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I Testimoni di Geova – Lezione141

16 Febbraio 2015 | Filed under: Testimoni di Geova
     

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purgatorio1

LA DOTTRINA CATTOLICA

SUL PURGATORIO

 

La Chiesa Cattolica ha sempre creduto e crede nell’esistenza del purgatorio ed ha ripetutamente confermato questa dottrina con dichiarazioni esplicite nel presente e nel passato, specie in tempi di contestazione. Tuttavia la stessa Chiesa ha fatto e fa di tutto affinché questa verità sia capita nel suo esatto significato contro eventuali abusi in teoria e pratica di gente scriteriata.
Cominciando dai tempi a noi più vicini, vogliamo ricordare i principali documenti del Magistero cattolico sulla esistenza e sulla natura del purgatorio.
Epoca contemporanea
1 – Papa Paolo VI, nella Professione di Fede formulata in occasione dell’Anno della Fede (1967 – 1968), celebrato nel mondo cattolico per commemorare il decimonono centenario del martirio dei santi Apostoli Pietro e Paolo, ha detto:
“Crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Dio – sia quelle che devono essere ancora purificate col fuoco del Purgatorio, sia quelle che, come il buon ladrone, sono ricevute in Paradiso da Gesù subito dopo di essersi separate dal corpo – costituiscono il Popolo di Dio dopo la morte”.
 
