I Testimoni di Geova – Lezione 71
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La Madonna contestata
Una difficoltà che non regge
Ma dicono: La Bibbia parla di preghiere d’intercessione di persone ancora in vita su questa terra, non di quelle che sono già morte. Maria non è più tra i vivi.
Rispondiamo:
1 – L’intercessione di Maria si fonda sulla dottrina biblica della comunione dei santi. Con questa espressione la Chiesa Cattolica dice quanto afferma san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 12. Tutti i credenti in Cristo formano come un organismo vivente, in cui le varie parti o membra si aiutano reciprocamente sotto la guida dell’unico Capo che è Cristo.
2 – Essendo nello stato di gloria, più vicine a Signore, le anime dei credenti, martiri o confessori, gridano a gran voce: “Fino a quando, o Sovrano santo e verace, non scendi in giudizio e non vendicherai il nostro sangue?” (Apocalisse 6, 9-10). Essi cioè intercedono davanti a Dio per i loro fratelli ancora sulla terra.
Perciò ancora nell’Apocalisse è detto che i Santi con le loro preghiere riempiono di profumo vasi d’oro che salgono continuamente al trono dell’Agnello (Apocalisse 5, 8). In altre parole, essi compiono una funzione mediatrice a favore della Chiesa militante sulla terra: “E salì il fumo d’in- censo con le preghiere dei Santi, dalla mano dell’angelo, a Dio” (Apocalisse 8, 4).
Tra i Santi davanti a Dio, intorno al trono dell’Agnello, la Prima a offrire preghiere per noi è la Santissima Vergine, perché una madre non può disinteressarsi dei suoi figli. Ella vuole la salvezza di tutti.
Ad Jesum per Mariam
Dopo quanto abbiamo detto, rimane sempre vero, e nessun cattolico l’ha mai negato, che “Cristo è Via, Verità e Vita” e che “nessuno può venire al Padre mio se non per me” (Giovanni 14, 6). Rimane sempre vero che “in nessun altro (che in Cristo) vi è salvezza” (Atti 4, 12).
Ma per amorosa disposizione di Dio (e questa è pure Bibbia), Maria, nello stato di gloria in cui ora si trova, continua ancora il suo servizio a favore della Chiesa. “Per questo Ella è invocata dalla Chiesa coi titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice”.
Maria conduce a Gesù quanti a Lei si rivolgono.
MARIA SEMPRE VERGINE
Esaminate ogni cosa
I tdG contestano la perpetua verginità della Madonna. E’ un tema da loro preferito per creare il dubbio, mettere in crisi. Maria, dicono non fu sempre vergine. Ella generò altri figli e fìglie mediante regolari rapporti con Giuseppe.
La loro contestazione è basata soprattutto sulla spiegazione errata di alcuni testi biblici e sulla omissione di altri testi che potrebbero far luce in senso contrario alla loro negazione.
Vogliamo analizzare serenamente tutti i testi biblici riguardanti la verginità perpetua della Madonna. La nostra analisi ha lo scopo di far sapere ai cattolici che forse lo ignorassero come realmente stanno le cose, che cosa cioè dice la Bibbia. E’ poi – chi sa! – qualche testimone di Geova che non avesse fretta di dileguarsi nella folla, potrebbe forse fermarsi a riflettere, ad esaminare ogni cosa come insegna l’apostolo:
“Esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è buono” (1 Tessalonicesi 5, 21).
I cosiddetti fratelli di Gesù
Cavallo di battaglia per i geovisti contro la perpetua verginità di Maria è il fatto che i vangeli ci informano dell’esistenza di fratelli e sorelle di Gesù I.
Ecco ciò che dicono i vangeli:
Matteo 13, 55-56: “Non è egli (Gesù) forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?”
Marco 6, 3: “Non è costui il carpentiere, il fìglio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses (Giuseppe), di Giuda e di Simone?”.
Luca 8, 19-20: “Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non poterono avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: ” Tua madre * i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti “. Ma egli rispose: ” Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica “”.
Giovanni 2, 12: “Dopo questo fatto, discese (Gesù) a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli”.
Atti 1, 14: “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui”. (Cf. anche 1 Cor. 9, 5; Galati 1, 19).
Sì, tutti e quattro gli evangelisti, l’autore degli Atti, san Paolo parlano di fratelli e sorelle del Signore.
Il Vangelo è Vangelo e non si può cambiare. A tutti, comunque, incombe il dovere di leggere e spiegare la Bibbia come si conviene, a regola d’arte per così dire, e non superficialmente, ignorantemente, settariamente. La Bibbia va letta e spiegata secondo le norme indispensabili per la comprensione di un libro scritto in tempi assai lontani, in una lingua diversa dalle lingue moderne, con proprietà, sfumature, immagini, modi di dire di tempi passati, in una cultura diversa dalla nostra.
Tenendo presente questa norma, ci domandiamo: Che cosa hanno voluto dire gli autori dei vangeli con l’espressione “fratelli e sorelle di Gesù”?
Non figli di Maria
Un particolare molto significativo, che non deve sfuggire, è il fatto che gli autori ispirati par- lano solo e sempre di fratelli di Gesù, mai di figli di Maria. Solo Gesù è detto figlio di Maria (cf. Marco 6, 3) e Maria è detta solo e sempre madre di Gesù, e non di altri (cf. Giovanni 2, 1; 19, 25; Atti 1, 14).
