità straniere. I figli di Israele si eressero stele e pali (… ) adorarono gli idoli, sebbene Jahve avesse loro comandato: “Non fate una cosa simile!” (…) Si fecero statue dì metallo fuso, si prostrarono a tutto l’esercito del cielo e servirono Baal” (2 Re 17,7-16).
2 – Non tutti però i re d’Israele si comportarono in questo modo. Alcuni si mantennero fedeli al comandamento di Jahve e vigilarono sulla purezza della fede del popolo loro affidato. Spesso si opposero energicamente alle deviazioni idolatriche e punirono severamente i trasgressori. Tra questi sovrani si distinse Ezechia che regnò a Gerusalemme, capitale del Regno di Giuda, tra la fìne dell’ottavo secolo e l’inizio del settimo avanti Cristo (715-693 a.C.).
Di lui scrive lo storico: “Egli fece ciò che è retto agli occhi di Jahve. Fece scomparire le alture, infranse le stele, recise il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, che Mosé aveva costruito. Fino a quell’epoca infatti i figli di Israele gli avevano offerto sacrifici e lo chiamavano Necustan” (2 Re 18,3-4).
Terzo gruppo: profeti e salmisti
Fu in quel contesto storico, durante la monarchia e le deviazioni idolatriche del popolo, che Jahve suscitò i grandi profeti e i salmisti per richiamare gli Israeliti all’osservanza della vera religione. Di loro è detto:
“Jahve, per mezzo di ogni profeta e di ogni veggente, aveva ingiunto a Israele e a Giuda (Regno del Nord e del Sud): “Allontanatevi dalle vostre vie malvagie”…” (2 Re, 18,3-4).
Ricordiamo prima la voce di due grandi profeti, Isaia e Geremia, e poi quella del salmista.
1 – Con parole roventi e con amaro sarcasmo i profeti si scagliano contro il fatuo culto degli idoli. Tra i profeti eccelle Isaia, che visse al tempo del pio re Ezechia sopra ricordato e cooperò con lui per estirpare da mezzo al popolo i culti idolatrici. Ecco qualche pezzo del grande Isaia
“Il fabbro lavora il ferro al fornello, gli dà forma d’idolo con martelli, lo rifinisce con il braccio vigoroso (… ). Il falegname si taglia i cedri, prende un elce o una quercia che cresce per lui robusta nella selva (…). Tutto ciò serve all’uomo per bruciare; con una parte egli si riscalda (…), con il resto costruisce un idolo e lo adora, ne forma una statua e la venera (…). E prega dicendo: “Salvami, perché sei il mio dio!”. Non sanno e non comprendono: i loro occhi sono così coperti che non vedono, il loro cuore è annebbiato perché non capiscano…” (Isaia 44,12-17).
Un altro testa di Isaia pittoresco e sarcastico il seguente:
“A chi mi paragonate e mi uguagliate? A chi mi mettete alla pari, quasi fossimo simili? Traggono l’oro dal sacchetto e pesano l’argento con la bilancia; pagano un òrafo perché faccia un dio, che poi venerano e perfino adorano. Lo alzano sulle spalle e lo portano, quindi lo depongono sulla base; egli sta fermo (…). Si grida a lui, ma non risponde (…). Ricordatevi di ciò, riflettete un poco, o prevaricatori. Ricordatevi il lontano passato, perché io sono Dio. Non c’è altri. Sono Dio, nulla è simile a me” (Isaia 46,5-9).
Un altro grande profeta non meno vivace e sarcastico di Isaia nel riprendere le aberrazioni ídolatriche della sua gente è Geremia. Egli visse in tempi assai burrascosi per il Regno di Giuda (650- 586 a.C.) e come aveva fatto Isaia un secolo prima si adoperò con grande zelo per preservare la purezza della fede nell’unico Dio Jahve. Diceva dunque Geremia:
“Non imparate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi. Poiché lo spavento dei popoli è nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l’ascia. E’ ornato di argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, affinché non si muova. Gli idoli sono come uno spauracchio in una poponaia, non possono parlare. Bisogna portarli perché non camminano Non sono come te, Jahve; tu sei grande e grande è il tuo nome nella sua potenza” (Geremia 10, 2-6).
2 – Strettamente legata all’opera dei profeti è quella dei salmisti. Sono veggenti, poeti e cantori sacri, anime grande pietà e rettitudine, che spesso fanno sentire la loro voce in tono di protesta e di disgusto contro la vanità degli idoli.
Il Signore regna, esulti la terra, gioiscano le isole tutte…
Siano confusi tutti gli adoratori di statue
e chi si gloria dei propri idoli (Salmo 97, 1 e 7).
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Il nostro Dio è nei cieli,
Egli opera tutto ciò che vuole.
Gli idoli delle genti sono argento e oro opera delle mani dell’uomo (Salmo 115,í-4).
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0 Jahve, il tuo nome sta in eterno;
Jahve, la tua memoria di generazione in generazione …
Gli idoli* delle genti sono oro e argento, fattura di mano d’uomo.
Hanno bocca e non parlano; hanno occhi ma non vedono.
Hanno orecchi ma non odono,
non c’è fiato nella loro bocca (Salmo 135,13-18).
Idoli, non Santi
Padre Nicola Tornese s.j.
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