2 – Appena tre anni prima, vale a dire nel novembre 1964, lo stesso Paolo VI coi Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, avevano promulgata la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa (Lumen  Gentium), che contiene chiari ed espliciti riferimenti al purgatorio.
a)              Nel n. 49, trattando dei tre stadi o condizioni in cui i credenti in Cristo possono trovarsi, il Concilio dice:
“Fino a che il Signore non verrà nella gloria e tutti gli angeli con lui (cf. Matteo 25, 31) e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose (cf. 1 Corinzi 15, 26-27), alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri passati da questa vita, stanno purificandosi, e altri godono della gloria”.
b) Nel paragrafo o numero seguente (n. 50) lo stesso Concilio ricorda ed approva l’antichissima usanza dei fedeli di pregare per i defunti:
“La Chiesa dei viatori riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il Corpo Mistico di Gesù Cristo, fin dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti perché siano assolti dai peccati (cf. 2 Maccabei 12, 46), e ha offerto per loro anche suffragi”.
c) Finalmente la stessa Costituzione (n. 51) ricorda ed esorta:
“Questa veneranda fede dei nostri maggiori circa il vitale consorzio con i fratelli che sono nella gloria celeste o ancora dopo la morte stanno purificandosi, questo Sacrosanto Concilio la riceve con pietà e nuovamente propone i decreti dei Sacri Concili Niceno II, Fiorentino e Tridentine. E insieme, con pastorale sollecitudine esorta tutti quelli a cui spetta, perché, se si fossero infiltrati qua e là, abusi, eccessi o difetti, si adoperino per toglierli o correggerli e tutto ristabiliscano per una più piena lode di Cristo e di Dio”.
Osservazioni:
a) I documenti del Magistero cattolico finora citati e quelli che citeremo in seguito si basano su singoli testi biblici, che saranno spiegati nella seconda parte di questo opuscolo. Tuttavia ci piace far notare fin d’ora che la dottrina cattolica del purgatorio è vista ed inserita in quella più vasta della Chiesa come Popolo di Dio (Paolo VI) e Corpo Mistico di Cristo (Vaticano II). La fede cattolica basata sulla Bibbia insegna che vi è continuità tra la vita presente e quella dopo la morte. Vivi e morti sono cittadini della “Città Santa”, che scende dal cielo (cf. Apocalisse 21, 2) e al Cielo ritornerà (cf. Apocalisse 22, 17). Tra i cittadini della Gerusalemme celeste e quelli della Gerusalemme terrestre vi è uno scambio di beni e di aiuti, che si chiama “comunione dei santi” (cf. 1 Corinzi 12, 12-26). Vedi infra p. 28.
b) In effetti, questo stato di cose durerà fino alla seconda venuta del Signore, vale a dire per     tutto il tempo della storia umana, che nell’ottica cristiana si chiama “tempo della Chiesa”.Dopo che tutte le potenze del male saranno sottomesse “cf. 1 Corinzi 15, 25-28), vi sarà solo la Chiesa celeste o Regno di Dio nella sua fase definitiva ed eterna. E i figli di Dio “regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22, 5). Anche il purgatorio sarà tra le cose passate.
Tempo della Riforma
Nella grande crisi della cristianità, che ebbe come principale protagonista Martin Lutero (1483 – 1546), la Chiesa Cattolica al Concilio di Trento riaffermò la sua dottrina sul purgatorio negata dai riformatori.
a) Ribadì anzitutto la dottrina della soddisfazione secondo cui, dopo ricevuto il perdono dei peccati e la grazia della giustificazione che rimette la pena eterna, rimane sempre il reato di pena temporale, che deve essere riparato mediante opere soddisfattorie o in questa vita o nel in purgatorio per poter essere ammessi alla gioia piena dei beati.
b) In modo specifico e diretto il Tridentino confermò la fede nell’esistenza del purgatorio nei termini seguenti:
“La Chiesa Cattolica, ammaestrata dallo Spirito Santo per mezzo della Sacra Scrittura e attraverso l’antica tradizione dei Padri, ha insegnato nei sacri Concili, e, recentemente in questo Sinodo ecumenico, che esiste il purgatorio e che le anime in esso trattenute vengono aiutate dai suffragi dei fedeli, e specialmente dal Sacrificio dell’altare (…). Ordina ai vescovi di procurare diligentemente che la sana dottrina circa il purgatorio trasmessa dai santi Padri e dai sacri Concili sia creduta dai fedeli cristiani, conservata e predicata in ogni parte”.
Osservazioni:
a) Il Tridentino ha inserito la dottrina del purgatorio in quella più ampia della giustificazione. Basandosi sulla Scrittura ha ricordato che, rimessi i peccati personali, rimane da scontare la pena dovuta appunto per i peccati. Così ha fatto Davide, per volere divino, dopo il suo peccato (cf. infra). Il Concilio precisa che questa pena può essere soddisfatta o nella vita presente o dopo la morte.
Questa possibilità di purificarsi dopo la morte costituisce un elemento fondamentale o componente della dottrina sul purgatorio.
b) Il secondo elemento o componente di questa dottrina consiste nella possibilità, da parte dei vivi, di aiutare mediante suffragi le anime dei defunti. Il Tridentino esorta le guide qualificate delle comunità ecclesiali, cioè i vescovi, a vigilare affinché sia predicata questa sana dottrina sul purgatorio, correggendo ed eliminando eventuali esagerazioni ed abusi specie nella pratica dei suffragi.
c) Degno di nota è il fatto che i vescovi cattolici riuniti a Trento, assieme ad esperti in Sacra Scrittura e a teologi, erano convinti di poter proporre la dottrina sul purgatorio perché “ammaestrati dallo Spirito Santo per mezzo della Sacra Scrittura e attraverso l’antica tradizione dei Padri”. La dottrina cattolica sul purgatorio ha un sicuro fondamento nella Parola di Dio contenuta nella Bibbia e conservata nel tempo mediante l’insegnamento e l’approfondimento dei campioni della fede (i Padri) e i sacri Concili.
Il Concilio di Firenze (1439-1445)
Qualche secolo prima del Tridentino un altro Concilio, a Firenze, aveva insegnate le stesse verità. Citiamo dal cosiddetto Decreto per i Greci:
“In più, se (i defunti), avendo fatto veramente penitenza, morirono nell’amore di Dio prima di aver soddisfatto con frutti degni di penitenza per i peccati di commissione o di omissione, le loro anime, dopo la morte, vengono purificate con pene purgatorio; e, per essere liberate da queste pene, giovano loro i suffragi dei fedeli vivi, cioè i sacrifici della Messa, le preghiere, le elemosine ed altri atti di pietà che, secondo le istruzioni della Chiesa, sogliono essere compiuti da alcuni fedeli in favor di altri fedeli”.
Osservazioni:
Il Concilio di Firenze propone la dottrina comune a tutta la Chiesa sia orientale che occidentale, insegnando ciò che poi ripeteranno i vescovi a Trento e al Vaticano II. In particolare:
a) Afferma l’esistenza del purgatorio, vale a dire di uno stato intermedio tra la vita presente e la gloria dei beati, avente come scopo la purificazione delle anime di coloro che, morti in grazia o amicizia con Dio, devono soddisfare per i loro peccati personali.
b) Ricorda la possibilità e l’utilità dei suffragi in aiuto delle anime dei defunti. Tra i suffragi dà la precedenza all’offerta del Sacrificio della Messa, a cui possono aggiungersi altri atti di pietà come preghiere, elemosine, sofferenze volontarie o subite …
c) E menziona, anche se di passaggio, la dottrina della comunione dei santi, secondo cui, alcuni fedeli possono compiere opere di suffragio a favore di altri fedeli. E’ chiaro che il riferimento riguarda i fedeli defunti, ossia quei membri del Corpo Mistico di Cristo che si trovano nello stato intermedio tra la vita presente e la gloria del paradiso.
Conclusione
Riepilogando l’insegnamento della Chiesa Cattolica sul purgatorio così com’è stato proposto in più occasioni dal Magistero ecclesiastico possiamo dire che esso contiene due verità fondamentali:
La prima.  Il peccato attuale o personale esige un’adeguata penitenza dopo che è stato perdonato da Dio. Qualora questa penitenza non è stata soddisfatta in modo esauriente in questa vita, Dio dà al peccatore la possibilità di soddisfarla dopo la morte. Esiste dunque uno stato o condizione e modo di essere dopo la morte, in cui l’uomo può e deve purificarsi, ossia soddisfare per la pena dovuta per i suoi peccati. E’ uno stato intermedio tra la morte e la gloria o gioia piena del paradiso. Nel comune linguaggio dei cattolici è detto purgatorio.
La seconda.  I cristiani ancora pellegrini sulla terra possono aiutare i loro fratelli, che hanno lasciato questa vita, nell’opera di purificazione dovuta per i loro peccati mediante atti di pietà, soprattutto col Sacrificio della santa Messa.
Esortando i vescovi perché procurino che la sana dottrina sul purgatorio sia creduta dai fedeli, il Tridentino mostra certamente la viva preoccupazione che i suffragi non siano pensati e fatti come se fossero atti di magia. Devono scaturire da una vera pietà congiunta a una genuina bontà. Dopo tutto è sempre Dio che giudica sul valore purificatorio di quegli atti. In altre parole, il valore purificatorio dei suffragi è proporzionato al loro valore o carica intrinseca, se cioè sono atti di vero amore di Dio e dei prossimo, emananti dalla conversione del cuore, e non piuttosto gesti di una devozione superficiale o di usanze sociali o peggio ancora di vanitoso esibizionismo. Se così non fosse, sarebbe facile e comodo liberarsi e liberare dal purgatorio a suon di quattrini. “Non basta strapparsi le vesti, bisogna cambiare il cuore!” (Gioele 2, 13).
Padre Nicola Tornese s.j.

     

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