Esaminiamo brevemente quest’ultimo testo del libro degli Atti (1, 14), dove l’autore sacro dice che nel cenacolo, assieme agli Apostoli, c’era “nominatamente Maria madre di Gesù, e con i fratelli di lui” (Garofalo). Se quei fratelli fossero veramente figli di Maria, lo scrittore avrebbe detto meglio: “C’era Maria madre di Gesù con gli altri suoi fìgli”. Noi Egli ha preferito dire in modo più appropriato: “C’era Maria madre di Gesù, e con i fratelli di lui”.
In chi legge i vangeli come si conviene, questo particolare: “,fratelli di Gesù e non figli di Maria”, dovrebbe far sorgere il dubbio che i cosiddetti “fratelli di Gesù” non siano necessariamente “fìgli di Maria”. Il dubbio diventa certezza se leggiamo tutta la Bibbia e non solo alcuni testi, ignorando od omettendo deliberatamente tanti altri come fanno abitualmente i tdG .
Lo stato di famiglia
Cominciamo coll’interrogare la Bibbia sullo “stato di famiglia” dei cosiddetti “fratelli di Gesù”. Fortunatamente i vangeli ci hanno conservato i loro nomi che sono: Giacomo, Giuseppe,(o Joses), Giuda (non il traditore) e Simone. Sia san Matteo che san Marco hanno avuto l’ispirazione di indicarci questi nomi (cf. Matteo 13, 56; Marco 6, 3).
1 – Di chi erano figli? Chi erano i loro genitori? Anche a queste domande la risposta è data dagli evangelisti, cioè dalla Bibbia. Raccontando i fatti del venerdì santo l’evangelista Matteo c’informa che tra le donne presenti al Calvario c’era una Maria “Madre di Giacomo e di Giuseppe”.
Scrive Matteo:
“C’erano là molte donne che osservavano da lontano: quelle stesse che dalla Galilea avevano seguito Gesù per servirlo. Tra esse, c’era Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo” (Matteo 27, 55-56; Garofalo).
Le stesse informazioni le abbiamo da san Marco, il quale scrisse:
“C’erano là anche alcune donne che osservavano da distanza, tra le altre: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e Salome, le quali lo seguivano e lo servivano, e molte altre venute con lui a Gerusalemme” (Marco 15, 40-41, Garofalo).
San Marco ancora ci dice che questa Maria “Madre di Giuseppe (o Joses)” assieme alla Maddalena stavano ad osservare dove veniva deposto il corpo del Signore (cf. Marco 15, 47), e che le stesse, passato il sabato, comprarono gli aromi (o balsami) per cospargere il corpo del Signore secondo l’uso (Marco 16, 1).
Identiche informazioni ci vengono date da san Matteo, che chiama la madre di Giacomo e di Giuseppe “l’altra Maria”. Questa e la Maddalena (Maria di Magdala) erano sedute là, di fronte al sepolcro (Matteo 27, 61), e dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, andarono a visitare il sepolcro (cf. Matteo 28, 1).
E’ lecito pensare che in quelle ore tragiche di supremo dolore la madre di Gesù non avesse tanta forza fisica e morale da correre su e giù e rendere gli estremi omaggi al cadavere del figlio secondo le consuetudini del luogo. Questi devoti uffici sempre e dovunque sono resi da parenti stretti e da amici.
A conferma vale il fatto che Maria, appena affidata a Giovanni, dovette lasciare il Calvario e ritirarsi a casa del fidato discepolo di Gesù. E’ lo stesso Giovanni a farcelo capire quando scrive: “Da quel momento il discepolo la prese in casa sua” (Giovanni 19, 27).
“L’altra Maria”, madre di Giacomo e di Giuseppe, che assieme alla Maddalena si dava da fare intorno al sepolcro per rendere al morto gli estremi devoti uffici, non poteva perciò essere la madre di Gesù.
2 – Possiamo sapere chi era?
Sì, perché lo dice espressamente Giovanni quando enumera le pie donne che stavano presso la croce:
“Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di lei, Maria di Cleopa e Maria di Magdala” (Giovanni 19, 25).
E’ chiaro dunque che “l’altra Maria”, che gli evangelisti associano sempre a Maria di Magdala in queste ore tragiche della vita terrena di Gesù, era una sorella della Madre di Gesù, chiamata anch’essa Maria. E possiamo concludere legittimamente e sicuramente che Giacomo e Giuseppe (o Joses), i cosiddetti fratelli di Gesù, in realtà sono suoi cugini, figli d’una sorella della Madre di Gesù.
,Alcuni studiosi della Bibbia, comunque, notano che sembra inverosimile che due sorelle portassero lo stesso nome, cioè quello di Maria. Di conseguenza essi sono del parere che “l’altra Maria” fosse in realtà “cugina” della Madonna. In questo caso i cosiddetti “fratelli di Gesù” sarebbero suoi “secondi cugini” o meglio “parenti”.
Questo particolare conferma la convinzione che per la scarsità di termini ebraici indicanti i vari gradi di parentela, “fratello” e “sorella” potevano indicare anche parenti di secondo grado. “L’altra Maria”, chiamata “sorella” (greco adelfè) poteva essere in realtà una “cugina”. Come i cosiddetti fratelli (greco adelfòi) e le cosiddette sorelle (greco adelfài) di Gesù erano in realtà suoi cugini e cugine di primo o secondo grado cioè “parenti”.
Padre Nicola Tornese s.j.
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