I Testimoni di Geova – Lezione 82
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Il Figlio, Seconda Persona Divina
I. – L’errore:
I tdG hanno scritto: “Ma la Bibbia non dice che Gesù è un dio?, chiederà qualcuno. Sì. Ma dice che anche Satana è un dio (2 Corinti 4:4)”.
La verità:
a) Precisiamo anzitutto che mai la Bibbia dice che Gesù è “un dio”. Lo dicono i tdG, corrompendo la Bibbia. Nel vangelo dì Giovanni 1, 1 è detto: “E Dio era la Parola (o Verbo)” (testo greco), senza articolo davanti a Dio. Tutti sanno che nella frase di Giovanni (1, 1) Dio è predicato nominale. Ora ìl predicato nominale, per chi sa un po’ di grammatica, non indica uno di una serie, ma la natura del soggetto, ossia che cosa è o chi è il soggetto. Nel caso di Giovanni 1, 1 il soggetto è la Parola (o Verbo), e della Parola (o Verbo) l’evangelista afferma che era Dio, ossia avente la natura divina o la divinità, non già che era “un dio”.
La Bibbia in lingua corrente (interconfessionale) traduce Giovanni 1, 1 nel modo seguente:
“Al principio c’era colui che è “la Parola”. Egli era con Dio; Egli era Dio”.
Lo stesso Giovanni, nella sua Prima Lettera (5, 20), fa la seguente professione di fede:
“Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato discernimento per cui conosciamo il Vero. E noi siamo nel Vero, nel Figlio suo Gesù Cristo. Questi (greco oùtos) è il vero Dio e vita eterna” (Garofalo).
Il discepolo che Gesù amava (cf. Giovanni 13, 23), che aveva veduto coi suoi occhi e palpato con le sue mani ciò che era intorno al Verbo della vita (cf. 1 Giovanni 1, 1), non dice che il Figlio sia “un dio”, ma che è il vero Dio. lo credo più alla Bibbia che a ciò che fantasticano gli astuti, e anonimi geovisti.
b) Il riferimento a satana come a “un dio” è un altro esempio di come i tdG corrompono la Bibbia. In 2 Corinzi 4, 4 san Paolo ha scritto: “Il dio di questo mondo” (testo greco), e non già “un dio”. L’articolo determinativo il (in greco ò), usato dall’autore ispirato serve a precisare che satana è unico nel suo genere: unico signore del male. Egli non è quindi “un dio”, ma il solo dio del mondo.
Stando così le cose, citare le parole dell’Apostolo e corromperle per insinuare che anche Gesù è soltanto “un dio” equivale a usare un linguaggio blasfemo. I tdG sono falsi maestri!
2. – L’errore:
I tdG hanno pure scritto: “Mentre degli uomini videro Gesù, il versetto 18 (del capitolo 1 di Giovanni) dice che “nessuno ha mai veduto Iddio”. Dunque il Figlio Gesù, che tanti hanno visto, non è uguale al Padre.
La verità:
a) Nel vangelo di Giovanni leggiamo: “Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse” (Giovanni 14,8-11).
Notate che Gesù non dice che il Padre opera per mezzo suo. Egli precisa e ripete che il Padre è, risiede, è in Lui come in nessun altro. Le opere meravigliose che Gesù ha fatto, sono la prova di questa identità tra Padre e Figlio.
b) A principio del suo vangelo Giovanni ha scritto:
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Giovanni 1,14).
Commenta La Bibbia di Gerusalemme: La sua gloria: la gloria era la manifestazione della presenza di Dio (Esodo 24,16). Il suo temibile splendore, che nessuno vivente poteva vedere (Esodo 33,20), un tempo era velato dalla nube, ora è velato dall’umanità del Verbo incarnato. La gloria tuttavia traspare, sia in occasione di episodi come la trasfigurazione (cf. Luca 9,32-35), sia attraverso i miracoli, “segni” dai quali risulta che Dio abita e agisce nel Cristo (2, 1 1; 11, 40). in attesa della piena manifestazione della risurrezione (17,5)”.
c) Attesta san Pietro, il primo degli Apostoli: “Non è stato perdendoci dietro miti ingegnosi che noi vi facemmo conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma in quanto spettatori della sua maestà. Egli ricevette da Dio Padre onore e gloria, quando, dalla gloria più sublime, scese su di lui quella voce: “Questo è il Figlio mio diletto, nel quale posi le mie compiacenze”. E questa voce noi l’udimmo scendere dal cielo quand’eravamo con lui sul monte santo” (2 Pietro 1, 16-18, Garofalo).
3. – L’errore: “Se Gesù rivelò ai suoi discepoli di essere Dio in persona, vi sarebbe stata una reazione di indicibile stupore. Ma in realtà, leggendo i Vangeli, non si nota questa reazione di enorme stupore da parte dei discepoli di Gesù, e nemmeno nelle lettere del “Nuovo Testamento” c’è traccia di tale stupore”.
La verità:
La Bibbia dice proprio il contrario. Certo Gesù non disse mai “lo sono Dio”. Egli seguì una pedagogia dettata dalla sua sapienza divina per aprire la mente e il cuore degli uomini alla inaudita rivelazione della sua identità: Dio-con-noi. Conseguentemente agiva e parlava con un potere e una autorità più che umana. Il suo agire e il suo parlare provocarono una reazione di grande stupore (cf. Marco 6,1-2). Ecco alcuni esempi:
a) Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento (… ) Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?” Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu una grande bonaccia ( … ). E furono presi da timore e dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare ubbidiscono?”” (Marco 4,37-41).
E’ lecito pensare che i discepoli di Gesù, che erano certamente pii giudei e frequentavano la sinagoga dove si leggeva la Scrittura, abbiano istintivamente ricordato ciò che il salmista aveva detto di Jahvè: “Tu, o Dio, fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti” (Salmo 65, 8).
b) “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: “lo dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Subito si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avvìo verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”” (Luca 5, 24-26).
c) “Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché, parlava con autorità (… ). Tutti furono presi da paura é si dicevano l’un l’altro: “Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?” E si diffondeva la fama in tutta la regione” (Luca 4, 32.36-37).
d) “Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere più incredulo ma credente!” Rispose Tommaso e disse a Lui (testo greco): “Mio Signore e mio Dio!”” (Giovanni 20,27-28).
Sì, leggendo i vangeli come si conviene, si nota una reazione di grande stupore nella meravigliosa professione di fede del discepolo incredulo. Egli professa la divinità del suo Maestro che si manifesta nella gloria della Risurrezione. Tutti gli studiosi della Bibbia, eccetto i tdG, riconoscono nelle parole di Tommaso la firma del quarto evangelista, che all’inizio del suo vangelo aveva detto: “Noi abbiamo contemplato la sua gloria” (Giovanni 1, 14).
Padre Nicola Tornese s.j.
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