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I Testimoni di Geova – Lezione 74

29 Maggio 2014 | Filed under: Testimoni di Geova
     

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Madonna

La Madonna Contestata

La Venerazione di Maria

Mariolatrìa letteralmente vuol dire adorazione di Maria. Dire che i cattolici adorano Maria è un insulto alla verità, una calunnia dovuta a ignoranza e malafede. Eppure i testimoni di Geova (tdG), che si vantano di  adorare Dio in spirito e verità, vanno ripetendo questa calunnia per ingannare i meno accorti e far seguaci. Il numero è denaro.

La verità è che i cattolici adorano solo Dio, Uno e Trino. Adorare vuol dire riconoscere la supremazia assoluta di Qualcuno. Questo Qualcuno è solo Dio, il Creatore del cielo e della terra.    I cattolici adorano solo Dio, Creatore e Signore di tutti e di tutto.

I cattolici – e con loro milioni di altri cristiani – venerano la Madonna. Venerare vuol dire onorare con ossequio interiore e con gesti esteriori qualche persona particolarmente degna di rispetto, di stima e d’amore.

Alcune volte i gesti esteriori dell’adorazione e della venerazione possono coincidere, essere cioè gli stessi, come inchinarsi, inginocchiarsi, offrire incenso e simili. Ma tutti sanno o dovrebbero sapere che il gesto esteriore va interpretato secondo l’intenzione di chi lo fa. Lo stesso gesto può significare intenzioni diverse.

Venerazione di Maria

L’errore:

Perché non possiamo venerare Maria?

Perché. – rispondono i geovisti – “i riferimenti scritturali a lei come ‘benedetta’ non indicano che fosse adorata (sic)”. Come prova citano due testi del Vangelo di san Luca.

– Luca 1: 28, 30, NA “L’Angelo, essendo entrato presso di lei, le disse:  ‘Ave, o piena di grazia, il Signore è, con te! (Benedetta tu fra le donne) ‘. L’Angelo le disse: ‘Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia davanti a Dio ‘”.

– Luca 1: 41-48, NA “Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce dicendo: ‘Benedetta tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! ‘ … Allora Maria disse: ‘L’anima mia magnifica il Signore  … ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”

La verità:

a  –  E’ chiaro, prima di tutto, che nessun serio studioso della Bibbia e tanto meno la Chiesa Cattolica hanno dato alle parole dell’angelo e di Elisabetta riferite da Luca il significato di vera adorazione. Questa è una falsa supposizione dei tdG ed un’astuta insinuazione. Gli angeli, Elisabetta, i cattolici prestano la vera adorazione soltanto a Dio.

b – Al contrario, sia l’angelo che Elisabetta, salutando Maria come la Benedetta fra le donne, celebrano in Lei il favore o grazia di Dio effusa senza limiti, nella sua pienezza: “Ave, o piena di grazia!”. Questi sono autentici gesti di venerazione verso Maria e danno pienamente ragione ai cattolici e a centinaia di milioni di altri cristiani, che venerano Maria, ripetendo quelle stesse parole.

C – Questa spiegazione è talmente vera ed esatta che Maria la conferma dicendo:               “Ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Chiamare beata Maria equivale ad esaltare con parole e gesti le meraviglie che Dio ha operato in Lei, vale a dire venerarla (non adorare): “Poiché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Luca 1,49).

La venerazione di Maria è pienamente giustificata dalla Bibbia.

Tutti mi diranno beata ….(Luca 1,48)

L’errore:

 

Insistono i tdG:  “Le stesse espressioni dell’angelo e di Elisabetta sono usate riguardo ad altre”. Per provare la loro affermazione i geovisti ricorrono ad altri due testi biblici dell’Antico Testamento, facendone un uso improprio, atto solo a creare confusione nella mente di chi  mopm capisce.

Eccoli:

Gen. 30: 9, 10, 13, NA “Lea, vedendo che aveva cessato di partorire, prese Zilpa, sua serva, e la dette a Giacobbe per moglie. E Zilpa, serva di Lea, partorì un figlio, … Lea disse: ‘Questo è per mia felicità, perché le donne mi chiameranno beata’. Perciò lo chiamò Aser”.

Giud. 5: 24, NA “Benedetta sia fra le donne Jael, moglie di Heber Kenita, benedetta sia fra le donne che sono nelle tende”.

La verità:

Questa insistenza geovista non ha nessun valore probativo per due ragioni in particolare:

La prima. Chiunque abbia una minima conoscenza del Nuovo Testamento sa benissimo che vi ricorrono assai spesso espressioni e perfìno parole dell’Antico Testamento. Gli evangelisti, san Paolo, gli altri Apostoli avevano una grande familiarità con le Scritture e spesso si esprimono con le stesse immagini e parole dei Profeti, dei Salmi, dei Libri Storici, dando un significato    diverso.

