I Testimoni di Geova – Lezione 69
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LA FORMA DELLA CROCE
L’errore
Nel loro sofisticato parlare della croce, uno dei problemi che interessa di più i testimoni di Geova è quello riguardante la forma della Croce. Qualsiasi seguace della setta, anche se analfabeta oppure digiuno di una elementare istruzione, vi dirà con assoluta certezza che Cristo è morto su un palo, non sulla croce a due bracci così com’è universalmente venerata dai veri cristiani.
Tutti i geovistì attingono questa loro cultura sulla forma della Croce da un libricino largamente diffuso dai tdG, che serve da catechismo per, indottrinare i candidati alla setta. Trascriviamo quanto è stato scritto:
“Ma non fu Gesù messo a morte su una croce a due bracci? La Bibbia indica di no. In Atti 5: 30 e 10: 39 (RV, Ri), traduzioni sia cattoliche che protestanti della Bibbia ci dicono che Gesù morì su un ‘legno’. La parola ‘legno’ traduce qui la parola greca xylon (o xulon). Circa questa parola e la parolastauros tradotta ‘croce’ in alcune versioni, The Companion Bible dice a pagina 186 delle ‘Appendici’: Omero usa la parola stauros di un palo comune, o di un pezzo di legno. E questo è il significato e l’uso della parola in tutti i classici greci”.
La verità
Vogliamo ripeterlo: la disquisizione sulla forma della Croce di Cristo è “una chiacchiera profana” (2 Timoteo 2, 16), estranea al Vangelo. A Paolo, agli Apostoli, agli evangelisti, ai veri cristiani d’ogni tempo interessò poco o nulla sapere se il loro Signore abbia offerto la sua vita su un palo o su una croce a due bracci. Per essi, motivo d’amore per Cristo fu e rimane il fatto che “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Lui che è morto e risuscitato per loro” (2 orinzi 5, 15).
Non così per i geovisti. Essi strumentalizzano questa chiacchiera profana allo scopo di gettare discredito sul veri cristiani e distruggere la fede autenticamente evangelica. Vogliono creare solo confusione e confermare nell’ignoranza quanti incautamente li hanno seguiti, accettando ciecamente il loro errato insegnamento.
Noi siamo abituati a non accettare acriticamente ciò che dicono o scrivono i tdG. Siamo fedeli alla Bibbia, che sapientemente ci avverte: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Tessalonicesi 5, 21). Oltre a ciò, un’esperienza ormai lunga ci ha convinto che i tdG nelle loro affermazioni omettonotante cose necessarie a sapersi, oppure ricorrono a facili e confuse generalizzazioni. E’ questo il loro metodo abituale per ingannare gli incauti.
Perciò, come in altri problemi biblici, anche in questo circa la forma della Croce abbiamo dubitato di quanto dicono i tdG e abbiamo voluto consultare molte traduzioni della Bibbia, oltre al testo originale. Con l’aiuto anche di buoni dizionari di lingua greca abbiamo potuto precisare il significato dixylon e di stauròs.
Ne è venuta fuori l’evidenza che le cose stanno in modo completamente diverso da ciò che affermano i tdG. Il testo sopra citato dal loro catechismo si è rivelato un capolavoro di confusione e di inesattezza, che tradisce la Parola di Dio e inganna chi non sa discernere come consiglia san Paolo (1 Tessalonicesi 5, 21).
Per maggior chiarezza dividiamo in tre punti le cose che abbiamo accertato.
1 – Testo originale e versioni
a) Nel testo originale greco del Nuovo Testa- mento lo strumento di morte su cui Gesù offri la sua vita, è detto abitualmente stauròs, non xylon. Stauròs ricorre una quarantina di volte, xylon solo cinque Volte .
