I Testimoni di Geova – Lezione 70
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Testimonianze dirette
Testimonianze dirette di come i cristiani dell’epoca precostantiniana si raffiguravano la Croce ci vengono dagli antichi monumenti. Gli archeologi hanno potuto segnalare finora alcune decine di questi preziosi reperti.
Ricordiamo solo alcuni.
1 – L’Iscrizione di Rufina si trova a Roma dove la Chiesa grandissima e antichissima e conosciuta da tutti fu fondata e stabilita dai gloriosissimi Apostoli Pietro e Paolo (S. Ireneo).
Nel cimitero o catacombe di Callisto si conserva un’iscrizione in marmo. A parere degli esperti essa risale al terzo secolo dopo Cristo, prima cioè di Costantino. L’iscrizione ricorda il nome di una certa Rufina Irene e sotto il nome è raffigurata o incisa una croce. Non si tratta d’un palo, ma d’una croce a doppio braccio di eguale dimensione (croce greca). E’ assurdo pensare che sia un simbolo religioso pagano. Le catacombe erano cimiteri dei cristiani e alcune volte anche luoghi di riunione per i loro riti religiosi. E i cristiani non adoravano il dio-sole e la sua croce, bensì Cristo Signore morto sulla Croce per la salvezza del mondo
2 – L’affresco degli Aurelii. Pure a Roma, nella tomba detta degli Aurelii, si conserva ancora un affresco o disegno a cui gli studiosi assegnano una data anteriore all’iscrizione di Rufina. L’affresco rappresenta un personaggio che mostra una croce. Questa non è un semplice palo, ma una Croce a due bracci ineguali (croce latina) .
Graffito del Palatino (11 sec. d.C.)
3 – Il graffito del Palatino merita una menzione particolare. Meglio di qualsiasi documento scritto questo disegno rivela, anche se in modo blasfemo, la devozione dei cristiani verso la Croce, al tempo delle persecuzioni, molto prima di Costantino.
Per un’esatta comprensione del graffito o disegno murale bisogna ricordare che i pagani accusavano i cristiani di essere adoratori d’un asino crocifìsso (onolateia). Il graffito del Palatino è una rappresentazione plastica di questa calunnia. E’ una caricatura blasfema, che mostra un asino inchiodato a una croce a doppio braccio. Il disegno è accompagnato dalle parole Alessameno adora Dio.
Nella sua realistica rappresentazione il graffito dei Palatino prova come la forma della Croce co- nosciuta dai cristiani e simbolo di ciò che essi adoravano, non era quella d’un palo, ma d’una croce a doppio braccio. Era la Croce che i fedeli discendenti di quei credenti in Cristo hanno sempre conosciuto e venerato, malgrado gli sforzi in senso contrario dei nemici della Croce.
La Croce di Ercolano
Ercolano è una cittadina a pochi chilometri da Napoli alle falde del Vesuvio piena di vita e di fiori come era–ai tempi dei Romani. Ma è una nuova Ercolano.
L’antica fu sepolta assieme a Pompei sotto le ceneri del Vesuvio nella grande eruzione del 79 dopo Cristo. Ma lentamente è stata dissepolta almeno in parte.
La croce di Ercolano (anteriore al 79 d.C.)
In quest’opera di ricupero, nell’anno 1937, fu fatta una sensazionale scoperta. Sulla parete d’una modesta stanzetta fu trovato un riquadro o incassatura di stucco a forma di croce a doppio braccio. Dopo lungo e attento studio il direttore degli scavi, prof. A. Maiuri, sostenne che si trattava d’una croce cristiana. Con lui si sono schierati altri insignì archeologi.
Naturalmente altri hanno sollevato obiezioni e riserve. Ma di fatto non si è potuto trovare nulla di positivo che spiegasse in modo soddisfacente lo importante reperto. La sola spiegazione convincente è che siamo in presenza d’una Croce cristiana venerata a Ercolano a meno di quarant’anni dalla morte di Cristo.
Questa spiegazione è suffragata dal fatto che era possibile a Ercolano la presenza d’una chiesa domestica (Romani 16, 5) o comunità cristiana prima del 79 dopo Cristo. Infatti, san Paolo, qualche decennio prima della grande eruzione vesuviana era passato per Pozzuoli (Atti 28, 13-14), dov’era stato accolto da fratelli nella fede. Ed Ercolano dista sola pochi chilometri da Pozzuoli.
Concludendo possiamo dire che molto prima dell’epoca di Costantino, e molto probabilmente fin ,dai tempi apostolici, i veri cristiani conoscevano e veneravano la Croce, non quella di Tammuz, come fantasticano i testimoni di Geova. La Croce conosciuta e venerata dai cristiani fin dai tempi più antichi non era un palo, ma una Croce a doppio braccio su cui Cristo – che essi adoravano – si era immolato per la salvezza di tutti.
Padre Nicola Tornese s.j.
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