La seconda. Nel caso di Maria l’espressione “benedetta fra le donne”, anche se presa dall’Antico Testamento, ha evidentemente un significato nuovo, completamente diverso da quello dei testi citati. Basta leggere la Bibbia nei luoghi citati per convincersene.

In Genesi 30, 9-13 e in Giudici 5, 24-27 le don- ne, di cui si parla, sono quelle del clan o gruppo di famiglie legate da parentela: le donne della tenda! (Giudici 5, 24). Esse dicono “sia benedetta”, ossia si congratulano con una della loro tribù o perché ha dato un figlio al suo padrone in un contesto di rivalità femminile (Genesi 30, 9-13), oppure perché ha ucciso un nemico con astuzia (Giudici 5, 24-27).

Completamente diverso è il contesto e quindi il significato delle parole usate dall’angelo e da Elisabetta nei riguardi di Maria. Sia l’angelo che Elisabetta esaltano Maria, la chiamano benedetta, a motivo della scelta che Dio fece di Lei a essere – Madre del Signore” (Luca 1, 43). Questa scelta divina conferisce a Maria un posto e una dignità unica “tra le donne”, cioè tra tutte le donne (Luca 1, 42).

Perciò Maria, rispondendo alle parole di Elisabetta, esalta la bontà del Signore “perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Luca 1, 48). E poiché di tanta bontà divina è  benefìciaria tutta l’umanità, Maria può affermare che tutte le generazioni la chiameranno beata (Luca 1, 48). Qui l’orizzonte è infinitamente più vasto di quello di Genesi 30, 9-13 e Giudici 5, 24-27.

Beato il seno che ti ha portato (Luca 11, 27-28)

L’errore:

Pessimo uso fanno pure i geovisti delle belle parole di Gesù riportate sia da san Luca sia da san Matteo e da san Marco (Mt. 12, 46-50; Mc 3, 31-35).

Citiamolo da san Luca:

Luca 11, 27-28: “Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse.- ” Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato! “. Ma egli disse. ” Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica “”.

Spiegando male queste parole della Bibbia i tdG dicono che “Gesù mostrò che la venerazione di Maria era sbagliata”.

La verità:

Non è sbagliata la venerazione di Maria, ma piuttosto è completamente sbagliata la spiegazione che i tdG danno del testo citato di san Luca.

a – Gesù si trova in piena attività pubblica. La predicazione della Parola lo impegna a tempo pie- ne. Molti l’ascoltano, lo seguono, divengono suoi discepoli. Vi sono uomini, vi sono donne (Luca 8, 1-3).

Tra coloro che l’ascoltano e lo seguono vi è anche Maria. La vediamo all’inizio (Giovanni 2, 1-12), durante (Luca 8,20) e alla fìne della vita pubblica di Gesù (Giovanni 19, 25-27).

Maria segue e ascolta Gesù perché è suo fìglio. Ma anche e soprattutto perché ha creduto a “quanto le è stato detto da parte del Signore” (Luca 1, 45), ha meditato sul comportamento di quel Figlio (Luca 2, 19). Perciò Maria è divenuta una delle prime e più fervorose discepole di Gesù.

b – Possiamo perciò e dobbiamo distinguere in Gesù due modi di guardare e considerare Maria. Egli la ama perché è sua madre. Non l’ha mai rinnegata. Come poteva farlo Egli che ebbe parole dure contro coloro che trattano male i loro genitori? (Marco 7, 10-13).

Tuttavia all’amore di figlio si aggiunge in Gesù un amore e una venerazione di ben altra natura verso Maria. Egli la ama e la venera perché Maria ha creduto alla Sua Parola e si è impegnata a metterla in pratica più di qualsiasi altro discepolo di Cristo.

Gesù vuol mettere in risalto la grande fede di Maria. Vuol far capire che la vera grandezza di Maria, fondata sui vincoli del sangue, poggia soprattutto sui vincoli soprannaturali d’una nuova parentela (Giovanni 1, 12-13).

c – La donna del popolo che grida: “Beato il seno che ti ha portato!” offre a Gesù un’occa- sione propizia. Correggendo la mentalità umana di quella donna, Egli esalta Maria e la chiama beata ancor di più perché aveva creduto in Lui. Forse Maria era tra la folla (Luca 8, 21).

E’ chiaro che con ciò Gesù non ha affatto discreditato sua madre, non ha affatto mostrato che la venerazione di Maria è sbagliata. Anzi mette in evidenza i meriti di Maria e la vera ragione per cui deve essere detta beata, cioè venerata. Non è errato pensare che un’eco di queste parole di Gesù ci sia stata conservata nel cantico di Maria: Tutti mi diranno beata! (Luca 1, 48).

Venerare vuol dire riconoscere le virtù cristiane di chi ascolta e mette in pratica la Parola. Gesù stesso riconosce in Maria queste virtù. Egli è il primo a venerarla. Noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso. Questo e non altro significa per noi cristiani la venerazione di Maria.

Padre Nicola Tornese s.j.


     

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