I tdG capovolgono le parti, mettendo xylon in primo piano e stauròs in secondo. Con questa astuta manovra si aprono la strada per inoculare il loro errore. Ma siamo in presenza d’una manipolazione settaria della Parola di Dio. I tdG abitualmente fanno dire alla Bibbia ciò che essi vogliono a danno sempre degli ignoranti.
b) In tutte le versioni della Bibbia antiche e moderne, cattoliche e non cattoliche, la parola originale greca stauròs è tradotta sempre “croce”.Fanno eccezione i tdG che traducono sempre palo. I tdG dicono che la parolo stauròs è tradotta ‘croce’ in alcune versioni. Ma questo non è esatto. E’ una reticenza voluta, un’affermazione non vera. Un inganno.
c) La parola originale greca xylon, in tutte le Bibbie, non è mai tradotta palo. Fanno natu- ralmente eccezione i tdG. che traducono sempre palo. La traduzione che di xylon danno le Bibbie non geoviste è alcune volte ‘albero’, altre volte ‘legno della croce’ o semplicemente ‘croce’. Nell’ autorevoleBible de Jérusalem, ‘xylon’ è tradotto gibet’, che vuol dire ‘strumento di supplizio “‘.
Insinuare – come fanno ì tdG – che tra stauròs e xylon non vi sia differenza di rilievo e che xylon debba essere tradotto palo, è di nuovo un grave errore o travisamento della Parola di Dio a danno sempre degli ignoranti.
Con la guida ora di buoni vocabolari vogliamo far conoscere il vero significato o i significati sia di stauròs che di xylon.
2 – Significati di stauròs
a) Nel vocabolario greco-italiano del gesuita Lorenzo Rocci, a pagina 1699, è detto che stauròs può avete due significati: quello di palo (più antico), e quello di croce, ossia strumento di supplizio (più recente) . Col primo significato, cioè quello di palo, si trova in Omero, che scrisse almeno sei secoli prima di Cristo, quando la croce non era ancora conosciuta come strumento di supplizio, almeno dai Romani.
Col secondo significato, cioè quello di croce, la parola stauròs è usata da scrittori greci posteriori ad Omero, dopo che nel mondo greco-romano fu introdotta la morte mediante la croce.
Stando così le cose, deve dirsi equivoca e anche falsa l’affermazione geovista secondo cui stau- ròs significa un palo comune o un pezzo di legno “in tutti i classici greci”. Questo non corrisponde e affatto a verità. E’ un errore e un inganno.
b) Precisazioni sui significati di ‘stauròs’. Il grecista Lorenzo Rocci, ed altri, sulla scorta dei classici greci ci fa sapere che la stessa parola greca stauròs può avere due significati: quello di palo, più antico, e quello di croce, più recente. Con questa precisazione egli indica chiaramente che tra palo e croce vi deve essere una differenza. Ciò equivale a dire che non sempre stauròs significa un palo comune. Può significare secondo i casi un palo non comune, un palo cioè usato come strumento di morte. In tali casi stauròs significa croce. La croce era un palo (o stauròs) ‘adattato’ in modo tale da essere strumento di morte.
Quale fosse stato questo adattamento la parola stauròs, di per sé, non ce lo dice. Bisogna ricorrere ad altre fonti, fare altre ricerche, interrogare cioè scrittori antichi, esaminare raffigurazioni ecc. riguardanti la forma della croce, ossia dello stauròs adattato a strumento di supplizio.
c) Facciamo un esempio, per capire meglio come una stessa parola può, nel corso del tempo, prendere un nuovo significato.
La parola piombo indicava, fino a una certa epoca, soltanto il metallo, di cui si occupa la chimica. Ma la stessa parola, in epoca posteriore, cominciò a significare quello stesso metallo adattato a strumento dì morte, ossia una pallottola, come nella frase.- “Il tale è caduto sotto il piombo”.
La pallottola è piombo adattato, ossia avente una forma propria e uno scopo determinato, che è quello di uccidere. In altre parole, dopo l’invenzione dell’arma da fuoco, la stessa parola ‘piombo’ cominciò a significare anche un piombo non generico, comune, ma specifico, particolare, di cui si occupa la balistica.
Dalla sola parola piombo non possiamo determinare di che forma o di che calibro sia la pallottola. Bisogna fare altri studi, ricorrere ad altre fonti e testimonianze.
