I Testimoni di Geova – Lezione 78
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DOTTRINA BIBLICA TRINITARIA
La testimonianza di san Paolo
Come si sa, le Lettere di san Paolo sono la più ,antica documentazione scritta che noi possediamo degli insegnamenti di Gesù e degli Apostoli. Paolo non senti la voce del Maestro; ma dopo la sua conversione fu debitamente istruito sul contenuto del Vangelo (cf. Atti 9, 10-30; 1 Corinzi 15, 3) e per essere sicuro della sua dottrina volle consultare ]Pietro, il primo degli Apostoli (cf. Matteo 10, 2; Galati 1, 18-19). Più tardi ebbe di nuovo la stessa assicurazione, ancora a Gerusalemme, da parte di Giacorno, Pietro e Giovanni, ritenuti le colonne, per non trovarsi nel rischio di correre o di aver corso invano (cf. Galati 2,1-9).
Le Lettere di san Paolo ci riportano dunque alla fede delle prime comunità cristiane, a pochi anni dall’Ascensione del Signore. In queste antichissime testimonianze la professione nell’Unità e ,trinità di Dio trova larghissimo spazio. “In Paolo sembra che si trovino non meno di una trentina di testi che riuniscono i Tre, distinti da qualsiasi creatura, e messi nell’unica categoria dell’essere divino”.
Dei tanti testi trinitari paolini noi sottoporremo a breve analisi solo due, a motivo dello spazio a nostra disposizione. Il lettore potrà leggere e studiare da sé tanti altri, nei quali è contenuta la dottrina rivelata da Gesù su Dio Uno e Trino.
I. – La Trinità nella vita della Chiesa (1 Cor. 12,4-5)
a) A meno di vent’anni dalla prima Pentecoste cristiana san Paolo era arrivato a Corinto, nella parte meridionale della Grecia, e vi aveva fondato una chiesa o comunità cristiana (cf. Atti 17,1-8). Poi si era allontanato per predicare altrove il Vangelo. Trovandosi ad Efeso, nell’odierna Turchia, gli giunsero voci di disordini nella comunità di Corinto. L’Apostolo interviene con uno scritto giunto a noi come la Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi.
Vi sono trattate diverse questioni, tra le quali quella riguardante la cooperazione armonica dei fedeli, dei vari membri della comunità, per il buon andamento della vita cristiana. In questa sezione s’inserisce l’insegnamento di Paolo sulla Trinità. Scrive l’apostolo:
“Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti” (1 Corinzi 12,4-5).
b) Che cosa insegna l’apostolo?
La vita cristiana – egli dice – è tutta potenziata dall’assistenza divina. Tutto proviene da Dio. Ma in questa assistenza dall’alto sono in opera le Tre Persone divine. In che modo?
I doni (carismi), di cui godono i cristiani, sono distribuiti dallo Spirito, che ne è la fonte immediata. Il Signore (il Figlio) presiede all’esercizio di questi doni, che perciò sono detti servizi (ministeri). Egli governa. Ma è mediante questi stessi doni-servizi che si attua l’opera del Padre (Dio), che ne è la fonte primaria. In altre parole, il piano di salvezza concepito dal Padre si realizza mediante il Figlio e lo Spirito Santo. In questo senso Paolo può dire che Dio (Padre) “opera tutto in tutti”.
c) Commentando questo testo paolino. La Bibbia di Gerusalemme fa notare la presentazione tri- nitaria del pensiero. Infatti, come nella finale del vangelo di Matteo (28,19), si trova qui il duplice elemento trinitario: Tre Persone e un Solo Dio, che opera per la salvezza dell’uomo:
Tre Persone: Come in Matteo 28,19 anche qui abbiamo una enumerazione, nella quale accanto al Padre e al Figlio è collocato lo Spirito Santo. E a Lui, come al Padre e al Figlio, è attribuita un’attività specifica, propria, intelligente, vale a dire la distribuzione dei doni per il bene comune: “Ma tutte queste cose è l’unico e medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1 Corinzi 2, 11).
Un solo Dio: Alle Tre Persone appartiene l’opera di salvezza, anche se sotto forma diversa. E poiché la salvezza dell’uomo proviene solo da Dio, è scontato che le Tre Persone hanno la stessa natura e potenza divina. E’ sempre l’uníco Dio che salva, mettendo in opera la sua triplice personalità.
2. – Il saluto dei primi cristiani (2 Corinzi 13, 13)
a) Ai cristiani di Corinto la fede trinitaria era dunque nota. Essi credevano in Dio Uno e Trino. infatti, la formula trinitaria costituiva il saluto ordinario dei primi cristiani. E’ ancora Paolo a testimoniarlo, quando chiude con questo saluto la sua Seconda Lettera ai Corinzi. Scrive l’apostolo: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi” (2 Corinzi 13,13) 19.
b) Ed ecco la spiegazione:
Grazia (greco charis) è il favore o azione salvifica gratuita di Dio mediante Gesù Cristo. E’ un dono divino. E’ detta del Signore Gesù Cristo per- ché data da Dio (dal Padre) mediante il Figlio.
Amore (greco agàpe) è la stessa azion6 salvifica divina considerata nel Padre (Dio) come nella sua fonte primaria. E’ un dono divino che parte da Dio (Padre) per ricondurre l’uomo a Dio come alla sua sorgente.
Comunione (greco koínonìa) è la forza o vincolo soprannaturale che unisce i credenti a Cristo e conseguentemente tra loro. E’ un dono divino attribuito allo Spirito Santo perché conferito da Lui.
I doni divini della salvezza (grazia, amore, comunione) o piuttosto il dono divino della salvezza nei vari momenti della sua attuazione è attribuito senza sostanziale differenza al Signore Gesù, a Dio (= al Padre) e allo Spirito Santo. Tutti e Tre devono essere perciò collocati allo stesso livello divino: sono un Unico Dio.
Abbiamo anche qui una enumerazione, dove accanto al Signore Gesù e al Padre è collocato le Spirito Santo, al quale è attribuita la sua parte specifica nell’opera di salvezza dell’uomo. Se il Padre e il Figlio sono Persone, anche lo Spirito Sante deve dirsi una Persona uguale e distinta.
Un solo Dio in Tre Persone.
c) In quanto all’origine di questo saluto trinitario un commentatore moderno della Bibbia ho osservato:
“Questa formula, la più chiaramente trinitaria di tutto il Nuovo Testamento, è forse di origine liturgica”.
Questo vuol dire che la professione di fede trinitaria formava il saluto abituale dei primi cristiani quando si radunavano per istruirsi e pregare insieme e celebrare la Santa Cena (cf. Atti 20,7; 1 Corinzi 11,20 ecc.).
E’ perciò assurdo ed offensivo agli scrittori ispirati, e in modo particolare a san Paolo, affermare che la dottrina trinitaria sia di origine pagana come van dicendo i tdG. Se così fosse, i primi discepoli di Cristo e soprattutto san Paolo avrebbero incorporato credenze pagane nell’insegnamento ricevuto dal loro Maestro. Al contrario, proprio san Paolo lotta energicamente contro ogni eventuale residuo o traccia di paganesimo nella vita dei fedeli di Corinto: “Fuggite l’idolatria!” (1 Corinzi 10, 14; cf . 2 Corinzi 6, 12-16; 1 Giovanni 5, 2 1).
La fede del primo Papa
Anche san Pietro usa il saluto trinitario quando scrive ai fedeli. Egli comincia la sua Prima Lettera nel modo seguente:
“Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazìa, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedienza a Gesù Cristo” (1 Pietro 1, 1-2).
a) La struttura di questo saluto è specificamente trinitaria l’iniziativa della salvezza viene dal Padre, che realizza il suo disegno mediante lo Spirito Santo, il quale conduce gli uomini all’obbedienza di Gesù Cristo, ossia sotto la signoria del Figlio.
Come in san Paolo (cf. 1 Corinzi 12, 1-4; 2 Corinzi 13, 13), Padre, Figlio e Spirito Santo vanno collocati a livello dell’essere divino – sono un solo Dio – perché sono autori diretti della nostra salvezza, che è opera divina. E come san Paolo anche lo Spirito Santo è una Persona divina perché associato formalmente al Padre e al Figlio, che sono Persone divine.
b) Pure degno di nota è il fatto che san Pietro indirizza la sua Lettera a tutti i cristiani sparsi nel mondo greco-romano. Col suo saluto trinitario il primo Papa ci assicura che i primi cristiani – in Oriente come in Occidente – credevano in Dio Uno e Trino. Professavano tutti una sola fede (cf. Efesini 4, 5): la fede biblica nella triplice personalità dell’Unico Dio.
Padre Nicola Tornese s.j.
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