3 – Significati di xylon
Analogo procedimento bisogna seguire per determinare i significati biblici della parola xylon.
a) Nello stesso vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci, a pagina 1299, è detto che xylonsignifica ‘legno’. Ma è pure detto che può significare tante altre cose fatte di legno come ceppo, bastone, gorga (= strumento di pena), croce ecc. Può significare anche ‘albero’. Non è detto che significa “palo”.
La parola xylon ha dunque un significato generico, cioè quello di ‘legno’, ed altri specifici (cep- po, bastone, croce ecc.). Tutti questi oggetti sono xylon o legno adattato. Dalla sola parola xylon non è possibile Sapere quale forma prendesse il ‘legno’ adattato a strumento di supplizio o ad altri usi. Bisogna fare altri studi ‘ ricorrere ad altre fonti.
b) Oltre a ciò, bisogna tener presente che gli scrittori del Nuovo Testamento usano la parola xylon(solo cinque volte) senza la minima intenzione di dirci che la Croce di Cristo avesse la forma di palo. La parola xylon è usata nel Nuovo Testamento in riferimento a Deuteronomio 21, 22-23, dove non si parla di strumento di supplizio in for- ma di palo, ma di albero, a cui era appeso il con- dannato a morte dopo eseguita la sentenza.
Quando perciò i tdG insinuano che gli autori ispirati usano la parola xylon per indicare che la Croce di Cristo avesse la forma di palo, strumentalizzano un’ennesima volta la Parola di Dio a fini prettamente settari.
La forma della Croce di Cristo
Ripetiamo ancora una volta dalle parole stauròs e xylon non è possibile avere una risposta diretta e sicura circa la forma della Croce di Cristo. E’ perciò sbagliato dire che secondo la Bibbia Cristo non fu messo a morte su una croce a due bracci. La Bibbia non dice questo. La Bibbia dice solo che lo strumento della morte di Cristo o crocifissione era chiamato stauròs. Per sapere quale forma avesse quello stauròs, ossia quel paio adattato a strumento di morte, bisogna ricorrere ad altre testimonianze o prove di carattere storico, archeologico ecc. Queste non mancano, grazie a Dio, a beneficio di quanti cercano sinceramente la verità. Ne ricordiamo solo alcune.
1 – Lo storico giudeo Giuseppe Flavio racconta che durante l’assedio di Gerusalemme negli anni 69 e 70 dopo Cristo, i soldati romani catturavano molti Giudei che cercavano la salvezza nella fuga e li inchiodavano “quale in una posizione e quale in un’altra”.
Qui la diversa posizione indica certamente la diversa forma dello strumento di morte, a cui venivano inchiodati quegli infelici prigionieri. E’ dunque certo che ai tempi di Gesù, in Palestina, erano in uso diverse forme di croci.
Quale fu la forma della Croce di Gesù?
2 – Tutti e quattro gli evangelisti c’informano che Gesù fu costretto a portare lo strumento del suo supplizio verso il luogo dell’esecuzione. Ora è risaputo che sul luogo della crocifissione era preparato in antecedenza lo stipes, ossia il braccio o palo verticale di quello strumento di morte. Gesù perciò dovette portare un altro braccio o palo – quello trasversale – detto patibulum. Si può dunque concludere che lo strumento di morte su cui Gesù immolò la sua vita per la salvezza del mondo era format/o da due braccio pali, di cui uno verticale e uno trasversale, e non già da un semplice palo verticale.
L’informazione data dai vangeli, anche se indiretta, va contro la posizione dei tdG, ed è in piena armonia con quanto sappiamo dalla storia profana sulla forma della croce.
3 – Una conferma è data da Materno Firmico, uno scrittore romano dell’antichità. Il condannato – egli dice – “patibulo suffixus crudeliter in crucem erigitur”, che tradotto vuol dire: “Il condannato confitto al patibolo viene tra atroci dolori sollevato verso il palo”. li patibulum – come già si è detto – designa il braccio trasversale della croce. A questo veniva inchiodato il condannato steso ancora per terra (Giovanni 20, 25; Luca 24, 29-30). Poi il patibulum con la vittima inchiodata veniva sollevata da terra (erigitur) e legato o inchiodato al braccio o palo verticale o stipes .
La voce degli studiosi A conferma riportiamo la testimonianza di alcuni studiosi:
“La croce era una specie di patibolo composta di due legni, uno diritto e uno traverso, su cui si legavano o s’inchiodavano i condannati. La forma usuale della croce in Roma non è probabile che sia stata quella che conosciamo. Si doveva trattare d’un palo conficcato in terra sul quale veniva issato il condannato con le braccia legate al patibúlum, sbarra di legno passata dietro le spalle”.
– “Per generale testimonianza, Cristo morì su una croce immissa; alcuni comunque ritengono che era una croce a forma di T” 23.
– “E’ estremamente probabile che lo strumento di supplizio adottato, lo stauròs, comportasse un pezzo di legno incrociato e quindi avesse la forma delle due travi in croce. Le fonti profane comunque non permettono di dire quale fosse esattamente la forma, se di crux immissa (+) oppure di crux commissa (T)… E’ assai probabile che venisse applicata l’usanza del “Portare la croce” fuori città (Mc. 15,20-21). Se lo stauròs era la trave traversa (il patibulum) è Verosimile che la forma della croce fosse quella della crux commossa (T).
Le più antiche raffigurazioni della Croce
Fu la Croce a doppio braccio e non un palo quella che i veri cristiani, secoli prima di Costantino, ebbero sempre cara e amarono raffigurarsi. Essa era legata al ricordo della morte salvifica del loro Signore. Per altri la croce poteva essere un segno d’infamia oppure un simbolo pagano. Non per i veri cristiani.
Nella pia raffigurazione della Croce di Cristo, fin dalle prime generazioni cristiane, non vi è maitraccia di palo. Si tratta solo e sempre di Croce a, doppio braccio. Oltre alle testimonianze autorevoli già riportate abbiamo i fatti decisamente a favore, di questa affermazione.
Prima di Costantino i cristiani non ebbero vita, facile. Fu quella l’èra dei martiri. Accuse e persecuzioni erano mosse contro di loro sia dai Giudei. che dai pagani. I Giudei aborrivano un Messia Crocifisso. Per i pagani la croce era un segno malfamato perché strumento di morte degli schiavi. Questo è il chiaro pensiero di san Paolo quando scrisse: “Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani” (i Corinzi 1, 23).
Questo spiega lo scarso numero di croci esposte al culto pubblico nell’epoca precostantiniana. Ma non vi mancano esempi, anche se rari in confronto, di ciò che verrà dopo il trionfo della Croce con Costantino.
1 – Tra le testimonianze indirette abbiamo quella dei segni convenzionali della Croce. In essi la Croce è sempre raffigurata a due bracci. Il più comune è quello dell’àncora a forma di croce. L’asta trasversale (il patibulum), contrariamente a quanto vediamo nelle àncore comuni, era collocata a metà circa di quella verticale (lo stipes). In questo modo l’àncora simboleggiava meglio la Croce di Cristo a doppio braccio. Alcune volte l’àncora cruciforme è associata all’Agnello, fìgura di Cristo che si immola (Giovanni 1, 29).
Nell’àncora cruciforme, conosciuta e venerata fin dal secondo secolo, abbiamo associati due simboli genuinamente cristiane quello della speranza ,com’è detto espressamente nella Lettera agli Ebrei (6, 19), e quello della virtù salvifica della Croce, su cui Cristo, Agnello immacolato, immolandosi, ha tolto i peccati del mondo (Giovanni 1, 29).
Ancora cruciforme (Catacombe di S. Priscilla) II secolo
2 – Come testimonianza indiretta, sempre nella epoca precostantiniana, possiamo riportare le parole di Tertulliano, belle nella loro semplicità, d’un candore quasi serafico. Parlando della preghiera Tertulliano dice:
“Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura… Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e a posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera”.
Due cose sono qui indicate dall’avvocato Tertulliano, che ai suoi tempi erano di comune conoscenza tra i cristiani. La prima è che la preghiera era fatta aprendo o allargando le mani in modo da ricordare la croce o piuttosto Cristo morente sulla Croce. La seconda che la forma della Croce era a doppio braccio qual è appunto quella dell’uccello che apre le sue ali in forma di croce a due bracci
Padre Nicola Tornese s.j.
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